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EPISTOLA agli EBREI

1 1 Dio, dopo aver anticamente parlato molte volte e in svariati modi ai padri per mezzo dei profeti,

1 2 in questi ultimi giorni ha parlato a noi per mezzo di suo Figlio, che egli ha costituito erede di tutte le cose, per mezzo del quale ha anche fatto l'universo.

1 3 Egli, che è lo splendore della sua gloria e l'impronta della sua essenza e che sostiene tutte le cose con la parola della sua potenza, dopo aver egli stesso compiuto l'espiazione dei nostri peccati, si è posto a sedere alla destra della Maestà nell'alto dei cieli,

1 4 ed è diventato tanto superiore agli angeli, quanto più eccellente del loro è il nome che egli ha ereditato.

1 5 Infatti, a quale degli angeli disse mai: «Tu sei mio Figlio, oggi ti ho generato»? E di nuovo: «Io gli sarò Padre, ed egli mi sarà Figlio»?

1 6 E ancora, quando introduce il Primogenito nel mondo, dice: «E lo adorino tutti gli angeli di Dio».

1 7 Ma degli angeli dice: «Dei suoi angeli, fa dei venti, e dei suoi ministri una fiamma di fuoco»;

1 8 del Figlio invece dice: «O Dio, il tuo trono è per i secoli dei secoli, lo scettro del tuo regno è scettro di giustizia.

1 9 Hai amato la giustizia e odiato l'iniquità; perciò Dio, il tuo Dio, ti ha unto con olio di letizia al di sopra dei tuoi compagni».

1 10 E ancora: «Tu, o Signore, nel principio fondasti la terra e i cieli sono opera delle tue mani,

1 11 Essi periranno, ma tu rimani; invecchieranno tutti come un vestito,

1 12 e li avvolgerai come un mantello e saranno cambiati; ma tu sei lo stesso, e i tuoi anni non verranno mai meno».

1 13 E a quale degli angeli disse egli mai, «Siedi alla mia destra, finché io abbia posto i tuoi nemici come sgabello dei tuoi piedi»?

1 14 Non sono essi tutti spiriti servitori, mandati a servire per il bene di coloro che hanno da ereditare la salvezza?

2 1 Perciò bisogna che ci atteniamo maggiormente alle cose udite, che talora non finiamo fuori strada.

2 2 Se infatti la parola pronunziata per mezzo degli angeli fu ferma e ogni trasgressione e disubbidienza ricevette una giusta retribuzione,

2 3 come scamperemo noi, se trascuriamo una così grande salvezza? Questa, dopo essere stata inizialmente annunziata dal Signore, è stata confermata a noi da coloro che l'avevano udita,

2 4 mentre Dio ne rendeva testimonianza con segni e prodigi, con diverse potenti operazioni e con doni dello Spirito Santo distribuiti secondo la sua volontà.

2 5 Infatti non è agli angeli che egli ha sottoposto il mondo a venire, del quale parliamo,

2 6 ma qualcuno ha testimoniato in un certo luogo, dicendo: «Che cosa è l'uomo, perché tu ti ricordi di lui, o il figlio dell'uomo perché lo consideri?

2 7 Tu lo hai fatto per un po' di tempo inferiore agli angeli, tu lo hai coronato di gloria e di onore e lo hai costituito sopra le opere delle tue mani;

2 8 tu gli hai posto tutte le cose sotto i piedi». Infatti, nel sottoporgli tutte le cose non ha lasciato nulla che non gli fosse sottoposto. Tuttavia al presente non vediamo ancora che tutte le cose gli sono sottoposte,

2 9 ma vediamo coronato di gloria e d'onore per la morte che sofferse, Gesù, che è stato fatto per un po' di tempo inferiore agli angeli, affinché per la grazia di Dio gustasse la morte per tutti.

2 10 Conveniva infatti a colui, per il quale e per mezzo del quale sono tutte le cose, nel portare molti figli alla gloria, di rendere perfetto per mezzo di sofferenze l'autore della salvezza.

2 11 Infatti colui che santifica e quelli che sono santificati provengono tutti da uno per questo motivo egli non si vergogna di chiamarli fratelli,

2 12 dicendo «Farò conoscere il tuo nome ai miei fratelli, io ti celebrerò in mezzo all'assemblea».

2 13 E di nuovo: «Io confiderò in lui». E ancora: «Ecco me e i figli che Dio mi ha dato».

2 14 Poiché dunque i figli hanno in comune la carne e il sangue, similmente anch'egli ebbe in comune le stesse cose, per distruggere, mediante la sua morte colui che ha l'impero della morte, cioè il diavolo,

2 15 e liberare tutti quelli che per timore della morte erano tenuti in schiavitù per tutta la loro vita.

2 16 Infatti egli non si prende cura degli angeli, ma si prende cura della progenie di Abrahamo.

2 17 Egli doveva perciò essere in ogni cosa reso simile ai fratelli, perché potesse essere un misericordioso e fedele sommo sacerdote nelle cose che riguardano Dio, per fare l'espiazione dei peccati del popolo.

2 18 Infatti, poiché egli stesso ha sofferto quando è stato tentato, può venire in aiuto di coloro che sono tentati.

3 1 Perciò, fratelli santi, che siete partecipi della celeste vocazione, considerate l'apostolo e il sommo sacerdote della nostra confessione di fede, Gesù Cristo,

3 2 che è fedele a colui che lo ha costituito, come lo fu anche Mosè in tutta la sua casa.

3 3 Infatti Gesù è stato ritenuto degno di una gloria tanto più grande di quella di Mosè, quanto maggior gloria ha colui che ha fabbricato una casa della casa stessa.

3 4 Ora ogni casa è costruita da qualcuno, ma colui che ha fatto tutte le cose è Dio

3 5 E Mosè fu veramente fedele nella casa di Dio come servo, per testimoniare delle cose che dovevano essere dette,

3 6 ma Cristo, come Figlio, lo è sopra la propria casa e la sua casa siamo noi, se riteniamo ferma fino alla fine la franchezza e il vanto della speranza.

3 7 Perciò, come dice lo Spirito Santo: «Oggi, se udite la sua voce,

3 8 non indurite i vostri cuori come nella provocazione, nel giorno della tentazione nel deserto,

3 9 dove i vostri padri mi tentarono mettendomi alla prova, pur avendo visto per quarant'anni le mie opere.

3 10 Perciò mi sdegnai con quella generazione e dissi: Errano sempre col cuore e non hanno conosciuto le mie vie;

3 11 così giurai nella mia ira: Non entreranno nel mio riposo».

3 12 State attenti, fratelli, che talora non vi sia in alcuno di voi un malvagio cuore incredulo, che si allontani dal Dio vivente,

3 13 ma esortatevi a vicenda ogni giorno, finché si dice: Oggi perché nessuno di voi sia indurito per l'inganno del peccato.

3 14 Noi infatti siamo divenuti partecipi di Cristo, a condizione che riteniamo ferma fino alla fine la fiducia che avevamo al principio,

3 15 mentre ci è detto: «Oggi, se udite la sua voce, non indurite i vostri cuori come nella provocazione».

3 16 Chi furono infatti quelli che, avendola udita, lo provocarono? Non furono tutti quelli che erano usciti dall'Egitto per mezzo di Mosè?

3 17 Ora chi furono coloro coi quali si sdegnò per quarant'anni? Non furono coloro che peccarono, i cui cadaveri caddero nel deserto?

3 18 E a chi giurò che non sarebbero entrati nel suo riposo, se non a quelli che furono disubbidienti?

3 19 Or noi vediamo che non vi poterono entrare per l'incredulità.

4 1 Perciò, poiché rimane ancora una promessa di entrare nel suo riposo, abbiamo timore perché qualcuno di voi non ne resti escluso.

4 2 Infatti a noi come pure a loro è stata annunziata la buona novella, ma la parola della predicazione non giovò loro nulla, non essendo stata congiunta alla fede in coloro che l'avevano udita.

4 3 Noi infatti, che abbiamo creduto, entriamo nel riposo come egli disse: «Così giurai nella mia ira: Non entreranno nel mio riposo». E così disse, sebbene le sue opere fossero terminate fin dalla fondazione del mondo.

4 4 In qualche luogo infatti, a proposito del settimo giorno, egli disse così: «E Dio si riposò nel settimo giorno da tutte le sue opere»;

4 5 e ancora in questo passo: «Non entreranno nel mio riposo».

4 6 Poiché dunque rimane per alcuni di entrarvi, mentre quelli a cui prima fu annunziata la buona novella non vi entrarono a motivo della loro incredulità,

4 7 egli determina di nuovo un giorno: Oggi dicendo dopo tanto tempo, come è stato detto prima per mezzo di Davide: «Oggi, se udite la sua voce, non indurite i vostri cuori».

4 8 Perché, se Giosuè avesse dato loro riposo, Dio non avrebbe in seguito parlato di un altro giorno.

4 9 Resta dunque un riposo di sabato per il popolo di Dio.

4 10 Chi infatti è entrato nel suo riposo, si è riposato anch'egli dalle proprie opere, come Dio dalle sue.

4 11 Diamoci da fare dunque per entrare in quel riposo, affinché nessuno cada seguendo lo stesso esempio di disubbidienza,

4 12 La parola di Dio infatti è vivente ed efficace, più affilata di qualunque spada a due tagli e penetra fino alla divisione dell'anima e dello spirito, delle giunture e delle midolla, ed è in grado di giudicare i pensieri e le intenzioni del cuore.

4 13 E non vi è alcuna creatura nascosta davanti a lui, ma tutte le cose sono nude e scoperte agli occhi di colui al quale dobbiamo rendere conto.

4 14 Avendo dunque un gran sommo sacerdote che è passato attraverso i cieli, Gesù, il Figlio di Dio, riteniamo fermamente la nostra confessione di fede.

4 15 Infatti, noi non abbiamo un sommo sacerdote che non possa simpatizzare con le nostre infermità, ma uno che è stato tentato in ogni cosa come noi, senza però commettere peccato.

4 16 Accostiamoci dunque con piena fiducia al trono della grazia, affinché otteniamo misericordia e troviamo grazia per ricevere aiuto al tempo opportuno.

5 1 Infatti ogni sommo sacerdote, preso fra gli uomini, è costituito per gli uomini nelle cose che riguardano Dio, per offrire doni e sacrifici per i peccati;

5 2 così egli può usare compassione verso gli ignoranti e gli erranti, poiché è circondato anch'egli di debolezza,

5 3 e a motivo di questa è obbligato ad offrire sacrifici per i peccati, tanto per se stesso che per il popolo.

5 4 E nessuno si prende da se stesso questo onore, ma lo riceve colui che è chiamato da Dio, come Aaronne.

5 5 Così anche Cristo non si prese da sé la gloria di diventare sommo sacerdote, ma la ricevette da colui che gli disse: «Tu sei mio Figlio, oggi io ti ho generato»,

5 6 e altrove dice: «Tu sei sacerdote in eterno, secondo l'ordine di Melchisedek»

5 7 Nei giorni della sua carne, con grandi grida e lacrime, egli offrì preghiere e supplicazioni a colui che lo poteva salvare dalla morte, e fu esaudito a motivo del suo timore di Dio.

5 8 Benché fosse Figlio, imparò l'ubbidienza dalle cose che soffrì,

5 9 e, reso perfetto, divenne autore di salvezza eterna per tutti coloro che gli ubbidiscono,

5 10 essendo da Dio proclamato sommo sacerdote, secondo l'ordine di Melchisedek,

5 11 nei riguardi del quale avremmo molte cose da dire, ma difficili da spiegare, perché voi siete diventati lenti a capire.

5 12 Infatti, mentre a quest'ora dovreste essere maestri, avete di nuovo bisogno che vi s'insegnino i primi elementi degli oracoli di Dio, e siete giunti al punto di aver bisogno di latte e non di cibo solido.

5 13 Chiunque infatti usa il latte non ha esperienza della parola di giustizia, perché è ancora un bambino;

5 14 il cibo solido invece è per gli adulti, che per l'esperienza hanno le facoltà esercitate a discernere il bene dal male.

6 1 Perciò, lasciando l'insegnamento elementare su Cristo, tendiamo alla perfezione, senza porre di nuovo il fondamento del ravvedimento dalle opere morte e della fede in Dio,

6 2 della dottrina dei battesimi, dell'imposizione delle mani, della risurrezione dei morti e del giudizio eterno;

6 3 e ciò faremo, se Dio lo permette.

6 4 Quelli infatti che sono stati una volta illuminati, hanno gustato il dono celeste, sono stati fatti partecipi dello Spirito Santo

6 5 e hanno gustato la buona parola di Dio e le potenze del mondo a venire

6 6 se cadono, è impossibile riportarli un'altra volta al ravvedimento, poiché per conto loro crocifiggono nuovamente il Figlio di Dio e lo espongono a infamia.

6 7 Infatti la terra, che beve la pioggia che spesso cade su di essa e produce erbe utili per quelli che la coltivano, riceve benedizione da Dio;

6 8 ma se produce spine e triboli, è riprovata e vicina ad essere maledetta, e finirà per essere arsa.

6 9 Ora, carissimi, anche se parliamo così, riguardo a voi siamo convinti di cose migliori e che riguardano la salvezza;

6 10 Dio infatti non è ingiusto da dimenticare l'opera vostra e la fatica d'amore che avete mostrato per il suo nome, con i servizi che avete reso e rendete tuttora ai santi.

6 11 E desideriamo che ciascuno di voi mostri fino alla fine il medesimo zelo per giungere alla piena certezza della speranza,

6 12 affinché non diventiate pigri, ma siate imitatori di coloro che mediante fede e pazienza ereditano le promesse.

6 13 Quando Dio infatti fece la promessa ad Abrahamo, siccome non poteva giurare per nessuno maggiore, giurò per se stesso,

6 14 dicendo «Certo, ti benedirò e ti moltiplicherò grandemente».

6 15 E così, Abrahamo, avendo aspettato con pazienza, ottenne la promessa.

6 16 Gli uomini infatti ben giurano per uno maggiore, e così per loro il giuramento è la garanzia che pone termine ad ogni contestazione.

6 17 Così Dio, volendo dimostrare agli eredi della promessa più chiaramente l'immutabilità del suo consiglio, intervenne con un giuramento

6 18 affinché per mezzo di due cose immutabili, nelle quali è impossibile che Dio abbia mentito, avessimo un grande incoraggiamento noi, che abbiamo cercato rifugio nell'afferrare saldamente la speranza che ci è stata messa davanti.

6 19 Questa speranza che noi abbiamo è come un'ancora sicura e ferma della nostra vita, e che penetra fin nell'interno del velo.

6 20 dove Gesù è entrato come precursore per noi essendo divenuto sommo sacerdote in eterno secondo l'ordine di Melchisedek.

7 1 Infatti questo Melchisedek, re di Salem e sacerdote del Dio Altissimo andò incontro ad Abrahamo, mentre ritornava dalla sconfitta dei re e lo benedisse;

7 2 a lui Abrahamo diede anche la decima di ogni cosa. Il suo nome significa innanzitutto "re di giustizia" e poi anche "re di Salem" cioè "re di pace".

7 3 Senza padre, senza madre, senza genealogia, senza principio di giorni né fine di vita, ma fatto simile al Figlio di Dio egli rimane sacerdote in eterno.

7 4 Considerate pertanto quanto fosse grande costui, al quale il patriarca Abrahamo diede la decima del bottino.

7 5 Ora quelli dei figli di Levi, che conseguono il sacerdozio, hanno per legge il mandato di riscuotere la decima dal popolo cioè dai loro fratelli, benché essi pure siano usciti dai lombi di Abrahamo;

7 6 costui invece, Melchisedek, pur non derivando la sua discendenza da loro, ricevette la decima da Abrahamo e benedisse colui che aveva le promesse.

7 7 Ora, senza alcuna contraddizione l'inferiore è benedetto dal superiore.

7 8 Inoltre quelli che qui ricevono le decime sono uomini mortali, là invece le riceve colui di cui è testimoniato che vive.

7 9 E per così dire, lo stesso Levi, che riceve le decime, fu sottoposto alla decima in Abrahamo;

7 10 egli infatti si trovava ancora nei lombi del padre, quando Melchisedek gli andò incontro.

7 11 Se dunque ci fosse stata la perfezione mediante il sacerdozio levitico (perché sotto quello fu data la legge al popolo), che bisogno c'era che sorgesse un altro sacerdote secondo l'ordine di Melchisedek, e non designato invece secondo l'ordine di Aaronne?

7 12 Infatti, se viene cambiato il sacerdozio, avviene necessariamente anche un cambiamento di legge.

7 13 Ora colui del quale si dicono queste cose appartiene ad un'altra tribù, di cui nessuno ha mai servito all'altare;

7 14 è noto infatti che il nostro Signore è uscito da Giuda, in riferimento a cui Mosè non disse nulla riguardo al sacerdozio.

7 15 E la cosa è ancora più evidente, se sorge un altro sacerdote a somiglianza di Melchisedek

7 16 che non è diventato tale per una legge di prescrizioni carnali, ma per la potenza di una vita indissolubile.

7 17 Infatti la Scrittura afferma: «Tu sei sacerdote in eterno, secondo l'ordine di Melchisedek».

7 18 Si ha così l'annullamento del comandamento precedente, a motivo della sua debolezza e inutilità,

7 19 la legge infatti non ha portato nulla a compimento, è l'introduzione di una migliore speranza, mediante la quale ci accostiamo a Dio.

7 20 Inoltre ciò non è avvenuto senza giuramento. Quelli infatti diventavano sacerdoti senza giuramento,

7 21 (ma costui con giuramento da parte di colui che gli ha detto: «Il Signore ha giurato e non si pentirà: Tu sei sacerdote in eterno, secondo l'ordine di Melchisedek»).

7 22 Per questo Gesù è diventato garante di un patto molto migliore.

7 23 Inoltre quelli erano fatti sacerdoti in gran numero, perché la morte impediva loro di durare,

7 24 ma costui, perché dimora in eterno, ha un sacerdozio che non passa ad alcun altro,

7 25 per cui egli può anche salvare appieno coloro che per mezzo suo si accostano a Dio, vivendo egli sempre per intercedere per loro.

7 26 A noi infatti occorreva un tale sommo sacerdote, che fosse santo, innocente, immacolato, separato dai peccatori ed elevato al di sopra dei cieli,

7 27 che non ha bisogno ogni giorno, come quei sommi sacerdoti, di offrire sacrifici prima per i propri peccati e poi per quelli del popolo, poiché egli ha fatto questo una volta per tutte, quando offerse se stesso.

7 28 La legge infatti costituisce come sommi sacerdoti uomini soggetti a debolezza, ma la parola del giuramento, che viene dopo la legge, costituisce il Figlio reso perfetto in eterno.

8 1 Ora il punto essenziale delle cose che stiamo dicendo è questo: noi abbiamo un sommo sacerdote così grande, che si è posto a sedere alla destra del trono della Maestà nei cieli,

8 2 ministro del santuario e del vero tabernacolo, che ha eretto il Signore e non un uomo.

8 3 Infatti ogni sommo sacerdote è costituito per offrire doni e sacrifici; per cui è necessario che anche costui abbia qualche cosa da offrire.

8 4 Ora, se egli fosse sulla terra, non sarebbe neppure sacerdote, perché vi sono già i sacerdoti che offrono i doni secondo la legge

8 5 i quali servono di esempio ed ombra delle cose celesti, come fu detto da Dio a Mosè, quando stava per costruire il tabernacolo: «Guarda», egli disse, «di fare ogni cosa secondo il modello che ti è stato mostrato sul monte».

8 6 Ma ora Cristo ha ottenuto un ministero tanto più eccellente in quanto egli è mediatore di un patto migliore, fondato su migliori promesse,

8 7 perché, se quel primo patto fosse stato senza difetto, non sarebbe stato necessario stabilirne un altro.

8 8 Dio infatti, rimproverandoli, dice: «Ecco, vengono i giorni che io concluderò con la casa d'Israele e con la casa di Giuda un nuovo patto,

8 9 non come il patto che feci con i loro padri, nel giorno che li presi per mano per condurli fuori dal paese di Egitto, perché essi non sono rimasti fedeli al mio patto, ed io li ho rigettati, dice il Signore.

8 10 Questo dunque sarà il patto che farò con la casa d'Israele dopo quei giorni, dice il Signore, io porrò le mie leggi nella loro mente e le scriverò nei loro cuori; e sarò il loro Dio, ed essi saranno il mio popolo.

8 11 E nessuno istruirà più il suo prossimo e nessuno il proprio fratello, dicendo: Conosci il Signore! Poiché tutti mi conosceranno, dal più piccolo al più grande di loro,

8 12 perché io avrò misericordia delle loro iniquità e non mi ricorderò più dei loro peccati e dei loro misfatti».

8 13 Dicendo "un nuovo patto" egli ha reso antico il primo, or quello che diventa antico ed invecchia, è vicino ad essere annullato.

9 1 Certamente anche il primo patto ebbe degli ordinamenti per il servizio divino e per il santuario terreno.

9 2 Infatti fu costruito un primo tabernacolo in cui vi erano il candelabro la tavola e i pani della presentazione; esso è chiamato: "Il luogo santo".

9 3 Dietro il secondo velo c'era il tabernacolo, detto: "Il luogo santissimo",

9 4 che conteneva un turibolo d'oro e l'arca del patto tutta ricoperta d'oro, nella quale si trovava un vaso d'oro contenente la manna, la verga di Aaronne che era germogliata e le tavole del patto.

9 5 E sopra l'arca vi erano i cherubini della gloria che adombravano il propiziatorio; di queste cose non possiamo parlarne ora dettagliatamente.

9 6 Or essendo queste cose disposte così, i sacerdoti entravano continuamente nel primo tabernacolo, per compiere il servizio divino;

9 7 ma nel secondo entrava soltanto il sommo sacerdote una volta all'anno, non senza sangue, che egli offriva per se stesso, e per i peccati d'ignoranza del popolo.

9 8 Lo Spirito Santo voleva così dimostrare che la via del santuario non era ancora resa manifesta, mentre sussisteva ancora il primo tabernacolo,

9 9 il quale è una figura per il tempo presente, e voleva indicare che i doni e i sacrifici offerti non potevano rendere perfetto nella coscienza colui che faceva il servizio divino,

9 10 trattandosi solo di cibi, di bevande, di varie abluzioni e di ordinamenti carnali, imposti fino al tempo del cambiamento.

9 11 Ma Cristo, essendo venuto come sommo sacerdote dei beni futuri, attraverso un tabernacolo più grande e più perfetto non fatto da mano d'uomo, cioè non di questa creazione,

9 12 entrò una volta per sempre nel santuario, non con sangue di capri e di vitelli, ma col proprio sangue, avendo acquistato una redenzione eterna.

9 13 Infatti, se il sangue dei tori e dei capri e la cenere di una giovenca aspersi sopra i contaminati li santifica, purificandoli nella carne,

9 14 quanto più il sangue di Cristo, che mediante lo Spirito eterno offerse se stesso puro di ogni colpa a Dio, purificherà la vostra coscienza dalle opere morte per servire il Dio vivente!

9 15 E perciò egli è il mediatore del nuovo patto affinché, essendo intervenuta la morte per il riscatto dalle trasgressioni commesse sotto il primo patto, i chiamati ricevano la promessa dell'eterna eredità.

9 16 Poiché dove c'è un testamento, ci deve essere necessariamente anche la morte del testatore.

9 17 Il testamento infatti è valido solo dopo la morte di qualcuno, perché non ha alcuna forza mentre vive ancora il testatore.

9 18 Per questo neppure il primo fu inaugurato senza sangue.

9 19 Infatti, quando tutti i comandamenti secondo la legge furono proclamati da Mosè a tutto il popolo, egli, preso il sangue dei vitelli e dei capri, con acqua, lana scarlatta e issopo, asperse il libro stesso e tutto il popolo,

9 20 dicendo «Questo è il sangue del patto che Dio ha ordinato per voi».

9 21 Parimenti con quel sangue egli asperse pure il tabernacolo e tutti gli arredi del servizio divino.

9 22 E, secondo la legge, quasi tutte le cose sono purificate col sangue; e senza spargimento di sangue non c'è perdono dei peccati.

9 23 Era dunque necessario che i modelli delle cose celesti fossero purificati con queste cose; ma le cose celesti stesse lo dovevano essere con sacrifici più eccellenti di questi.

9 24 Cristo infatti non è entrato in un santuario fatto da mani d'uomo, figura delle cose vere, ma nel cielo stesso per comparire ora davanti alla presenza di Dio per noi,

9 25 e non per offrire se stesso più volte, come il sommo sacerdote che entra ogni anno nel santuario con sangue, non suo.

9 26 altrimenti egli avrebbe dovuto soffrire più volte dalla fondazione del mondo; ma ora, una sola volta, alla fine delle età, Cristo è stato manifestato per annullare il peccato mediante il sacrificio di se stesso.

9 27 E come è stabilito che gli uomini muoiano una sola volta, e dopo ciò viene il giudizio,

9 28 così anche Cristo, dopo essere stato offerto una sola volta per prendere su di sé i peccati di molti, apparirà una seconda volta senza peccato a coloro che lo aspettano per la salvezza.

10 1 La legge infatti, avendo solo l'ombra dei beni futuri e non la realtà stessa delle cose, non può mai rendere perfetti quelli che si accostano a Dio con gli stessi sacrifici che vengono offerti continuamente, anno dopo anno.

10 2 Altrimenti si sarebbe cessato di offrirli, perché gli adoratori, una volta purificati, non avrebbero avuto più alcuna coscienza dei peccati.

10 3 In quei sacrifici invece si rinnova ogni anno il ricordo dei peccati,

10 4 poiché è impossibile che il sangue di tori e di capri tolga i peccati.

10 5 Perciò, entrando nel mondo, egli dice: «Tu non hai voluto né sacrificio né offerta, ma mi hai preparato un corpo;

10 6 tu non hai gradito né olocausti né sacrifici per il peccato.

10 7 Allora io ho detto: Ecco, io vengo nel rotolo del libro è scritto di me; io vengo per fare, o Dio, la tua volontà.

10 8 Dopo aver detto: «Tu non hai voluto e non hai gradito né sacrificio né offerta né olocausti né sacrifici per il peccato, che sono offerti secondo la legge»,

10 9 egli aggiunge: «Ecco, io vengo per fare, o Dio, la tua volontà». Egli toglie il primo, per stabilire il secondo.

10 10 Per mezzo di questa volontà, noi siamo santificati mediante l'offerta del corpo di Gesù Cristo, fatta una volta per sempre.

10 11 E, mentre ogni sacerdote è in piedi ogni giorno ministrando e offrendo spesse volte i medesimi sacrifici, che non possono mai togliere i peccati,

10 12 egli invece, dopo aver offerto per sempre un unico sacrificio per i peccati, si è posto a sedere alla destra di Dio,

10 13 aspettando ormai soltanto che i suoi nemici siano posti come sgabello dei suoi piedi,

10 14 Con un'unica offerta, infatti, egli ha reso perfetti per sempre coloro che sono santificati.

10 15 E ce ne rende testimonianza anche lo Spirito Santo; infatti dopo aver detto:

10 16 «Questo è il patto, che farò con loro dopo quei giorni, dice il Signore, io metterò le mie leggi nei loro cuori e le scriverò nelle loro menti»,

10 17 aggiunge: «E non mi ricorderò più dei loro peccati e delle loro iniquità».

10 18 Ora, dove c'è il perdono di queste cose, non c'è più offerta per il peccato.

10 19 Avendo dunque, fratelli, libertà di entrare nel santuario, in virtù del sangue di Gesù,

10 20 che è la via recente e vivente che egli ha inaugurato per noi attraverso il velo, cioè la sua carne,

10 21 e avendo un sommo sacerdote sopra la casa di Dio,

10 22 accostiamoci con cuore sincero, in piena certezza di fede, avendo i cuori aspersi per purificarli da una cattiva coscienza e il corpo lavato con acqua pura.

10 23 Riteniamo ferma la confessione della nostra speranza, perché è fedele colui che ha fatto le promesse.

10 24 E consideriamo gli uni gli altri, per incitarci ad amore e a buone opere,

10 25 non abbandonando il radunarsi assieme di noi come alcuni hanno l'abitudine di fare, ma esortandoci a vicenda, tanto più che vedete approssimarsi il giorno.

10 26 Infatti, se noi pecchiamo volontariamente dopo aver ricevuto la conoscenza della verità, non rimane più alcun sacrificio per i peccati,

10 27 ma soltanto una spaventosa attesa di giudizio e un ardore di fuoco che divorerà gli avversari.

10 28 Chiunque trasgredisce la legge di Mosè muore senza misericordia sulla parola di due o tre testimoni.

10 29 Quale peggiore castigo pensate voi merita colui che ha calpestato il Figlio di Dio e ha considerato profano il sangue del patto col quale è stato santificato, e ha oltraggiato lo Spirito della grazia?

10 30 Noi infatti conosciamo colui che ha detto: «A me appartiene la vendetta, io darò la retribuzione», dice il Signore. E altrove: «Il Signore giudicherà il suo popolo».

10 31 E' cosa spaventevole cadere nelle mani del Dio vivente.

10 32 Ora ricordatevi dei giorni passati nei quali, dopo essere stati illuminati, avete sostenuto una grande lotta di sofferenza,

10 33 talvolta esposti a oltraggi e tribolazioni, altre volte facendovi solidali con coloro che venivano trattati in questo modo.

10 34 Infatti avete anche sofferto con me nelle mie catene e avete accettato con gioia di essere spogliati dei vostri beni, sapendo di avere per voi dei beni migliori e permanenti nei cieli.

10 35 Non gettate via dunque la vostra franchezza, alla quale è riservata una grande ricompensa.

10 36 Avete infatti bisogno di perseveranza affinché, fatta la volontà di Dio otteniate ciò che vi è stato promesso.

10 37 «Ancora un brevissimo tempo, e colui che deve venire verrà e non tarderà.

10 38 E il giusto vivrà per fede, ma se si tira indietro l'anima mia non lo gradisce».

10 39 Ma noi non siamo di quelli che si tirano indietro a loro perdizione, ma di quelli che credono per la salvezza dell'anima.

11 1 Or la fede è certezza di cose che si sperano, dimostrazione di cose che non si vedono;

11 2 infatti per mezzo di essa gli antichi ricevettero testimonianza.

11 3 Per fede intendiamo che l'universo è stato formato per mezzo della parola di Dio, sì che le cose che si vedono non vennero all'esistenza da cose apparenti.

11 4 Per fede Abele offrì a Dio un sacrificio più eccellente di quello di Caino; per essa egli ricevette la testimonianza che era giusto, quando Dio attestò di gradire le sue offerte; e per mezzo di essa benché morto, egli parla ancora.

11 5 Per fede Enok fu trasferito in cielo perché non vedesse la morte, e non fu più trovato perché Dio lo aveva trasferito; prima infatti di essere portato via, egli ricevette la testimonianza che era piaciuto a Dio.

11 6 Ora senza fede è impossibile piacergli, perché chi si accosta a Dio deve credere che egli è, e che egli è il rimuneratore di quelli che lo cercano.

11 7 Per fede Noè, avvertito divinamente di cose che ancora non si vedevano e mosso da santo timore, preparò per la salvezza della sua famiglia l'arca, mediante la quale condannò il mondo e divenne erede della giustizia che si ottiene mediante la fede.

11 8 Per fede Abrahamo, quando fu chiamato, ubbidì per andarsene verso il luogo che doveva ricevere in eredità; e partì non sapendo dove andava.

11 9 Per fede Abrahamo dimorò nella terra promessa, come in paese straniero, abitando in tende con Isacco e Giacobbe, eredi con lui della stessa promessa,

11 10 perché aspettava la città che ha i fondamenti, il cui architetto e costruttore è Dio.

11 11 Per fede anche Sara stessa, benché avesse oltrepassato l'età, ricevette forza per concepire il seme e partorì perché ritenne fedele colui che aveva fatto la promessa.

11 12 Perciò da un sol uomo, e questi come fosse morto, sono nati discendenti numerosi come le stelle del cielo e come la sabbia lungo la riva del mare, che non si può contare.

11 13 Tutti costoro sono morti nella fede, senza aver ricevuto le cose promesse ma, vedutele da lontano, essi ne furono persuasi e le accolsero con gioia, confessando di essere forestieri e pellegrini sulla terra.

11 14 Coloro infatti che dicono tali cose dimostrano che cercano una patria.

11 15 E se avessero veramente avuto in mente quella da cui erano usciti, avrebbero avuto il tempo per ritornarvi.

11 16 Ma ora ne desiderano una migliore, cioè quella celeste; perciò Dio non si vergogna di essere chiamato il loro Dio, perché ha preparato loro una città.

11 17 Per fede Abrahamo, messo alla prova, offrì Isacco e colui che aveva ricevuto le promesse offrì il suo unigenito

11 18 anche se Dio gli aveva detto «In Isacco avrai una discendenza che porterà il tuo nome»,

11 19 perché Abrahamo riteneva che Dio era potente da risuscitarlo anche dai morti; per cui lo riebbe come per una specie di risurrezione.

11 20 Per fede Isacco benedisse Giacobbe ed Esaù, riguardo a cose future.

11 21 Per fede Giacobbe, morente, benedisse ciascuno dei figli di Giuseppe e adorò, appoggiato alla sommità del suo bastone.

11 22 Per fede Giuseppe, quando stava per morire, fece menzione dell'esodo dei figli d'Israele e diede ordini riguardo alle sue ossa.

11 23 Per fede Mosè, quando nacque, fu nascosto per tre mesi dai suoi genitori, perché essi videro che il bambino era bello e non temettero l'ordine del re.

11 24 Per fede Mosè, divenuto adulto, rifiutò di essere chiamato figlio della figlia del Faraone

11 25 scegliendo piuttosto di essere maltrattato col popolo di Dio che di godere per breve tempo i piaceri del peccato,

11 26 stimando il vituperio di Cristo ricchezza maggiore dei tesori di Egitto, perché aveva lo sguardo rivolto alla ricompensa.

11 27 Per fede lasciò l'Egitto senza temere l'ira del re, perché rimase fermo come se vedesse colui che è invisibile.

11 28 Per fede celebrò la Pasqua e fece l'aspersione del sangue, affinché colui che distruggeva i primogeniti non toccasse quelli d'Israele.

11 29 Per fede passarono il Mar Rosso come se attraversassero una terra asciutta, quando invece gli Egiziani tentarono di fare ciò, furono inghiottiti.

11 30 Per fede caddero le mura di Gerico, dopo che vi avevano girato attorno per sette giorni.

11 31 Per fede Rahab, la prostituta, non perì con gli increduli, perché aveva accolto in pace le spie.

11 32 E che dirò di più? Infatti mi mancherebbe il tempo se volessi raccontare di Gedeone, di Barak, di Sansone, di Iefte, di Davide, di Samuele e dei profeti,

11 33 i quali per fede vinsero regni, praticarono la giustizia, conseguirono le promesse, turarono le gole dei leoni,

11 34 spensero la forza del fuoco, scamparono al taglio della spada, trassero forza dalla debolezza, divennero forti in guerra, misero in fuga gli eserciti stranieri.

11 35 Le donne riebbero per risurrezione i loro morti altri invece furono distesi sulla ruota e martoriati, non accettando la liberazione, per ottenere una migliore risurrezione.

11 36 Altri ancora subirono scherni e flagelli, e anche catene e prigionia.

11 37 Furono lapidati, segati, tentati, morirono uccisi di spada, andarono in giro coperti di pelli di pecora e di capra, bisognosi, afflitti, maltrattati

11 38 (il mondo non era degno di loro), erranti per deserti e monti, in spelonche e grotte della terra.

11 39 Eppure tutti costoro, pur avendo avuto buona testimonianza mediante la fede, non ottennero la promessa,

11 40 perché Dio aveva provveduto per noi qualcosa di meglio, affinché essi non giungessero alla perfezione senza di noi.

12 1 Anche noi dunque, essendo circondati da un così gran numero di testimoni, deposto ogni peso e il peccato che ci sta sempre attorno allettandoci, corriamo con perseveranza la gara che ci è posta davanti,

12 2 tenendo gli occhi su Gesù, autore e compitore della nostra fede, il quale, per la gioia che gli era posta davanti, soffrì la croce disprezzando il vituperio e si è posto a sedere alla destra del trono di Dio.

12 3 Ora considerate colui che sopportò una tale opposizione contro di sé da parte dei peccatori, affinché non vi stanchiate e veniate meno.

12 4 Voi non avete ancora resistito fino al sangue, combattendo contro il peccato,

12 5 e avete dimenticato l'esortazione che si rivolge a voi come a figli: «Figlio mio, non disprezzare la correzione del Signore e non perderti d'animo quando sei da lui ripreso,

12 6 perché il Signore corregge chi ama e flagella ogni figlio che gradisce».

12 7 Se voi sostenete la correzione, Dio vi tratta come figli; qual è infatti il figlio che il padre non corregga?

12 8 Ma se rimanete senza correzione, di cui tutti hanno avuta la parte loro, allora siete dei bastardi e non dei figli.

12 9 Inoltre ben abbiamo avuto per correttori i nostri padri secondo la carne e li abbiamo rispettati; non ci sottometteremo molto di più ora al Padre degli spiriti, per vivere?

12 10 Costoro infatti ci corressero per pochi giorni, come sembrava loro bene, ma egli ci corregge per il nostro bene affinché siamo partecipi della sua santità.

12 11 Ogni correzione infatti, sul momento, non sembra essere motivo di gioia ma di tristezza; dopo però rende un pacifico frutto di giustizia a quelli che sono stati esercitati per mezzo suo.

12 12 Perciò rinfrancate le mani cadenti e le ginocchia vacillanti,

12 13 e fate dei sentieri diritti per i vostri piedi, affinché l'arto zoppo non divenga slogato, ma sia piuttosto risanato.

12 14 Procacciate la pace con tutti e la santificazione, senza la quale nessuno vedrà il Signore,

12 15 badando bene che nessuno rimanga privo della grazia di Dio e che non spunti alcuna radice di amarezza, che vi dia molestia e attraverso la quale molti vengano contaminati;

12 16 e non vi sia alcun fornicatore o profano, come Esaù, che per una vivanda vendette il suo diritto di primogenitura.

12 17 Voi infatti sapete che in seguito, quando egli volle ereditare la benedizione, fu respinto, benché la richiedesse con lacrime, perché non trovò luogo a pentimento.

12 18 Voi infatti non vi siete accostati al monte che si poteva toccare con la mano e che ardeva col fuoco, né alla caligine, né alle tenebre, né alla tempesta,

12 19 né allo squillo di tromba, né al suono di parole, che quelli che l'udirono richiesero che non fosse più rivolta loro alcuna parola,

12 20 perché non potevano sopportare il comando dato: «Quand'anche una bestia tocca il monte, sia lapidata o uccisa con frecce»;

12 21 e tanto spaventevole era ciò che si vedeva che Mosè disse: «Io sono tutto spaventato e tremante».

12 22 Ma voi vi siete accostati al monte Sion e alla città del Dio vivente, che è la Gerusalemme celeste e a miriadi di angeli,

12 23 all'assemblea universale e alla chiesa dei primogeniti che sono scritti nei cieli, a Dio, il giudice di tutti, agli spiriti dei giusti resi perfetti,

12 24 e a Gesù, il mediatore del nuovo patto, e al sangue dell'aspersione, che dice cose migliori di quello di Abele.

12 25 Guardate di non rifiutare colui che parla, perché se non scamparono quelli che rifiutarono di ascoltare colui che promulgava gli oracoli sulla terra, quanto meno scamperemo noi, se rifiutiamo di ascoltare colui che parla dal cielo,

12 26 la cui voce scosse allora la terra, ma che ora ha fatto questa promessa, dicendo: «Ancora una volta io scuoterò non solo la terra, ma anche il cielo».

12 27 Or questo "ancora una volta" sta ad indicare la rimozione delle cose scosse come di cose che sono fatte, affinché rimangano quelle che non sono scosse.

12 28 Perciò, ricevendo il regno che non può essere scosso, mostriamo gratitudine, mediante la quale serviamo Dio in modo accettevole, con riverenza e timore,

12 29 perché il nostro Dio è anche un fuoco consumante.

13 1 Continuate nell'amore fraterno.

13 2 Non dimenticate l'ospitalità, perché alcuni, praticandola, hanno ospitato senza saperlo degli angeli.

13 3 Ricordatevi dei carcerati come se foste loro compagni e di quelli che sono maltrattati, sapendo che anche voi siete nel corpo.

13 4 Sia il matrimonio tenuto in onore da tutti e il letto coniugale sia incontaminato, poiché Dio giudicherà i fornicatori e gli adulteri.

13 5 Nel vostro comportamento non siate amanti del denaro e accontentatevi di quello che avete, perché Dio stesso ha detto: «Io non ti lascerò e non ti abbandonerò».

13 6 Così possiamo dire con fiducia: «Il Signore è il mio aiuto, e io non temerò. Che cosa mi potrà fare l'uomo?».

13 7 Ricordatevi dei vostri conduttori, che vi hanno annunziato la parola di Dio e, considerando il risultato della loro condotta, imitate la loro fede.

13 8 Gesù Cristo è lo stesso ieri, oggi e in eterno.

13 9 Non lasciatevi trasportare qua e là da varie e strane dottrine, perché è bene che il cuore sia reso saldo dalla grazia e non da cibi, da cui non ebbero alcun giovamento quelli che ne fecero uso.

13 10 Noi abbiamo un altare del quale non hanno diritto di mangiare quelli che servono al tabernacolo.

13 11 Infatti i corpi degli animali, il cui sangue è portato dal sommo sacerdote nel santuario per il peccato, sono bruciati fuori del campo,

13 12 Perciò anche Gesù, per santificare il popolo con il proprio sangue, ha sofferto fuori della porta.

13 13 Usciamo dunque fuori del campo e andiamo a lui portando il suo vituperio.

13 14 Infatti non abbiamo quaggiù una città stabile, ma cerchiamo quella futura.

13 15 Per mezzo di lui dunque, offriamo del continuo a Dio un sacrificio di lode, cioè il frutto di labbra che confessano il suo nome.

13 16 E non dimenticate la beneficenza e di far parte dei vostri beni agli altri, perché Dio si compiace di tali sacrifici.

13 17 Ubbidite ai vostri conduttori e sottomettetevi a loro, perché essi vegliano sulle anime vostre, come chi ha da renderne conto, affinché facciano questo con gioia e non sospirando, perché ciò non vi sarebbe di alcun vantaggio.

13 18 Pregate per noi, perché crediamo di avere una buona coscienza, desiderando di comportarci rettamente in ogni cosa.

13 19 Ma vi esorto ancor di più a fare questo, affinché io vi sia restituito al più presto.

13 20 Ora il Dio della pace, che in virtù del sangue del patto eterno ha fatto risalire dai morti il Signor nostro Gesù Cristo, il grande Pastore delle pecore,

13 21 vi perfezioni in ogni buona opera, per fare la sua volontà, operando in voi ciò che è gradito davanti a lui per mezzo di Gesù Cristo, al quale sia la gloria nei secoli dei secoli. Amen.

13 22 Ora vi prego, fratelli, ritenete questa parola di esortazione, perché vi ho scritto brevemente.

13 23 Sappiate che il fratello Timoteo è stato liberato; se viene presto, vi vedrò con lui.

13 24 Salutate tutti i vostri conduttori e tutti i santi. Quelli d'Italia vi salutano.

13 25 La grazia sia con tutti voi. Amen.