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1° EPISTOLA ai CORINZI

1 1 Paolo, chiamato ad essere apostolo di Gesù Cristo, per volontà di Dio, e il fratello Sostene,

1 2 alla chiesa di Dio che è in Corinto ai santificati in Gesù Cristo, chiamati ad essere santi, insieme a tutti quelli che in qualunque luogo invocano il nome di Gesù Cristo, loro Signore e nostro:

1 3 grazia e pace a voi da Dio nostro Padre e dal Signore Gesù Cristo.

1 4 Io rendo continuamente grazie per voi al mio Dio, a motivo della grazia di Dio che vi è stata data in Cristo Gesù,

1 5 perché in lui siete stati arricchiti in ogni cosa, in ogni dono di parola e in ogni conoscenza,

1 6 per la testimonianza di Cristo che è stata confermata tra voi,

1 7 così che non vi manca alcun dono mentre aspettate la manifestazione del Signor nostro Gesù Cristo,

1 8 il quale vi confermerà fino alla fine, affinché siate irreprensibili nel giorno del nostro Signore Gesù Cristo.

1 9 Fedele è Dio dal quale siete stati chiamati alla comunione del suo Figlio Gesù Cristo, nostro Signore.

1 10 Ora, fratelli, vi esorto nel nome del nostro Signore Gesù Cristo ad avere tutti un medesimo parlare e a non avere divisioni tra di voi, ma ad essere perfettamente uniti in un medesimo modo di pensare e di volere.

1 11 Mi è stato segnalato infatti a vostro riguardo, fratelli miei, da quelli della casa di Cloe, che vi sono contese fra voi.

1 12 Or voglio dire questo, che ciascuno di voi dice: «Io sono di Paolo», «io di Apollo», «io di Cefa» ed «io di Cristo».

1 13 Cristo è forse diviso? Paolo è stato forse crocifisso per voi? O siete voi stati battezzati nel nome di Paolo?

1 14 Ringrazio Dio che non ho battezzato alcuno di voi, ad eccezione di Crispo e Gaio,

1 15 perché nessuno dica che siete stati battezzati nel mio nome.

1 16 Ho battezzato anche la famiglia di Stefana; per il resto non so se ho battezzato qualcun altro.

1 17 Cristo infatti non mi ha mandato a battezzare, ma ad evangelizzare, non però con sapienza di parola, affinché la croce di Cristo non sia resa vana.

1 18 Infatti il messaggio della croce è follia per quelli che periscono, ma per noi che siamo salvati è potenza di Dio.

1 19 Sta scritto infatti: «Io farò perire la sapienza dei savi e annullerò l'intelligenza degli intelligenti».

1 20 Dov'è il savio? Dov'è lo scriba? Dov'è il disputatore di questa età? Non ha forse Dio resa stolta la sapienza di questo mondo?

1 21 Infatti, poiché nella sapienza di Dio il mondo non ha conosciuto Dio per mezzo della propria sapienza, è piaciuto a Dio di salvare quelli che credono mediante la follia della predicazione

1 22 poiché i Giudei chiedono un segno e i Greci cercano sapienza,

1 23 ma noi predichiamo Cristo crocifisso, che è scandalo per i Giudei e follia per i Greci;

1 24 ma a quelli che sono chiamati, sia Giudei che Greci, noi predichiamo Cristo, potenza di Dio e sapienza di Dio;

1 25 poiché la follia di Dio è più savia degli uomini e la debolezza di Dio più forte degli uomini.

1 26 Riguardate infatti la vostra vocazione, fratelli, poiché non ci sono tra di voi molti savi secondo la carne, non molti potenti, non molti nobili,

1 27 ma Dio ha scelto le cose stolte del mondo per svergognare le savie; e Dio ha scelto le cose deboli del mondo per svergognare le forti;

1 28 e Dio ha scelto le cose ignobili del mondo e le cose spregevoli e le cose che non sono per ridurre al niente quelle che sono,

1 29 affinché nessuna carne si glori alla sua presenza.

1 30 Ora grazie a lui voi siete in Cristo Gesù, il quale da Dio è stato fatto per noi sapienza, giustizia, santificazione e redenzione,

1 31 affinché, come sta scritto: «Chi si gloria, si glori nel Signore»

2 1 Anch'io, fratelli, quando venni da voi, non venni con eccellenza di parola o di sapienza, annunziandovi la testimonianza di Dio,

2 2 perché mi ero proposto di non sapere fra voi altro, se non Gesù Cristo e lui crocifisso.

2 3 Così io sono stato presso di voi con debolezza, con timore e con gran tremore.

2 4 La mia parola e la mia predicazione non consistettero in parole persuasive di umana sapienza, ma in dimostrazione di Spirito e di potenza,

2 5 affinché la vostra fede non fosse fondata sulla sapienza degli uomini, ma sulla potenza di Dio.

2 6 Or noi parliamo di sapienza fra gli uomini maturi, ma di una sapienza che non è di questa età né dei dominatori di questa età che sono ridotti al nulla,

2 7 ma parliamo della sapienza di Dio nascosta nel mistero, che Dio ha preordinato prima delle età per la nostra gloria,

2 8 che nessuno dei dominatori di questa età ha conosciuta; perché, se l'avessero conosciuta, non avrebbero crocifisso il Signore della gloria.

2 9 Ma come sta scritto: «Le cose che occhio non ha visto e che orecchio non ha udito e che non sono salite in cuor d'uomo, sono quelle che Dio ha preparato per quelli che lo amano».

2 10 Dio però le ha rivelate a noi per mezzo del suo Spirito, perché lo Spirito investiga ogni cosa, anche le profondità di Dio.

2 11 Chi tra gli uomini, infatti conosce le cose dell'uomo, se non lo spirito dell'uomo che è in lui? Così pure nessuno conosce le cose di Dio, se non lo Spirito di Dio.

2 12 Ora noi non abbiamo ricevuto lo spirito del mondo, ma lo Spirito che viene da Dio, affinché conosciamo le cose che ci sono state donate da Dio.

2 13 Di queste anche parliamo, non con parole insegnate dalla sapienza umana ma insegnate dallo Spirito Santo, esprimendo cose spirituali con parole spirituali.

2 14 Or l'uomo naturale non riceve le cose dello Spirito di Dio, perché sono follia per lui, e non le può conoscere, poiché si giudicano spiritualmente.

2 15 Ma colui che è spirituale giudica ogni cosa ed egli non è giudicato da alcuno.

2 16 Infatti chi ha conosciuto la mente del Signore per poterlo ammaestrare? Or noi abbiamo la mente di Cristo.

3 1 Or io, fratelli, non ho potuto parlare a voi come a uomini spirituali, ma vi ho parlato come a dei carnali, come a bambini in Cristo.

3 2 Vi ho dato da bere del latte, e non vi ho dato del cibo solido, perché non eravate in grado di assimilarlo, anzi non lo siete neppure ora, perché siete ancora carnali.

3 3 Infatti, poiché fra voi vi è invidia, dispute e divisioni, non siete voi carnali e non camminate secondo l'uomo?

3 4 Quando uno dice: «Io sono di Paolo», e un altro: «Io sono di Apollo», non siete voi carnali?

3 5 Chi è dunque Paolo e chi è Apollo, se non ministri per mezzo dei quali voi avete creduto, e ciò secondo che il Signore ha dato a ciascuno?

3 6 Io ho piantato, Apollo ha annaffiato, ma Dio ha fatto crescere.

3 7 Ora né chi pianta né chi annaffia è cosa alcuna, ma è Dio che fa crescere.

3 8 Così colui che pianta e colui che annaffia sono una medesima cosa, ma ciascuno riceverà il proprio premio a secondo la sua fatica.

3 9 Noi siamo infatti collaboratori di Dio; voi siete il campo di Dio, l'edificio di Dio.

3 10 Secondo la grazia di Dio che mi è stata data, come savio architetto io ho posto il fondamento, ed altri vi costruisce sopra; ora ciascuno stia attento come vi costruisce sopra

3 11 perché nessuno può porre altro fondamento diverso da quello che è stato posto, cioè Gesù Cristo.

3 12 Ora, se uno costruisce sopra questo fondamento con oro, argento, pietre preziose, legno, fieno, stoppia,

3 13 l'opera di ciascuno sarà manifestata, perché il giorno la paleserà; poiché sarà manifestata mediante il fuoco, e il fuoco proverà quale sia l'opera di ciascuno.

3 14 Se l'opera che uno ha edificato sul fondamento resiste, egli ne riceverà una ricompensa,

3 15 ma se la sua opera è arsa, egli ne subirà la perdita, nondimeno sarà salvato, ma come attraverso il fuoco.

3 16 Non sapete voi che siete il tempio di Dio e che lo Spirito di Dio abita in voi?

3 17 Se alcuno guasta il tempio di Dio, Dio guasterà lui, perché il tempio di Dio, che siete voi, è santo.

3 18 Nessuno inganni se stesso, se qualcuno fra voi pensa di essere savio in questa età, diventi stolto affinché possa diventare savio.

3 19 Infatti la sapienza di questo mondo è follia presso Dio, poiché sta scritto: «Egli è colui che prende i savi nella loro astuzia»;

3 20 e altrove: «Il Signore conosce i pensieri dei savi e sa che sono vani».

3 21 Perciò nessuno si glori negli uomini, perché ogni cosa è vostra:

3 22 Paolo, Apollo, Cefa, il mondo, la vita, la morte, le cose presenti e le cose future; tutte le cose sono vostre.

3 23 E voi siete di Cristo e Cristo è di Dio.

4 1 A Così l'uomo ci consideri come ministri di Cristo e amministratori dei misteri di Dio.

4 2 Ma del resto dagli amministratori si richiede che ciascuno sia trovato fedele.

4 3 Ora a me importa ben poco di essere giudicato da voi o da un tribunale umano; anzi non giudico neppure me stesso.

4 4 Non sono infatti consapevole di colpa alcuna; non per questo sono però giustificato, ma colui che mi giudica è il Signore.

4 5 Perciò non giudicate nulla prima del tempo, finché sia venuto il Signore, il quale metterà in luce le cose occulte delle tenebre e manifesterà i consigli dei cuori; e allora ciascuno avrà la sua lode da Dio.

4 6 Ora, fratelli, per amore vostro, io ho applicato queste cose a me e ad Apollo, affinché per mezzo di noi impariate a non andare al di là di ciò che è scritto, per non gonfiarvi l'un per l'altro a danno di terzi.

4 7 Che cosa infatti ti rende diverso? Che cosa hai tu che non l'abbia ricevuto? E se l'hai ricevuto, perché ti glori come se non l'avessi ricevuto?

4 8 Già siete sazi, già vi siete arricchiti già siete diventati re senza di noi, e magari foste diventati re, affinché noi pure regnassimo con voi.

4 9 Perché io ritengo che Dio ha designato noi apostoli come gli ultimi di tutti, come uomini condannati a morte, poiché siamo stati fatti un pubblico spettacolo al mondo, agli angeli e agli uomini.

4 10 Noi siamo stolti per Cristo, ma voi siete savi in Cristo, noi siamo deboli ma voi forti; voi siete onorati, ma noi disprezzati.

4 11 Fino ad ora noi soffriamo la fame, la sete e la nudità; siamo schiaffeggiati e non abbiamo alcuna fissa dimora,

4 12 e ci affatichiamo, lavorando con le nostre mani; ingiuriati, benediciamo; perseguitati, sopportiamo;

4 13 vituperati, esortiamo, siamo diventati come la spazzatura del mondo e come la lordura di tutti fino ad ora.

4 14 Non scrivo queste cose per farvi vergognare, ma vi ammonisco come miei cari figli.

4 15 Perché anche se aveste diecimila educatori in Cristo, non avreste però molti padri, poiché io vi ho generato in Cristo Gesù, mediante l'evangelo.

4 16 Vi esorto dunque a divenire miei imitatori.

4 17 Per questa ragione vi ho mandato Timoteo, che è mio figlio diletto e fedele nel Signore, che vi ricorderà quali sono le mie vie in Cristo e come insegno dappertutto in ogni chiesa.

4 18 Or alcuni si sono gonfiati, come se non dovessi più venire da voi

4 19 ma verrò presto da voi, se piace al Signore, e conoscerò non il parlare, ma la potenza di coloro che si sono gonfiati,

4 20 perché il regno di Dio non consiste in parole, ma in potenza.

4 21 Che volete? Che venga da voi con la verga, oppure con amore e con spirito di mansuetudine?

5 1 Si ode dappertutto dire che tra di voi vi è fornicazione, e una tale fornicazione che non è neppure nominata fra i gentili, cioè che uno tiene con sé la moglie del padre.

5 2 E vi siete addirittura gonfiati e non avete piuttosto fatto cordoglio, affinché colui che ha commesso una tale azione fosse tolto di mezzo a voi.

5 3 Ora io, assente nel corpo ma presente nello spirito, ho già giudicato, come se fossi presente, colui che ha commesso ciò.

5 4 Nel nome del nostro Signore Gesù Cristo, essendo riuniti assieme voi e il mio spirito, con il potere del Signor nostro Gesù Cristo

5 5 ho deciso che quel tale sia dato in mano di Satana a perdizione della carne, affinché lo spirito sia salvato nel giorno del Signor Gesù.

5 6 Il vostro vanto non è buono. Non sapete che un po' di lievito fa fermentare tutta la pasta?

5 7 Togliete via dunque il vecchio lievito affinché siate una nuova pasta, come ben siete senza lievito, la nostra pasqua infatti, cioè Cristo, è stata immolata per noi.

5 8 Celebriamo perciò la festa non con vecchio lievito, né con lievito di malvagità e di malizia, ma con azzimi di sincerità e di verità.

5 9 Vi ho scritto nella mia epistola di non immischiarvi con i fornicatori,

5 10 ma non intendevo affatto con i fornicatori di questo mondo, o con gli avari, o con i ladri, o con gli idolatri, perché altrimenti dovreste uscire dal mondo.

5 11 Ma ora vi ho scritto di non mescolarvi con chi, facendosi chiamare fratello, sia un fornicatore, o un avaro o un idolatra, o un oltraggiatore, o un ubriacone, o un ladro; con un tale non dovete neppure mangiare.

5 12 Tocca forse a me giudicare quelli di fuori? Non giudicate voi quelli di dentro?

5 13 Ora è Dio che giudica quelli di fuori. Perciò togliete il malvagio di mezzo a voi.

6 1 C'è qualcuno di voi che, quando ha una questione contro un altro, osa farlo giudicare dagli ingiusti invece che dai santi?

6 2 Non sapete voi che i santi giudicheranno il mondo? E se il mondo è giudicato da voi, siete voi indegni di giudicare dei piccoli problemi?

6 3 Non sapete voi che noi giudicheremo gli angeli? Quanto più possiamo giudicare le cose di questa vita!

6 4 Se avete dunque delle cause giudiziarie per cose di questa vita, stabilite come giudici quelli che nella chiesa sono i meno stimati.

6 5 Dico questo per farvi vergogna. Così, non c'è tra voi neppure un savio, che nel vostro mezzo sia capace di pronunciare un giudizio tra i suoi fratelli?

6 6 Il fratello invece chiama in giudizio il fratello, e ciò davanti agli infedeli.

6 7 E certamente già un male che abbiate tra di voi delle cause gli uni contro gli altri. Perché non subite piuttosto un torto? Perché non vi lasciate piuttosto defraudare?

6 8 Voi invece fate torto e defraudate, e questo nei confronti dei fratelli.

6 9 Non sapete voi che gli ingiusti non erediteranno il regno di Dio? Non v'ingannate: né i fornicatori, né gli idolatri, né gli adulteri, né gli effeminati, né gli omosessuali,

6 10 né i ladri, né gli avari, né gli ubriaconi, né gli oltraggiatori, né i rapinatori erediteranno il regno di Dio.

6 11 Or tali eravate già alcuni di voi; ma siete stati lavati, ma siete stati santificati, ma siete stati giustificati nel nome del Signore Gesù e mediante lo Spirito del nostro Dio.

6 12 Ogni cosa mi è lecita, ma non ogni cosa è vantaggiosa; ogni cosa mi è lecita, ma non mi lascerò dominare da cosa alcuna.

6 13 Le vivande sono per il ventre e il ventre per le vivande, Dio distruggerà queste e quello; il corpo però non è per la fornicazione, bensì per il Signore, e il Signore per il corpo.

6 14 Ora Dio, come ha risuscitato il Signore, così risusciterà anche noi con la sua potenza.

6 15 Non sapete voi che i vostri corpi sono membra di Cristo? Prenderò io dunque le membra di Cristo, per farne le membra di una prostituta? Così non sia.

6 16 Non sapete voi che chi si unisce ad una prostituta forma uno stesso corpo con lei? «I due infatti», dice il Signore, «diventeranno una stessa carne».

6 17 Ma chi si unisce al Signore è uno stesso spirito con lui.

6 18 Fuggite la fornicazione. Qualunque altro peccato che l'uomo commetta è fuori del corpo, ma chi commette fornicazione pecca contro il suo proprio corpo.

6 19 Non sapete che il vostro corpo è il tempio dello Spirito Santo che è in voi, il quale voi avete da Dio, e che voi non appartenete a voi stessi?

6 20 Infatti siete stati comprati a caro prezzo, glorificate dunque Dio nel vostro corpo e nel vostro spirito, che appartengono a Dio.

7 1 Ora, riguardo alle cose di cui mi avete scritto, sarebbe bene per l'uomo non toccare donna.

7 2 Ma, a motivo della fornicazione, ogni uomo abbia la propria moglie e ogni donna il proprio marito.

7 3 Il marito renda alla moglie il dovere coniugale, e ugualmente la moglie al marito.

7 4 La moglie non ha potestà sul proprio corpo, ma il marito; nello stesso modo anche il marito non ha potestà sul proprio corpo, ma la moglie.

7 5 Non privatevi l'uno dell'altro, se non di comune accordo per un tempo, per dedicarvi al digiuno e alla preghiera, poi di nuovo tornate a stare insieme, affinché Satana non vi tenti a causa della vostra mancanza di autocontrollo.

7 6 Or io dico questo per concessione, non per comandamento

7 7 perché vorrei che tutti gli uomini fossero come me, ma ciascuno ha il proprio dono da Dio, chi in un modo, chi in un altro.

7 8 Or a quelli che non sono sposati e alle vedove dico che è bene per loro che se ne stiano come sto anch'io

7 9 ma se non hanno autocontrollo, si sposino, perché è meglio sposarsi che ardere.

7 10 Agli sposati invece ordino, non io ma il Signore, che la moglie non si separi dal marito,

7 11 e qualora si separasse, rimanga senza maritarsi, o si riconcili col marito. E il marito non mandi via la moglie.

7 12 Ma agli altri dico io, non il Signore: se un fratello ha una moglie non credente, e questa acconsente di abitare con lui, non la mandi via.

7 13 Anche la donna che ha un marito non credente, se questi acconsente di abitare con lei, non lo mandi via,

7 14 perché il marito non credente è santificato nella moglie, e la moglie non credente è santificata nel marito, altrimenti i vostri figli sarebbero immondi; ora invece sono santi.

7 15 Se il non credente si separa, si separi pure; in tal caso il fratello o la sorella non sono più obbligati; ma Dio ci ha chiamati alla pace.

7 16 Infatti che ne sai tu, moglie, se salverai il marito? Ovvero che ne sai tu, marito, se salverai la moglie?

7 17 Negli altri casi, ciascuno continui a vivere nella condizione che Dio gli ha assegnato e come il Signore lo ha chiamato, e così ordino in tutte le chiese.

7 18 Qualcuno è stato chiamato quando era circonciso? Non diventi incirconciso; qualcuno è stato chiamato quando era incirconciso? Non si faccia circoncidere.

7 19 La circoncisione, è nulla e l'incirconcisione è nulla, ma quel che importa è l'osservanza dei comandamenti di Dio.

7 20 Ciascuno rimanga nella condizione nella quale è stato chiamato.

7 21 Sei tu stato chiamato quando eri schiavo? Non ti affliggere; se però puoi divenire libero, è meglio che lo fai.

7 22 Perché chi è chiamato nel Signore da schiavo è un liberto del Signore; parimenti anche colui che è chiamato da libero, è schiavo di Cristo.

7 23 Voi siete stati comprati a prezzo, non diventate schiavi degli uomini.

7 24 Fratelli, ognuno rimanga presso Dio nella condizione in cui è stato chiamato.

7 25 Or riguardo alle vergini, non ho alcun comando dal Signore, ma do un parere come avendo ottenuto misericordia dal Signore per essere fedele.

7 26 A motivo della imminente avversità, ritengo dunque che sia bene per un uomo di rimanere così.

7 27 Sei legato ad una moglie? Non cercare di esserne sciolto. Sei sciolto da una moglie? Non cercare moglie.

7 28 Tuttavia, anche se prendi moglie, tu non pecchi; e se una vergine si marita, non pecca; ma tali persone avranno tribolazione nella carne; ora io vorrei risparmiarvi ciò.

7 29 Ma questo vi dico, fratelli, che il tempo è ormai abbreviato; così d'ora in avanti anche quelli che hanno moglie, siano come se non l'avessero;

7 30 e quelli che piangono, come se non piangessero; e quelli che si rallegrano, come se non si rallegrassero; e quelli che comprano, come se non possedessero;

7 31 e quelli che usano di questo mondo, come se non ne usassero, perché la forma attuale di questo mondo passa.

7 32 Or io desidero che voi siate senza sollecitudine. Chi non è sposato, si preoccupa delle cose del Signore, come possa piacere al Signore;

7 33 ma chi è sposato si preoccupa delle cose del mondo, come possa piacere alla moglie.

7 34 Vi è differenza tra la donna sposata e la vergine; quella che non è sposata, si preoccupa delle cose del Signore per essere santa nel corpo e nello spirito, ma la sposata si preoccupa delle cose del mondo, del come possa piacere al marito.

7 35 Ora dico questo per il vostro vantaggio, non per tendervi un laccio, ma per indirizzarvi a ciò che è decoroso e perché possiate darvi assiduamente al Signore senza esserne distratti.

7 36 Ma, se alcuno pensa di fare cosa sconveniente verso la propria figlia vergine se essa oltrepassa il fiore dell'età, e che così bisogna fare, faccia ciò che vuole; egli non pecca; la dia a marito.

7 37 Ma chi sta fermo nel suo cuore senza sottostare ad alcuna costrizione, ma è padrone della sua volontà ed ha determinato questo nel cuor suo, di conservare cioè la sua figlia vergine, fa bene.

7 38 Perciò, chi dà la sua propria figlia a marito fa bene e chi non la dà a marito fa meglio.

7 39 La moglie è vincolata per legge per tutto il tempo che vive suo marito; ma se il marito muore, essa è libera di maritarsi a chi vuole, purché nel Signore.

7 40 Tuttavia, secondo il mio avviso, essa sarà più felice se rimane così, or penso di avere anch'io lo Spirito di Dio.

8 1 Ora, riguardo alle cose sacrificate agli idoli, noi sappiamo che tutti abbiamo conoscenza; la conoscenza gonfia, ma l'amore edifica.

8 2 Ora, se uno pensa di sapere qualche cosa, non sa ancora nulla di come egli dovrebbe sapere.

8 3 Ma se uno ama Dio, egli è da lui conosciuto.

8 4 Perciò quanto al mangiare le cose sacrificate agli idoli, noi sappiamo che l'idolo non è nulla nel mondo, e che non vi è alcun altro Dio, se non uno solo,

8 5 E infatti, anche se vi sono i cosiddetti dèi sia in cielo che in terra (come vi sono molti dèi e molti signori),

8 6 per noi c'è un solo Dio, il Padre dal quale sono tutte le cose e noi in lui; e un solo Signore, Gesù Cristo, per mezzo del quale sono tutte le cose, e noi esistiamo per mezzo di lui.

8 7 Ma la conoscenza non è in tutti; anzi alcuni, avendo finora consapevolezza dell'idolo, mangiano come di una cosa sacrificata all'idolo; e la loro coscienza, essendo debole, ne è contaminata.

8 8 Ora un cibo non ci rende graditi a Dio; se mangiamo, non abbiamo nulla di più, e se non mangiamo, non abbiamo nulla di meno.

8 9 Badate però che questa vostra libertà non divenga un intoppo per i deboli.

8 10 Perché se qualcuno vede te, che hai conoscenza, seduto a tavola in un tempio di idoli, la coscienza di lui, che è debole, non sarà forse incoraggiata a mangiare le cose sacrificate agli idoli?

8 11 E così, a causa della tua conoscenza perirà il fratello debole, per il quale Cristo è morto.

8 12 Ora, peccando così contro i fratelli e ferendo la loro coscienza debole, voi peccate contro Cristo.

8 13 Perciò, se un cibo scandalizza il mio fratello, non mangerò mai più carne, per non scandalizzare il mio fratello,

9 1 Non sono io apostolo? Non sono io libero? Non ho io veduto Gesù Cristo, il nostro Signore? Non siete voi la mia opera nel Signore?

9 2 Se non sono apostolo per gli altri, lo sono almeno per voi, poiché voi siete il sigillo del mio apostolato nel Signore.

9 3 Questa è la mia difesa nei confronti di coloro che fanno inchieste a mio riguardo.

9 4 Non abbiamo noi il diritto di mangiare e di bere?

9 5 Non abbiamo noi il diritto di condurre attorno una moglie, che sia una sorella in fede, come fanno anche gli altri apostoli, i fratelli del Signore e Cefa?

9 6 O soltanto io e Barnaba non abbiamo il diritto di non lavorare?

9 7 Chi mai va alla guerra a proprie spese? Chi pianta una vigna e non ne mangia il frutto? O chi si prende cura di un gregge e non mangia del latte del gregge?

9 8 Dico queste cose secondo l'uomo? Non dice queste cose anche la legge?

9 9 Nella legge di Mosè infatti sta scritto: «Non mettere la museruola al bue che trebbia». Si dà forse Dio pensiero dei buoi?

9 10 Ovvero, dice tutto questo per noi? Certo queste cose sono scritte per noi, perché chi ara deve arare con speranza, e chi trebbia deve trebbiare con la speranza di avere ciò che spera.

9 11 Se abbiamo seminato fra voi le cose spirituali, è forse gran cosa se mietiamo i vostri beni materiali?

9 12 Se gli altri hanno tale diritto su di voi, non l'avremmo noi molto di più? Noi però non ci serviamo di questo diritto, ma sopportiamo ogni cosa per non porre alcun ostacolo all'evangelo di Cristo.

9 13 Non sapete voi che quelli che fanno il servizio sacro mangiano delle cose del tempio, e quelli che servono all'altare hanno parte dei beni dell'altare?

9 14 Così pure il Signore ha ordinato che coloro che annunziano l'evangelo, vivano dell'evangelo.

9 15 Ma io non ho fatto alcun uso di queste cose né ve ne scrivo, affinché si faccia così con me, perché è meglio per me morire, piuttosto che qualcuno renda vano il mio vanto.

9 16 Infatti, se io predico l'evangelo, non ho nulla da gloriarmi, poiché è una necessità che mi è imposta; e guai a me se non predico l'evangelo!

9 17 Se perciò lo faccio volontariamente, ne ho ricompensa; ma se lo faccio contro voglia, rimane sempre un incarico che mi è stato affidato.

9 18 Qual è dunque il mio premio? Questo: che predicando l'evangelo, io posso offrire l'evangelo di Cristo gratuitamente, per non abusare del mio diritto nell'evangelo.

9 19 Infatti, pur essendo libero da tutti, mi sono fatto servo di tutti, per guadagnarne il maggior numero.

9 20 Mi sono così fatto Giudeo con i Giudei, per guadagnare i Giudei; mi sono fatto come uno che è sotto la legge con coloro che sono sotto la legge, per guadagnare quelli che sono sotto la legge;

9 21 tra quanti sono senza legge, mi sono fatto come se fossi senza la legge (benché non sia senza la legge di Dio, anzi sotto la legge di Cristo), per guadagnare quanti sono senza la legge.

9 22 Mi sono fatto debole con i deboli, per guadagnare i deboli; mi sono fatto tutto a tutti, per poterne salvare in qualche modo alcuni.

9 23 Or io faccio questo per l'evangelo, affinché ne sia partecipe anch'io.

9 24 Non sapete voi che quelli che corrono nello stadio, corrono bensì tutti, ma uno solo ne conquista il premio? Correte in modo da conquistarlo.

9 25 Ora, chiunque compete nelle gare si auto-controlla in ogni cosa; e quei tali fanno ciò per ricevere una corona corruttibile, ma noi dobbiamo farlo per riceverne una incorruttibile.

9 26 Io dunque corro, ma non in modo incerto; così combatto, ma non come battendo l'aria;

9 27 anzi disciplino il mio corpo e lo riduco in servitù perché, dopo aver predicato agli altri, non sia io stesso riprovato.

10 1 Ora, fratelli, non voglio che ignoriate che i nostri padri furono tutti sotto la nuvola e tutti passarono attraverso il mare,

10 2 tutti furono battezzati per Mosè nella nuvola e nel mare,

10 3 tutti mangiarono il medesimo cibo spirituale,

10 4 e tutti bevvero la medesima bevanda spirituale, perché bevevano dalla roccia spirituale che li seguiva; or quella roccia era Cristo.

10 5 Ma Dio non gradì la maggior parte di loro; infatti furono abbattuti nel deserto,

10 6 Or queste cose avvennero come esempi per noi, affinché non desideriamo cose malvagie come essi fecero,

10 7 e affinché non diventiate idolatri come alcuni di loro, secondo quanto sta scritto: «Il popolo si sedette per mangiare e per bere, e poi si alzò per divertirsi».

10 8 E non fornichiamo, come alcuni di loro fornicarono, per cui ne caddero in un giorno ventitremila.

10 9 E non tentiamo Cristo, come alcuni di loro lo tentarono, per cui perirono per mezzo dei serpenti,

10 10 E non mormorate, come alcuni di loro mormorarono, per cui perirono per mezzo del distruttore.

10 11 Or tutte queste cose avvennero loro come esempio, e sono scritte per nostro avvertimento, per noi, che ci troviamo alla fine delle età.

10 12 Perciò, chi pensa di stare in piedi, guardi di non cadere.

10 13 Nessuna tentazione vi ha finora colti se non umana, or Dio è fedele e non permetterà che siate tentati oltre le vostre forze, ma con la tentazione vi darà anche la via d'uscita, affinché la possiate sostenere.

10 14 Perciò, miei cari, fuggite dall'idolatria.

10 15 Io parlo come a persone intelligenti; giudicate voi ciò che dico:

10 16 il calice della benedizione, che noi benediciamo, non è forse partecipazione con il sangue di Cristo? Il pane, che noi rompiamo, non è forse partecipazione con il corpo di Cristo?

10 17 Poiché vi è un solo pane e noi, sebbene in molti, siamo un solo corpo, poiché tutti partecipiamo dell'unico pane.

10 18 Guardate Israele secondo la carne: quelli che mangiano i sacrifici non hanno essi parte dell'altare?

10 19 Che dico dunque? Che l'idolo sia qualche cosa? O che ciò che è sacrificato agli idoli sia qualche cosa?

10 20 No, ma dico che le cose che i gentili sacrificano, le sacrificano ai démoni e non a Dio; or io non voglio che voi abbiate parte con i démoni.

10 21 Voi non potete bere il calice del Signore e il calice dei démoni, voi non potete partecipare alla mensa del Signore e alla mensa dei démoni.

10 22 Vogliamo noi provocare il Signore a gelosia? Siamo noi più forti di lui?

10 23 Ogni cosa mi è lecita, ma non ogni cosa è vantaggiosa, ogni cosa mi è lecita, ma non ogni cosa edifica.

10 24 Nessuno cerchi il proprio interesse, ma ciascuno cerchi quello altrui.

10 25 Mangiate di tutto ciò che si vende al macello senza fare alcuna domanda per motivo di coscienza,

10 26 perché «la terra e tutto ciò che essa contiene è del Signore»,

10 27 Se qualche non credente vi invita e volete andarvi, mangiate di tutto ciò che vi è posto davanti senza fare alcuna domanda per motivo di coscienza.

10 28 Ma se qualcuno vi dice: «Questo fa parte delle cose sacrificate agli idoli», non ne mangiate, per riguardo a colui che vi ha avvertito e per motivo di coscienza, perché «la terra e tutto ciò che essa contiene è del Signore».

10 29 Or mi riferisco non alla tua coscienza, ma a quella dell'altro. Per qual motivo infatti sarebbe la mia libertà giudicata dalla coscienza di un altro?

10 30 Ma se prendo parte alle vivande con gratitudine, perché sarei biasimato per ciò di cui rendo grazie?

10 31 Sia dunque che mangiate, sia che beviate, sia che facciate alcun'altra cosa, fate tutte le cose alla gloria di Dio.

10 32 Non date motivo di scandalo né ai Giudei, né ai Greci, né alla chiesa di Dio;

10 33 come io stesso mi sforzo di essere gradito a tutti in ogni cosa, non cercando il mio proprio vantaggio ma quello di molti, affinché siano salvati.

11 1 Siate miei imitatori, come anch'io lo sono di Cristo.

11 2 Or vi lodo, fratelli, perché vi ricordate di tutte le cose che provengono da me, e perché ritenete gli ordinamenti, come ve li ho trasmessi.

11 3 Voglio però che sappiate che il capo di ogni uomo è Cristo, il capo della donna è l'uomo e il capo di Cristo è Dio.

11 4 Ogni uomo, che prega o profetizza col capo coperto, fa vergogna al suo capo.

11 5 Ma ogni donna, che prega o profetizza col capo scoperto, fa vergogna al suo capo perché è la stessa cosa che se fosse rasa.

11 6 Ora se la donna non si copre, si faccia pure tagliare i capelli; ma se è una cosa vergognosa per la donna farsi tagliare i capelli o rasare, si copra il capo.

11 7 L'uomo invece non deve coprirsi il capo, perché è l'immagine e la gloria di Dio; ma la donna è la gloria dell'uomo,

11 8 perché l'uomo non è dalla donna, ma la donna dall'uomo,

11 9 anche perché l'uomo non fu creato per la donna, ma la donna per l'uomo.

11 10 Perciò la donna deve avere sul capo un segno di autorità, a motivo degli angeli.

11 11 Nondimeno, né l'uomo è senza la donna, né la donna senza l'uomo, nel Signore,

11 12 perché come la donna proviene dall'uomo, così anche l'uomo nasce per mezzo della donna, e ogni cosa è da Dio.

11 13 Giudicate fra voi stessi. E' conveniente che la donna preghi Dio senza essere coperta?

11 14 La natura stessa non vi insegna che è un disonore per l'uomo portare la chioma?

11 15 Se invece la donna porta la chioma, ciò è per lei un onore, poiché la chioma le è stata data per copertura.

11 16 Ora se alcuno vuol essere contenzioso, noi non abbiamo una tale usanza e neppure le chiese di Dio.

11 17 Ora in quello che vi ordino, io non vi lodo, perché vi riunite non per il meglio, ma per il peggio,

11 18 prima di tutto, perché sento dire che quando vi riunite in assemblea vi sono fra voi delle divisioni; e in parte lo credo.

11 19 E' necessario infatti che vi siano anche delle fazioni tra voi, affinché siano manifestati tra voi quelli che sono approvati.

11 20 Quando dunque vi riunite insieme, quello che fate non è mangiare la cena del Signore,

11 21 perché nel mangiare ciascuno prende prima la propria cena; e uno ha fame e l'altro è ubriaco.

11 22 Ora non avete delle case per mangiare e bere? O disprezzate la chiesa di Dio e fate vergognare quelli che non hanno nulla? Che vi dirò? Vi loderò? In questo non vi lodo.

11 23 Poiché io ho ricevuto dal Signore ciò che vi ho anche trasmesso: che il Signore Gesù, nella notte in cui fu tradito, prese del pane,

11 24 e, dopo aver reso grazie, lo spezzò e disse: «Prendete, mangiate; questo è il mio corpo che è spezzato per voi; fate questo in memoria di me».

11 25 Parimenti, dopo aver cenato, prese anche il calice, dicendo: «Questo calice è il nuovo patto nel mio sangue; fate questo ogni volta che ne bevete in memoria di me».

11 26 Poiché ogni volta che mangiate di questo pane e bevete di questo calice, voi annunziate la morte del Signore, finché egli venga.

11 27 Perciò chiunque mangia di questo pane o beve del calice del Signore indegnamente, sarà colpevole del corpo e del sangue del Signore.

11 28 Ora ognuno esamini se stesso, e così mangi del pane e beva del calice,

11 29 poiché chi ne mangia e beve indegnamente, mangia e beve un giudizio contro se stesso, non discernendo il corpo del Signore.

11 30 Per questa ragione fra voi vi sono molti infermi e malati, e molti muoiono.

11 31 Perché se esaminassimo noi stessi, non saremmo giudicati.

11 32 Ma quando siamo giudicati, siamo corretti dal Signore, affinché non siamo condannati col mondo.

11 33 Pertanto, fratelli miei, riunendovi per mangiare, aspettatevi gli uni gli altri.

11 34 E se qualcuno ha fame, mangi a casa, affinché non vi riuniate per attirarvi un giudizio. Or quanto alle altre cose le Sistemerò quando verrò.

12 1 Ora, fratelli, non voglio che siate nell'ignoranza riguardo ai doni spirituali.

12 2 Voi sapete che quando eravate gentili, eravate trascinati dietro gli idoli muti, dietro l'impulso del momento.

12 3 Perciò vi faccio sapere che nessuno parlando per lo Spirito di Dio, dice «Gesù è anatema», e che altresì nessuno può dire: «Gesù è il Signore», se non per lo Spirito Santo.

12 4 Or vi sono diversità di doni, ma non vi è che un medesimo Spirito,

12 5 Vi sono anche diversità di ministeri ma non vi è che un medesimo Signore.

12 6 Vi sono parimenti diversità di operazioni, ma non vi è che un medesimo Dio, il quale opera tutte le cose in tutti.

12 7 Or a ciascuno è data la manifestazione dello Spirito per l'utilità comune.

12 8 A uno infatti è data, per mezzo dello Spirito, parola di sapienza; a un altro, secondo il medesimo Spirito, parola di conoscenza;

12 9 a un altro fede, dal medesimo Spirito a un altro doni di guarigioni, per mezzo del medesimo Spirito; a un altro potere di compiere potenti operazioni; a un altro profezia; a un altro discernimento degli spiriti;

12 10 a un altro diversità di lingue, a un altro l'interpretazione delle lingue.

12 11 Or tutte queste cose le opera quell'unico e medesimo Spirito, che distribuisce i suoi doni a ciascuno in particolare come vuole.

12 12 Come infatti il corpo è uno, ma ha molte membra, e tutte le membra di quell'unico corpo, pur essendo molte, formano un solo corpo, così è anche Cristo.

12 13 Ora noi tutti siamo stati battezzati in uno Spirito nel medesimo corpo, sia Giudei che Greci, sia schiavi che liberi, e siamo stati tutti abbeverati in un medesimo Spirito.

12 14 Infatti anche il corpo non è un sol membro, ma molte.

12 15 Se il piede dicesse: «Perché non sono mano io non sono parte del corpo», non per questo non sarebbe parte del corpo.

12 16 E se l'orecchio dicesse: «Perché non sono occhio, io non sono parte del corpo», non per questo non sarebbe parte del corpo.

12 17 Se tutto il corpo fosse occhio, dove sarebbe l'udito? Se tutto fosse udito, dove sarebbe l'odorato?

12 18 Ma ora Dio ha posto ciascun membro nel corpo, come ha voluto.

12 19 Ma se tutte le membra fossero un solo membro, dove sarebbe il corpo?

12 20 Ci sono invece molte membra, ma vi è un solo corpo.

12 21 E l'occhio non può dire alla mano: «Io non ho bisogno di te»; né parimenti il capo può dire ai piedi: «Io non ho bisogno di voi».

12 22 Anzi, le membra del corpo che sembrano essere le più deboli, sono molto più necessarie delle altre;

12 23 e quelle che stimiamo essere le meno onorevoli del corpo, le circondiamo di maggior onore; e le nostre parti indecorose sono circondate di maggior decoro;

12 24 ma le nostre parti decorose non ne hanno bisogno. Perciò Dio ha composto il corpo, dando maggiore onore alla parte che ne mancava,

12 25 affinché non vi fosse divisione nel corpo, ma le membra avessero tutte una medesima cura le une per le altre.

12 26 E se un membro soffre, tutte le membra soffrono; mentre se un membro è onorato, tutte le membra ne gioiscono insieme.

12 27 Or voi siete il corpo di Cristo e sue membra, ciascuno per parte sua.

12 28 E Dio ne ha costituiti alcuni nella chiesa in primo luogo come apostoli, in secondo luogo come profeti, in terzo luogo come dottori; poi ha ordinato le potenti operazioni; quindi i doni di guarigione i doni di assistenza e di governo e la diversità di lingue.

12 29 Sono forse tutti apostoli? Tutti profeti? Tutti dottori?

12 30 Hanno tutti il dono di potenti operazioni? Hanno tutti i doni di guarigioni? Parlano tutti diverse lingue? Interpretano tutti?

12 31 Ora voi cercate ardentemente i doni maggiori; e vi mostrerò una via ancora più alta.

13 1 Quand'anche parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non ho amore, divento un bronzo risonante o uno squillante cembalo.

13 2 E se anche avessi il dono di profezia, intendessi tutti i misteri e tutta la scienza e avessi tutta la fede da trasportare i monti, ma non ho amore, non sono nulla.

13 3 E se spendessi tutte le mie facoltà per nutrire i poveri e dessi il mio corpo per essere arso, ma non ho amore, tutto questo niente mi giova.

13 4 L'amore è paziente, è benigno; l'amore non invidia, non si mette in mostra, non si gonfia,

13 5 non si comporta in modo indecoroso, non cerca le cose proprie, non si irrita, non sospetta il male;

13 6 non si rallegra dell'ingiustizia, ma gioisce con la verità,

13 7 tollera ogni cosa, crede ogni cosa, spera ogni cosa, sopporta ogni cosa.

13 8 L'amore non viene mai meno, ma le profezie saranno abolite, le lingue cesseranno e la conoscenza sarà abolita

13 9 perché conosciamo in parte e profetizziamo in parte.

13 10 Ma quando sarà venuta la perfezione, allora quello che è solo parziale sarà abolito.

13 11 Quand'ero bambino, parlavo come un bambino, avevo il senno di un bambino, ragionavo come un bambino; quando sono diventato uomo, ho smesso le cose da bambino.

13 12 Ora infatti vediamo come per mezzo di uno specchio, in modo oscuro, ma allora vedremo a faccia a faccia; ora conosco in parte, ma allora conoscerò proprio come sono stato conosciuto.

13 13 Ora dunque queste tre cose rimangono: fede, speranza e amore; ma la più grande di esse è l'amore.

14 1 Desiderate l'amore e cercate ardentemente i doni spirituali, ma soprattutto che possiate profetizzare,

14 2 perché chi parla in altra lingua non parla agli uomini, ma a Dio; poiché nessuno lo comprende, ma egli in spirito proferisce misteri.

14 3 Chi profetizza, invece, parla agli uomini per edificazione, esortazione e consolazione.

14 4 Chi parla in altra lingua edifica se stesso, ma chi profetizza edifica la chiesa.

14 5 Io vorrei che tutti parlaste in lingue, ma molto più che profetizzaste, perché chi profetizza è superiore a chi parla in lingue a meno che egli interpreti, affinché la chiesa ne riceva edificazione.

14 6 Ma ora, fratelli, se venissi a voi parlando in lingue, che vi gioverei se non vi parlassi per mezzo di rivelazione, o di conoscenza, o di profezia, o di insegnamento?

14 7 Le cose inanimate stesse che emettono un suono, come il flauto e la cetra, se non danno suoni distinti, come si riconoscerà ciò che si suona con il flauto o con la cetra?

14 8 Se infatti la tromba dà un suono sconosciuto, chi si preparerà alla battaglia?

14 9 Così anche voi, se con la lingua non proferite un parlare intelligibile, come si comprenderà ciò che è detto? Sarebbe infatti come se voi parlaste all'aria.

14 10 Vi sono, ad esempio, tante varietà di suoni di lingua nel mondo, e nessuno di essi è senza significato.

14 11 Se dunque io non comprendo il significato del suono, sarò come uno straniero per chi parla, e chi parla sarà uno straniero per me.

14 12 Così anche voi, poiché siete desiderosi di avere doni spirituali, cercate di abbondarne per l'edificazione della chiesa.

14 13 Perciò chi parla in altra lingua preghi di poter interpretare,

14 14 perché, se io prego in altra lingua, il mio spirito ben prega, ma la mia mente rimane infruttuosa.

14 15 Che si deve dunque fare? Pregherò con lo spirito, ma lo farò anche con la mente; canterò con lo spirito, ma canterò anche con la mente.

14 16 Tuttavia, se tu lodi Dio con lo spirito, colui che occupa il posto del profano, come dirà amen, al tuo ringraziamento, poiché egli non comprende ciò che tu dici?

14 17 Infatti tu puoi anche rendere un bel ringraziamento, ma l'altro non è edificato.

14 18 Io ringrazio il mio Dio, perché parlo in lingue più di voi tutti.

14 19 Ma nell'assemblea preferisco dire cinque parole con la mia intelligenza per istruire anche gli altri, piuttosto che diecimila parole in altra lingua.

14 20 Fratelli, non siate bambini di senno, ma siate bambini in malizia e uomini compiuti in senno.

14 21 Sta scritto nella legge: «Io parlerò a questo popolo in lingue straniere e con labbra straniere, ma neppure così mi ascolteranno», dice il Signore.

14 22 Pertanto le lingue sono un segno non per i credenti, ma per i non credenti mentre la profezia non è per i non credenti, ma per i credenti.

14 23 Se dunque, quando tutta la chiesa è riunita insieme, tutti parlano in lingue ed entrano dei profani o dei non credenti, non diranno che voi siete fuori di senno?

14 24 Ma se tutti profetizzano ed entra un non credente, egli è convinto da tutti, è giudicato da tutti.

14 25 In questo modo i segreti del suo cuore vengono palesati e così, gettandosi con la faccia a terra, adorerà Dio, dichiarando che Dio è veramente fra voi.

14 26 Che conviene dunque fare, fratelli? Quando vi riunite, avendo ciascuno di voi, chi un salmo, chi un insegnamento, chi parole in altra lingua, chi una rivelazione, chi un'interpretazione, si faccia ogni cosa per l'edificazione.

14 27 Se uno parla in altra lingua, si faccia questo da due o tre al più, e l'un dopo l'altro, e uno interpreti.

14 28 Ma se non vi è chi interpreti, si taccia nella chiesa chi parla in altra lingua, ma parli a se stesso e a Dio.

14 29 Parlino due o tre profeti, e gli altri giudichino.

14 30 Ma se è rivelata qualcosa ad uno che è seduto, si taccia il precedente.

14 31 Tutti infatti, ad uno ad uno, potete profetizzare affinché tutti imparino e tutti siano incoraggiati.

14 32 Gli spiriti dei profeti sono sottoposti ai profeti

14 33 perché Dio non è un Dio di confusione, ma di pace; e così si fà in tutte le chiese dei santi.

14 34 Tacciano le vostre donne nelle chiese, perché non è loro permesso di parlare, ma devono essere sottomesse, come dice anche la legge.

14 35 E se vogliono imparare qualche cosa interroghino i propri mariti a casa, perché è vergognoso per le donne parlare in chiesa.

14 36 E la parola di Dio proceduta da voi o è essa pervenuta a voi soli?

14 37 Se uno si stima essere profeta o spirituale, riconosca che le cose che vi scrivo sono comandamenti del Signore.

14 38 E se uno lo vuole ignorare, lo ignori.

14 39 Perciò, fratelli miei cercate ardentemente il profetizzare e non impedite di parlare in lingue.

14 40 Ma ogni cosa sia fatta con decoro e con ordine.

15 1 Ora, fratelli, vi dichiaro l'evangelo che vi ho annunziato, e che voi avete ricevuto e nel quale state saldi,

15 2 e mediante il quale siete salvati, se ritenete fermamente quella parola che vi ho annunziato, a meno che non abbiate creduto invano.

15 3 Infatti vi ho prima di tutto trasmesso ciò che ho anch'io ricevuto, e cioè che Cristo è morto per i nostri peccati secondo le Scritture,

15 4 che fu sepolto e risuscitò a il terzo giorno secondo le Scritture,

15 5 e che apparve a Cefa e poi ai dodici.

15 6 In seguito apparve in una sola volta a più di cinquecento fratelli, la maggior parte dei quali è ancora in vita, mentre alcuni dormono già.

15 7 Successivamente apparve a Giacomo e poi a tutti gli apostoli insieme.

15 8 Infine, ultimo di tutti, apparve anche a me come all'aborto.

15 9 Io infatti sono il minimo degli apostoli e non sono neppure degno di essere chiamato apostolo, perché ho perseguitato la chiesa di Dio.

15 10 Ma per la grazia di Dio sono quello che sono; e la sua grazia verso di me non è stata vana, anzi ho faticato più di tutti loro non io però, ma la grazia di Dio che è con me.

15 11 Or dunque, sia io che loro, così predichiamo, e così voi avete creduto.

15 12 Ora, se si predica che Cristo è risuscitato dai morti, come mai alcuni di voi dicono che non c'è la risurrezione dei morti?

15 13 Se dunque non c'è la risurrezione dei morti, neppure Cristo è risuscitato.

15 14 Ma se Cristo non è risuscitato, è dunque vana la nostra predicazione ed è vana anche la vostra fede.

15 15 Inoltre noi ci troveremo ad essere falsi testimoni di Dio, poiché abbiamo testimoniato di Dio, che egli ha risuscitato Cristo, mentre non l'avrebbe risuscitato, se veramente i morti non risuscitano.

15 16 Se infatti i morti non risuscitano, neppure Cristo è stato risuscitato;

15 17 ma se Cristo non è stato risuscitato, vana è la vostra fede, voi siete ancora nei vostri peccati,

15 18 e anche quelli che dormono in Cristo sono perduti.

15 19 Se noi speriamo in Cristo solo in questa vita, noi siamo i più miserabili di tutti gli uomini.

15 20 Ma ora Cristo è stato risuscitato dai morti, ed è la primizia di coloro che dormono.

15 21 Infatti, siccome per mezzo di un uomo è venuta la morte, così anche per mezzo di un uomo è venuta la risurrezione dei morti.

15 22 Perché, come tutti muoiono in Adamo, così tutti saranno vivificati in Cristo.

15 23 ma ciascuno nel proprio ordine: Cristo la primizia, poi coloro che sono di Cristo alla sua venuta.

15 24 Poi verrà la fine, quando rimetterà il regno nelle mani di Dio Padre, dopo aver annientato ogni dominio, ogni potestà e potenza.

15 25 Bisogna infatti che egli regni, finché non abbia messo tutti i nemici sotto i suoi piedi.

15 26 L'ultimo nemico che sarà distrutto è la morte.

15 27 Dio infatti ha posto ogni cosa sotto i suoi piedi. Quando però dice che ogni cosa gli è sottoposta, è chiaro che ne è eccettuato colui che gli ha sottoposto ogni cosa.

15 28 E quando ogni cosa gli sarà sottoposta, allora il Figlio sarà anch'egli sottoposto a colui che gli ha sottoposto ogni cosa, affinché Dio sia tutto in tutti.

15 29 Altrimenti che faranno quelli che sono battezzati per i morti? Se i morti non risuscitano affatto, perché dunque sono essi battezzati per i morti?

15 30 Perché siamo anche noi in pericolo ad ogni ora?

15 31 Io muoio ogni giorno per il vanto di voi, che ho in Cristo Gesù nostro Signore.

15 32 Se ho combattuto in Efeso con le fiere per motivi umani, che utile ne ho io? Se i morti non risuscitano, mangiamo e beviamo, perché domani morremo.

15 33 Non vi ingannate; le cattive compagnie corrompono i buoni costumi.

15 34 Ritornate ad essere sobri e retti e non peccate, perché alcuni non hanno conoscenza di Dio; lo dico a vostra vergogna.

15 35 Ma dirà qualcuno: «Come risuscitano i morti, e con quale corpo verranno?».

15 36 Stolto! Quello che tu semini non è vivificato, se prima non muore.

15 37 E quanto a quello che semini, tu non semini il corpo che ha da nascere, ma un granello ignudo, che può essere di frumento o di qualche altro seme.

15 38 E Dio gli dà un corpo come ha stabilito, e a ciascun seme dà il suo proprio corpo.

15 39 Non ogni carne è la stessa carne; ma altra è la carne degli uomini, altra la carne delle bestie, altra la carne dei pesci, altra la carne degli uccelli.

15 40 Vi sono anche dei corpi celesti, e dei corpi terrestri, ma altra è la gloria dei celesti, altra quella dei terrestri.

15 41 Altro è lo splendore del sole, altro lo splendore della luna ed altro lo splendore delle stelle, perché una stella differisce da un'altra stella in splendore.

15 42 Così sarà pure la risurrezione dei morti; il corpo è seminato corruttibile e risuscita incorruttibile.

15 43 E' seminato ignobile e risuscita glorioso; è seminato debole e risuscita pieno di forza.

15 44 E' seminato corpo naturale, e risuscita corpo spirituale. Vi è corpo naturale, e vi è corpo spirituale.

15 45 Così sta anche scritto: «Il primo uomo, Adamo, divenne anima vivente» ma l'ultimo Adamo è Spirito che dà la vita.

15 46 Ma lo spirituale non è prima bensì prima è il naturale, poi lo spirituale.

15 47 Il primo uomo, tratto dalla terra, è terrestre; il secondo uomo, che è il Signore, è dal cielo.

15 48 Qual è il terrestre tali sono anche i terrestri; e qual è il celeste, tali saranno anche i celesti.

15 49 E come abbiamo portato l'immagine del terrestre, porteremo anche l'immagine del celeste.

15 50 Or questo dico, fratelli, che la carne e il sangue non possono ereditare il regno di Dio; similmente la corruzione non eredita l'incorruttibilità.

15 51 Ecco, io vi dico un mistero: non tutti morremo, ma tutti saremo mutati in un momento,

15 52 in un batter d'occhio, al suono dell'ultima tromba; la tromba infatti suonerà, i morti risusciteranno incorruttibili e noi saremo mutati,

15 53 poiché bisogna che questo corruttibile rivesta l'incorruttibilità e questo mortale rivesta l'immortalità.

15 54 Così quando questo corruttibile avrà rivestito l'incorruttibilità e questo mortale avrà rivestito l'immortalità, allora sarà adempiuta la parola che fu scritta: «La morte è stata inghiottita nella vittoria».

15 55 O morte, dov'è il tuo dardo? O inferno, dov'è la tua vittoria?

15 56 Ora il dardo della morte è il peccato, e la forza del peccato è la legge.

15 57 Ma ringraziato sia Dio che ci dà la vittoria per mezzo del Signor nostro Gesù Cristo.

15 58 Perciò, fratelli miei carissimi, state saldi, irremovibili, abbondando del continuo nell'opera del Signore, sapendo che la vostra fatica non è vana nel Signore.

16 1 Ora, quanto alla colletta che si fa per i santi, fate anche voi come ho ordinato alle chiese della Galazia.

16 2 Ogni primo giorno della settimana, ciascuno metta da parte per conto suo ciò che può in base alle sue entrate, affinché non si facciano più collette quando verrò.

16 3 Quando poi sarò giunto, io manderò con delle lettere coloro che voi avrete approvato per portare il vostro generoso dono a Gerusalemme.

16 4 E se converrà che ci vada io stesso, essi verranno con me.

16 5 Or verrò da voi, dopo che sarò passato per la Macedonia, perché attraverserò la Macedonia.

16 6 E forse mi tratterrò presso di voi, o vi passerò addirittura l'inverno, affinché mi facciate proseguire per ogni dove possa andare.

16 7 Questa volta infatti non voglio vedervi solo di passaggio, ma spero di rimanere un po' di tempo presso di voi, se il Signore lo permette.

16 8 Or io resterò in Efeso fino a Pentecoste

16 9 perché mi si è aperta una porta grande ed efficace e vi sono molti avversari.

16 10 Ora, se viene Timoteo, fate in modo che rimanga con voi senza timore, perché si adopera nell'opera del Signore, come faccio io stesso.

16 11 Nessuno dunque lo disprezzi, ma fatelo proseguire in pace per venire da me, perché lo aspetto con i fratelli.

16 12 Ora quanto al fratello Apollo, l'ho molto pregato di venire da voi con i fratelli, ma egli non ha voluto assolutamente venire ora; però verrà quando ne avrà l'opportunità.

16 13 Vegliate, state fermi nella fede, comportatevi virilmente, siate forti.

16 14 Tutte le cose che fate, fatele con amore.

16 15 Ora, fratelli (voi conoscete la famiglia di Stefana e sapete che è primizia dell'Acaia, e che si sono dedicati al servizio dei santi),

16 16 vi esorto a sottomettervi anche voi a tali persone e a chiunque si adopera e si affatica nell'opera comune.

16 17 Or io mi rallegro della venuta di Stefana, di Fortunato e di Acaico, poiché essi hanno supplito alla vostra assenza.

16 18 perché hanno ricreato il mio spirito e il vostro; riconoscete dunque tali persone.

16 19 Le chiese dell'Asia vi salutano Aquila e Priscilla, insieme alla chiesa che è in casa loro, vi salutano molto nel Signore.

16 20 Tutti i fratelli vi salutano; salutatevi gli uni gli altri con un santo bacio.

16 21 Il saluto è di mia propria mano, di me, Paolo.

16 22 Se qualcuno non ama il Signor Gesù Cristo, sia anatema! Maran-atha.

16 23 La grazia del Signore Gesù Cristo sia con voi.

16 24 Il mio amore sia con tutti voi in Cristo Gesù. Amen.