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2° SAMUELE
1 1 Dopo la morte di Saul Davide tornò dalla strage degli Amalekiti e si fermò due giorni a Tsiklag.
1 2 Al terzo giorno, ecco arrivare dall'accampamento di Saul un uomo con le vesti stracciate e col capo cosparso di terra. Appena giunto vicino a Davide cadde a terra e si prostrò.
1 3 Davide gli chiese: «Da dove vieni?». L'altro gli rispose: «Sono fuggito dall'accampamento d'Israele».
1 4 Davide gli disse: «Come sono andate le cose? Ti prego, raccontami». Egli rispose: «Il popolo è fuggito dal campo di battaglia e molti uomini sono caduti e sono morti; anche Saul e suo figlio Gionathan sono morti».
1 5 Allora Davide domandò al giovane che gli riferiva dell'accaduto: «Come sai che Saul e suo figlio Gionathan sono morti?».
1 6 Il giovane che gli riferiva dell'accaduto disse: «Mi trovavo per caso sul monte Ghilboa, quando vidi Saul appoggiato alla sua lancia, mentre i carri e i cavalieri lo inseguivano da vicino.
1 7 Egli si voltò indietro, mi vide e mi chiamò. Io risposi: «Eccomi».
1 8 Egli mi chiese: «Chi sei tu?». Gli risposi: «Sono un Amalekita».
1 9 Allora egli mi disse: «Avvicinati a me e uccidimi, perché una grande angoscia si è impadronita di me, ma la vita è ancora tutta in me».
1 10 Così mi avvicinai a lui e lo uccisi perché capivo che non avrebbe potuto vivere dopo la sua caduta. Poi presi il diadema che era sul suo capo e il bracciale che aveva al braccio, e li ho portati qui al mio signore».
1 11 Allora Davide afferrò le proprie vesti e le stracciò, e lo stesso fecero tutti gli uomini che erano con lui.
1 12 Così fecero cordoglio, piansero e digiunarono fino a sera, per Saul, per Gionathan suo figlio, per il popolo dell'Eterno e per la casa d'Israele, perché erano caduti per la spada.
1 13 Poi Davide chiese al giovane che gli aveva riferito dell'accaduto: «Di dove sei?». Egli rispose: «Sono figlio di uno straniero, di un Amalekita».
1 14 Allora Davide gli disse: «Come mai non hai avuto timore di stendere la mano per uccidere l'unto dell'Eterno?».
1 15 Poi chiamò uno dei suoi uomini e gli disse: «Avvicinati e gettati su di lui!». Egli lo colpì e quel tale morì.
1 16 Davide quindi gli disse: «Il tuo sangue ricada sul tuo capo perché la tua stessa bocca ha testimoniato contro di te, dicendo: "Io ho ucciso l'unto dell'Eterno"».
1 17 Allora Davide intonò questo lamento su Saul e su Gionathan, suo figlio,
1 18 e ordinò di insegnarlo ai figli di Giuda: il canto dell'arco. Ecco si trova scritto nel libro del Giusto.
1 19 «Lo splendore d'Israele giace ucciso sulle tue alture! Come mai sono caduti i prodi?
1 20 Non annunziatelo a Gath, non fatelo sapere per le vie di Ashkalon. perché non gioiscano le figlie dei Filistei, perché non esultino le figlie degli incirconcisi.
1 21 O monti di Ghilboa, non vi sia più né rugiada né pioggia su di voi, né campi di offerte; perché là fu gettato via lo scudo dei prodi, lo scudo di Saul, non più unto con olio.
1 22 Dal sangue degli uccisi, dal grasso dei prodi, l'arco di Gionathan non si ritrasse mai e la spada di Saul non tornò mai a vuoto.
1 23 Saul e Gionathan, tanto amati e cordiali in vita, non furono divisi nella loro morte. Erano più veloci delle aquile, più forti dei leoni.
1 24 Figlie d'Israele, piangete su Saul, che vi rivestiva di scarlatto nel lusso, ché ornava d'oro le vostre vesti.
1 25 Come mai sono caduti i prodi in mezzo alla battaglia, e fu Gionathan ucciso sulle tue alture?
1 26 Io sono in angoscia per te, fratello mio Gionathan; tu mi eri molto caro, il tuo amore per me era meraviglioso più dell'amore delle donne.
1 27 Come mai sono caduti i prodi, e sono perite le armi di guerra?».
2 1 Dopo questo, Davide consultò l'Eterno, dicendo: «Devo salire in qualcuna delle città di Giuda?». L'Eterno gli rispose: «Sali». Davide chiese: «Dove salirò?». L'Eterno rispose: «A Hebron».
2 2 Così Davide vi salì con le sue due mogli, Ahinoam la Jezreelita ed Abigail la Karmelita, già moglie di Nabal.
2 3 Davide condusse anche gli uomini che erano con lui, ognuno con la propria famiglia, e si stabilirono nelle città di Hebron.
2 4 Poi vennero gli uomini di Giuda e là unsero Davide re sulla casa di Giuda. Fu quindi riferito a Davide che erano stati gli uomini di Jabesh di Galaad a seppellire Saul.
2 5 Allora Davide inviò messaggeri agli uomini di Jabesh di Galaad per dir loro: «Siate benedetti dall'Eterno, per aver usato questa benignità a Saul, vostro signore, dandogli sepoltura!
2 6 Ora l'Eterno usi benignità e fedeltà a voi. Anch'io vi farò del bene perché avete fatto una tale cosa.
2 7 Or dunque prendano forza le vostre mani e siate valorosi, perché Saul vostro signore è morto, ma la casa di Giuda mi ha unto re su di essa».
2 8 Nel frattempo Abner, figlio di Ner capo dell'esercito di Saul, prese Ish-Bosceth, figlio di Saul e lo condusse a Mahanaim;
2 9 e lo costituì re su Galaad, sugli Ashuriti, su Jezreel, su Efraim, su Beniamino e su tutto Israele.
2 10 Ish-Bosceth, figlio di Saul, aveva quarant'anni quando cominciò a regnare su Israele e regnò due anni. Ma la casa di Giuda seguiva Davide.
2 11 Il tempo che Davide regnò a Hebron sulla casa di Giuda fu di sette anni e sei mesi.
2 12 Intanto Abner, figlio di Ner, e i servi di Ish-Bosceth, figlio di Saul, si mossero da Mahanaim diretti a Gabaon.
2 13 Anche Joab, figlio di Tseruiah e i servi di Davide si mossero e li incontrarono presso la piscina di Gabaon. Così si fermarono gli uni da un lato della piscina e gli altri dall'altro lato.
2 14 Allora Abner disse a Joab: «Si levino dei giovani e si esibiscano davanti a noi». Joab rispose: «Si levino pure».
2 15 Così si levarono e si fecero avanti in ugual numero: dodici per Beniamino e per Ish-Bosceth, figlio di Saul e dodici dei servi di Davide.
2 16 Ciascuno afferrò il suo avversario per la testa e gli conficcò la spada nel fianco; così caddero tutt'insieme. Quel luogo fu perciò chiamato il campo degli uomini forti; si trova a Gabaon.
2 17 In quel giorno vi fu una battaglia molto dura in cui Abner con gli uomini d'Israele rimase sconfitto dai servi di Davide.
2 18 Là c'erano i tre figli di Tseruiah: Joab, Abishai e Asahel; e Asahel era veloce come una gazzella della campagna.
2 19 Asahel si mise ad inseguire Abner senza voltarsi né a destra né a sinistra dietro Abner.
2 20 Poi Abner si volse indietro e disse: «Sei tu, Asahel?». Egli rispose: «Sono io».
2 21 Abner gli disse: «Volgiti a destra o a sinistra, afferra uno dei giovani e prenditi le sue spoglie!». Ma Asahel non volle smettere di inseguirlo.
2 22 Abner disse nuovamente ad Asahel: «Smetti di inseguirmi. Perché obbligarmi a stenderti a terra? Come potrei allora guardare in faccia tuo fratello Joab?».
2 23 Ma egli si rifiutò di cambiare strada; perciò Abner con il retro della lancia lo colpì al basso ventre, e la lancia gli uscì di dietro; ed egli cadde e morì sul posto; quanti passavano dal luogo dove Asahel era caduto e morto si fermavano.
2 24 Ma Joab a Abishai inseguirono Abner; al tramontar del sole essi giunsero al colle di Ammah che è di fronte a Ghiah, sulla via del deserto di Gabaon.
2 25 I figli di Beniamino si radunarono dietro ad Abner formando un sol gruppo e si fermarono in cima a una collina.
2 26 Allora Abner chiamò Joab e disse: «La spada dovrà forse divorare per sempre? Non sai che alla fine ci sarà amarezza? Quando mai ordinerai al popolo di smettere di inseguire i suoi fratelli?».
2 27 Joab rispose: «Com'è vero che DIO vive, se tu non avessi parlato, il popolo non avrebbe smesso d'inseguire i suoi fratelli fino al mattino»
2 28 Allora Joab suonò la tromba e tutto il popolo si fermò, e non inseguì più Israele e smise di combattere.
2 29 Abner e i suoi uomini camminarono tutta quella notte per l'Arabah passarono il Giordano, attraversarono tutto il Bithron e giunsero a Mahanaim.
2 30 Anche Joab ritornò dall'inseguimento dei servi di Abner e radunò tutto il popolo; di Davide mancavano diciannove uomini ed Asahel.
2 31 Ma i servi di Davide avevano ucciso trecentosessanta uomini di Beniamino e di Abner.
2 32 Quindi portarono via Asahel e lo seppellirono nel sepolcro di suo padre che è a Betlemme. Poi Joab e i suoi uomini camminarono tutta la notte e giunsero a Hebron allo spuntar del giorno.
3 1 La guerra fra la casa di Saul e la casa di Davide fu lunga. Davide si faceva sempre più forte, mentre la casa di Saul si indeboliva sempre di più.
3 2 In Hebron a Davide nacquero dei figli. Il suo primogenito fu Amnon, di Ahinoam la Jezreelita;
3 3 il secondo fu Kileab, di Abigail la Karmelita, già moglie di Nabal; il terzo fu Absalom, figlio di Maakah, figlia di Talmai, re di Gheshur;
3 4 il quarto fu Adonijah, figlio di Hagghith; il quinto fu Scefatiah, figlio di Abital,
3 5 e il sesto fu Ithream, figlio di Eglah, moglie di Davide. Questi nacquero a Davide in Hebron.
3 6 Durante la guerra fra la casa di Davide e la casa di Saul, Abner si tenne saldamente stretto alla casa di Saul.
3 7 Or Saul aveva avuto una concubina di nome Ritspah, figlia di Aiah; e Ish-Bosceth disse ad Abner: «Perché sei entrato dalla concubina di mio padre?»
3 8 Abner si adirò fortemente per le parole di Ish-Bosceth e rispose: «Sono forse una testa di cane di Giuda? Fino ad oggi ho usato fedeltà verso la casa di Saul tuo padre, verso i suoi fratelli e i suoi amici e non ti ho dato nelle mani di Davide, e proprio oggi tu mi rimproveri la colpa commessa con questa donna!
3 9 DIO faccia così a Abner e anche peggio, se io non faccio per Davide ciò che l'Eterno gli ha giurato:
3 10 trasferire il regno dalla casa di Saul e stabilire il trono di Davide su Israele e su Giuda, da Dan fino a Beer-Sceba».
3 11 Ish-Bosceth non poté rispondere una sola parola ad Abner, perché aveva paura di lui.
3 12 Allora Abner mandò a nome suo messaggeri a Davide per dirgli: «A chi appartiene il paese? Fa' alleanza con me e la mia mano sarà con te per riportare tutto Israele a te».
3 13 Davide rispose: «Ho una cosa da chiederti: Io farò alleanza con te, ma tu non vedrai la mia faccia se prima non mi condurrai Mikal figlia di Saul, quando verrai a vedermi».
3 14 Così Davide mandò messaggeri a Ish-Bosceth, figlio di Saul. per dire: «Restituisci mia moglie Mikal, a cui mi fidanzai per cento prepuzi di Filistei».
3 15 Ish-Bosceth mandò a prenderla presso suo marito Paltiel, figlio di Laish.
3 16 Suo marito andò con lei e la seguì piangendo fino a Bahurim. Poi Abner gli disse: «Va', torna indietro!». Ed egli ritornò.
3 17 Poi Abner rivolse la parola agli anziani d'Israele, dicendo: «Già da lungo tempo chiedete Davide per vostro re.
3 18 Ora è tempo di agire, perché l'Eterno ha parlato di Davide, dicendo: "Per mezzo di Davide, mio servo, io salverò il mio popolo Israele dalle mani dei Filistei e da tutti i suoi nemici"».
3 19 Abner parlò anche con quelli di Beniamino. Poi Abner andò da Davide a Hebron per riferirgli tutto ciò che parve bene a Israele e a tutta la casa di Beniamino.
3 20 Così Abner giunse da Davide a Hebron con venti uomini, e Davide fece un convito per Abner e per gli uomini che erano con lui.
3 21 Poi Abner disse a Davide: «Io mi leverò e andrò a radunare tutto Israele intorno al re mio signore, affinché essi facciano alleanza con te e tu possa regnare su tutto ciò che il tuo cuore desidera». Poi Davide congedò Abner, che se ne andò In pace.
3 22 Ed ecco, i servi di Davide e Joab tornavano da una razzia, portando con sé un grande bottino; ma Abner non era più con Davide in Hebron, perché questi lo aveva congedato ed egli se ne era andato in pace.
3 23 Quando arrivarono Joab e tutti i soldati che erano con lui, qualcuno riferì la cosa a Joab, dicendo: «E' venuto Abner figlio di Ner, dal re, che lo ha congedato ed egli se ne è andato in pace».
3 24 Allora Joab si recò dal re e gli disse «Che cosa hai fatto? Ecco, è venuto Abner da te; perché l'hai congedato, ed egli se ne è già andato?
3 25 Tu sai che Abner, figlio di Ner, è venuto per ingannarti, per conoscere le tue mosse e per sapere tutto ciò che fai».
3 26 Dopo aver lasciato la presenza di Davide, Joab mandò messaggeri dietro Abner, i quali lo fecero tornare indietro dalla cisterna di Sirah senza che Davide lo sapesse.
3 27 Quando Abner tornò a Hebron Joab lo prese in disparte in mezzo alla porta, come per parlargli in segreto e qui lo colpì al ventre e lo uccise per vendicare il sangue di Asahel, suo fratello.
3 28 Più tardi Davide venne a sapere della cosa e disse: «Io e il mio regno siamo in perpetuo innocenti davanti all'Eterno del sangue di Abner, figlio di Ner.
3 29 Esso ricada sul capo di Joab e su tutta la casa di suo padre; non manchi mai nella casa di Joab chi soffra di flusso o di lebbra o debba appoggiarsi al bastone o perisca di spada o sia senza pane!».
3 30 Così Joab ed Abishai, suo fratello, uccisero Abner, perché questi aveva ucciso Asahel loro fratello a Gabaon, in battaglia.
3 31 Poi Davide disse a Joab e a tutto il popolo che era con lui: «Stracciatevi le vesti, cingetevi di sacco e fate cordoglio per la morte di Abner!». Anche il re Davide andò dietro alla bara.
3 32 Così seppellirono Abner a Hebron, e il re alzò la voce e pianse davanti alla tomba di Abner; anche tutto il popolo pianse.
3 33 Il re intonò un lamento su Abner e disse: «Doveva Abner morire come muore uno stolto?
3 34 Le tue mani non erano legate, né i tuoi piedi erano stretti in catene di bronzo! Sei caduto davanti a malfattori». Così tutto il popolo pianse di nuovo su di lui.
3 35 Poi tutto il popolo venne per invitare Davide a prendere cibo, mentre era ancora giorno; ma Davide giurò dicendo: «Così mi faccia DIO e anche peggio se assaggerò pane o alcun'altra cosa prima che tramonti il sole».
3 36 Tutto il popolo capì e approvò la cosa; tutto ciò che il re faceva era approvato da tutto il popolo.
3 37 Così tutto il popolo e tutto Israele compresero che non era affatto intenzione del re uccidere in quel giorno Abner, figlio di Ner.
3 38 Il re disse quindi ai suoi servi: «Non sapete che un principe e un grande uomo è caduto oggi in Israele?
3 39 Anche se unto re, io sono ancora debole, mentre questi uomini, i figli di Tseruiah, sono troppo forti per me. Ripaghi l'Eterno il malvagio secondo la sua malvagità».
4 1 Quando Ish-Bosceth, figlio di Saul, seppe che Abner era morto a Hebron, gli caddero le braccia e tutto Israele fu preso da sgomento.
4 2 Il figlio di Saul aveva due uomini che erano capitani di schiere; il nome dell'uno era Baanah e il nome dell'altro Rekab; erano figli di Rimmon di Beeroth, della tribù di Beniamino. (Poiché anche Beeroth è considerata parte di Beniamino,
4 3 benché i Beerothiti si siano rifugiati a Ghitthaim, dove sono rimasti fino al giorno d'oggi).
4 4 Or Gionathan, figlio di Saul, aveva un figlio con i piedi storpi, egli aveva cinque anni quando giunse da Jezreel la notizia della morte di Saul e di Gionathan. La sua nutrice lo prese e fuggì ma nella fuga precipitosa il bambino cadde e rimase zoppo. Il suo nome era Mefibosceth.
4 5 I figli di Rimmon Beerothita Rekab e Baanah, si mossero e giunsero nell'ora più calda del giorno a casa di Ish-Bosceth, che stava prendendo il suo riposo pomeridiano.
4 6 Entrarono all'interno della casa, come per prendere del grano e lo colpirono al ventre. Poi Rekab e suo fratello Baanah, si diedero alla fuga.
4 7 Quando entrarono in casa, Ish-Bosceth giaceva sul letto nella sua camera; lo colpirono, l'uccisero e lo decapitarono; poi, presa la testa, camminarono tutta la notte seguendo la via dell'Arabah.
4 8 Così portarono la testa di Ish-Bosceth a Davide in Hebron e dissero al re: «Ecco la testa di Ish-Bosceth, figlio di Saul, tuo nemico, il quale cercava la tua vita; oggi l'Eterno ha concesso al re, mio signore, la vendetta sopra Saul e sopra la sua discendenza».
4 9 Ma Davide rispose a Rekab ed a Baanah suo fratello, figli di Rimmon Beerothita, e disse loro: «Com'è vero che vive l'Eterno, il quale mi ha liberato da ogni avversità,
4 10 se ho preso e fatto uccidere a Tsiklag colui che mi portò la notizia: "Ecco, Saul è morto", benché egli credesse di avermi portato una buona notizia e si aspettasse di ricevere un premio,
4 11 quanto più ora che uomini scellerati hanno ucciso un uomo giusto in casa sua, sul suo letto, non dovrò chiedere conto del suo sangue dalle vostre mani e eliminarvi dalla terra?».
4 12 Così Davide diede ordine ai suoi giovani, e questi li uccisero, troncarono loro le mani e i piedi, poi li appesero presso la piscina di Hebron. Presero quindi la testa di Ish-Bosceth e la seppellirono nel sepolcro di Abner a Hebron.
5 1 Allora tutte le tribù d'Israele vennero da Davide a Hebron e gli dissero: «Ecco, noi siamo tue ossa e tua carne.
5 2 Già in passato, quando Saul regnava su di noi, eri tu che guidavi e riconducevi Israele. L'Eterno ti ha detto: "Tu pascerai il mio popolo Israele, tu sarai principe sopra Israele"».
5 3 Così tutti gli anziani d'Israele vennero dal re a Hebron e il re Davide fece alleanza con loro a Hebron davanti all'Eterno, ed essi unsero Davide re sopra Israele.
5 4 Davide aveva trent'anni quando cominciò a regnare e regnò quarant'anni.
5 5 A Hebron regnò su Giuda sette anni e sei mesi; e a Gerusalemme regnò trentatré anni su tutto Israele e Giuda.
5 6 Or il re con i suoi uomini si mosse verso Gerusalemme contro i Gebusei che abitavano il paese. Questi dissero a Davide «Non entrerai qui, perché i ciechi e gli zoppi ti respingeranno!», volendo dire: «Davide non entrerà mai qui».
5 7 Ma Davide prese la roccaforte di Sion (che è la città di Davide).
5 8 Davide disse in quel giorno: «Chiunque batte i Gebusei giunga fino al canale e respinga gli zoppi e i ciechi che sono odiati da Davide». Per questo dicono: «Il cieco e lo zoppo non entreranno nella Casa».
5 9 Così Davide si stabilì nella roccaforte e la chiamò la Città di Davide. Poi Davide costruì tutt'intorno cominciando da Millo e verso l'interno.
5 10 Davide diventava sempre più grande e l'Eterno, il DIO degli eserciti, era con lui.
5 11 Poi Hiram, re di Tiro, inviò a Davide messaggeri, legname di cedro, falegnami e muratori, i quali costruirono una casa a Davide.
5 12 Allora Davide riconobbe che l'Eterno lo stabiliva come re d'Israele e innalzava il suo regno per amore del suo popolo Israele.
5 13 Dopo il suo arrivo da Hebron, Davide prese altre concubine e mogli da Gerusalemme, e gli nacquero altri figli e figlie.
5 14 Questi sono i nomi dei figli che gli nacquero a Gerusalemme: Shammua, Shobab, Nathan, Salomone,
5 15 Ibhar, Elishua, Nefeg Jafia
5 16 Elishama, Eliada, Elifelet.
5 17 Quando i Filistei vennero a sapere che Davide era stato unto re d'Israele tutti i Filistei salirono in cerca di Davide. Appena Davide lo seppe, scese alla roccaforte.
5 18 I Filistei giunsero e si sparpagliarono nella valle dei Refaim.
5 19 Allora Davide consultò l'Eterno dicendo: «Devo salire contro i Filistei? Li darai nelle mie mani?». L'Eterno rispose a Davide: «Sali, perché darò certamente i Filistei nelle tue mani».
5 20 Così Davide andò a Baal-Peratsim, dove li sconfisse, e disse: «L'Eterno ha aperto un varco tra i miei nemici davanti a me, come un varco aperto dalle acque». Per questo chiamò quel luogo: Baal-Peratsim.
5 21 I Filistei abbandonarono là i loro idoli e Davide e i suoi uomini li portarono via.
5 22 In seguito i Filistei salirono di nuovo e si sparpagliarono nella valle dei Refaim.
5 23 Quando Davide consultò l'Eterno, egli disse: «Non salire; aggirali alle spalle, piomba su di loro di fronte ai Balsami.
5 24 Quando udrai un rumore di passi sulle cime dei Balsami, lanciati subito all'attacco, perché allora l'Eterno uscirà davanti a te per sconfiggere l'esercito dei Filistei».
5 25 Davide fece esattamente come l'Eterno gli aveva comandato e sconfisse i Filistei da Gheba fino a Ghezer.
6 1 Davide radunò di nuovo tutti gli uomini scelti d'Israele in numero di trentamila.
6 2 Poi si levò e partì con tutto il popolo che era con lui da Baale di Giuda, per trasportare di là l'arca di DIO, col nome stesso dell'Eterno degli eserciti, che siede sopra i cherubini.
6 3 E posero l'arca di DIO sopra un carro nuovo e la tolsero dalla casa di Abinadab che era sul colle; Uzzah e Ahio, figli di Abinadab guidavano il carro nuovo.
6 4 Così condussero via l'arca di DIO dalla casa di Abinadab che era sul colle, e Ahio andava davanti all'arca.
6 5 Davide e tutta la casa d'Israele suonavano davanti all'Eterno ogni sorta di strumenti di legno di cipresso, cetre, arpe, tamburelli, sistri e cembali.
6 6 Quando giunsero all'aia di Nakon Uzzah stese la mano verso l'arca di DIO e la sostenne, perché i buoi inciamparono.
6 7 Allora l'ira dell'Eterno si accese contro Uzzah, e là DIO lo colpì per la sua colpa; ed egli morì in quel luogo presso l'arca di DIO
6 8 Davide fu grandemente amareggiato perché l'Eterno aveva aperto una breccia nel popolo, colpendo Uzzah. Così quel luogo fu chiamato Perets-Uzzah fino ad oggi.
6 9 Davide in quel giorno ebbe paura dell'Eterno e disse: «Come può venire da me l'arca dell'Eterno?».
6 10 Così Davide non volle trasportare l'arca dell'Eterno presso di sé nella città di Davide, ma la fece trasferire in casa di Obed-Edom di Gath.
6 11 L'arca dell'Eterno rimase tre mesi in casa di Obed-Edom di Gath, e l'Eterno benedisse Obed-Edom e tutta la sua casa.
6 12 Allora fu detto al re Davide: «L'Eterno ha benedetto la casa di Obed-Edom e tutto ciò che gli appartiene, a motivo dell'arca di DIO». Allora Davide andò e trasportò l'arca di DIO dalla casa di Obed-Edom nella città di Davide con gioia.
6 13 Quando quelli che portavano l'arca dell'Eterno ebbero fatto sei passi, egli immolò un bue e un vitello grasso.
6 14 Davide danzava con tutte le sue forze davanti all'Eterno, cinto di un efod di lino.
6 15 Così Davide e tutta la casa d'Israele trasportarono l'arca dell'Eterno con grida di giubilo e a suon di tromba.
6 16 Or avvenne che, mentre l'arca dell'Eterno entrava nella città di Davide, Mikal, figlia di Saul, guardando dalla finestra, vide il re Davide che saltava e danzava davanti all'Eterno, e lo disprezzò in cuor suo.
6 17 Così portarono l'arca dell'Eterno e la collocarono al suo posto, in mezzo alla tenda che Davide aveva eretto per essa. Poi Davide offrì olocausti e sacrifici di ringraziamento davanti all'Eterno.
6 18 Quando ebbe finito di offrire gli olocausti e i sacrifici di ringraziamento, Davide benedisse il popolo nel nome dell'Eterno degli eserciti,
6 19 e distribuì a tutto il popolo, a tutta la moltitudine d'Israele, uomini e donne, a ciascuno di essi una focaccia di pane una porzione di carne e una schiacciata di uva passa. Poi tutto il popolo se ne andò, ciascuno a casa sua.
6 20 Come Davide tornava per benedire la sua famiglia, Mikal, figlia di Saul, uscì ad incontrare Davide e gli disse: «Quanto degno di onore è stato oggi il re d'Israele a scoprirsi davanti agli occhi delle serve dei suoi servi come si scoprirebbe un uomo del volgo!».
6 21 Allora Davide rispose a Mikal: «L'ho fatto davanti all'Eterno che mi ha scelto invece di tuo padre e di tutta la sua casa per stabilirmi principe d'Israele, del popolo dell'Eterno; perciò ho fatto festa davanti all'Eterno.
6 22 Anzi mi abbasserò anche più di così e mi renderò spregevole ai miei occhi ma, in merito alle serve di cui tu hai parlato io sarò onorato proprio da loro».
6 23 Mikal, figlia di Saul, non ebbe figli fino al giorno della sua morte. Dio promette a Davide di stabilire per sempre la sua casa e il suo regno
7 1 Or avvenne che, quando il re si fu stabilito nella sua casa e l'Eterno gli ebbe dato riposo da tutti i suoi nemici tutt'intorno,
7 2 il re disse al profeta Nathan: «Vedi, io abito in una casa di cedro ma l'arca di DIO sta sotto una tenda».
7 3 Nathan rispose al re: «Va', fa' tutto ciò che hai in cuore di fare, perché l'Eterno è con te».
7 4 Ma quella stessa notte la parola dell'Eterno fu rivolta a Nathan in questo modo:
7 5 «Va' a dire al mio servo Davide: Così dice l'Eterno: "Mi costruirai tu una casa perché io vi dimori?
7 6 Poiché io non ho dimorato in una casa, dal giorno in cui ho fatto uscire i figli d'Israele dall'Egitto fino ad oggi, ma ho vagato sotto una tenda e in un tabernacolo.
7 7 Dovunque sono andato in mezzo a tutti i figli d'Israele, ho forse mai parlato ad alcuna delle tribù a cui avevo comandato di pascere il mio popolo d'Israele dicendo: Perché non mi edificate una casa di cedro?".
7 8 Ora dunque dirai così al mio servo Davide: Così dice l'Eterno degli eserciti: "Io ti presi dall'ovile, mentre seguivi le pecore, perché tu fossi il capo d'Israele, mio popolo.
7 9 Sono stato con te dovunque sei andato, ho sterminato tutti i tuoi nemici davanti a te e ho reso il tuo nome grande come quello dei grandi che sono sulla terra.
7 10 Assegnerò un posto ad Israele mio popolo, e ve lo pianterò perché dimori in casa sua e non sia più disturbato, e i malvagi non continuino ad opprimerlo come nel passato,
7 11 dal giorno in cui ho stabilito dei giudici sul mio popolo Israele. Ti darò riposo da tutti i tuoi nemici. Inoltre l'Eterno ti dichiara che egli ti costruirà una casa.
7 12 Quando i tuoi giorni saranno compiuti e tu riposerai con i tuoi padri, io innalzerò dopo di te la tua discendenza che uscirà dalle tue viscere e stabilirò il suo regno.
7 13 Egli edificherà una casa al mio Nome e io renderò stabile per sempre il trono del suo regno.
7 14 Io sarò per lui un padre ed egli mi sarà un figlio; quando farà del male, lo castigherò con verga d'uomo e con colpi di figli d'uomini,
7 15 ma la mia misericordia non si allontanerà, come l'ho ritirata da Saul, che io ho rimosso davanti a te.
7 16 La tua casa e il tuo regno saranno resi saldi per sempre davanti a me e il tuo trono sarà reso stabile per sempre"»
7 17 Nathan parlò a Davide secondo tutte queste parole e secondo tutta questa visione.
7 18 Allora il re Davide andò a sedersi davanti all'Eterno e disse: «Chi sono io o Signore, o Eterno, e che cos'è la mia casa, da farmi arrivare fino qui?
7 19 Ma questo era ancora poca cosa ai tuoi occhi, o Signore, o Eterno, perché tu hai parlato anche della casa del tuo servo per un lontano futuro; e questa è la legge dell'uomo, o Signore, o Eterno.
7 20 Che potrebbe dirti di più, Davide? Tu conosci il tuo servo, o Signore, o Eterno!
7 21 Per amore della tua parola e secondo il tuo cuore hai compiuto tutte queste grandi cose per farle conoscere al tuo servo.
7 22 Per questo sei grande, o Eterno, o DIO. Nessuno è come te e non c'è altro DIO fuori di te, secondo tutto ciò che abbiamo udito con i nostri orecchi.
7 23 E chi è come il tuo popolo, come Israele, l'unica nazione sulla terra che DIO è venuto a riscattare per sé come suo popolo per farsi un nome, e per compiere per te cose grandi e tremende per la tua terra davanti al tuo popolo che hai riscattato per te dall'Egitto, dalle nazioni dei loro dèi?
7 24 Tu hai stabilito per te il tuo popolo d'Israele per essere tuo popolo per sempre; e tu, o Eterno, sei divenuto il suo DIO.
7 25 E ora, o Eterno, o DIO, la parola che hai pronunziato riguardo al tuo servo e alla sua casa rendila stabile per sempre e fa' come hai detto,
7 26 affinché il tuo nome sia magnificato per sempre e si dica: "L'Eterno degli eserciti è il DIO d'Israele". E la casa del tuo servo Davide sia resa stabile davanti a te!
7 27 Poiché tu, o Eterno degli eserciti, DIO d'Israele, hai rivelato questo al tuo servo, dicendo: "Io ti edificherò una casa". Per questo il tuo servo ha trovato il coraggio di rivolgerti questa preghiera.
7 28 E ora, o Signore, o Eterno, tu sei DIO, le tue parole sono verità, e hai promesso queste belle cose al tuo servo.
7 29 Ora perciò degnati di benedire la casa del tuo servo, affinché sussista per sempre davanti a te, perché tu, o Signore, o Eterno, hai parlato, e per la tua benedizione la casa del tuo servo sarà benedetta per sempre!».
8 1 Dopo queste cose, Davide sconfisse i Filistei e li umiliò, e Davide tolse di mano ai Filistei la loro più importante città.
8 2 Sconfisse pure i Moabiti e li misurò con la corda, dopo averli fatti coricare per terra. Con due corde misurò quelli che dovevano essere messi a morte, e con una corda completa quelli da lasciare in vita. Così i Moabiti divennero sudditi e tributari di Davide.
8 3 Davide sconfisse anche Hadadezer, figlio di Rehob re di Tsobah, mentre egli andava a ristabilire il suo dominio lungo il fiume Eufrate.
8 4 Davide gli prese millesettecento cavalieri e ventimila fanti. Davide tagliò pure i garetti a tutti i cavalli, ma ne risparmiò abbastanza per cento carri.
8 5 Quando i Siri di Damasco vennero per soccorrere Hadadezer, re di Tsobah, Davide ne uccise ventiduemila.
8 6 Poi Davide mise delle guarnigioni nella Siria di Damasco e i Siri divennero sudditi e tributari di Davide; l'Eterno proteggeva Davide dovunque egli andava.
8 7 Davide prese gli scudi d'oro che i servi di Hadadezer avevano con sé e li portò a Gerusalemme.
8 8 Il re Davide prese anche una grande quantità di bronzo a Betah e a Berothai città di Hadadezer.
8 9 Quando Toi, re di Hamath, venne a sapere che Davide aveva sconfitto tutto l'esercito di Hadadezer
8 10 mandò al re Davide Joram, suo figlio, per salutarlo e per benedirlo, perché aveva mosso guerra a Hadadezer e l'aveva sconfitto. Hadadezer infatti era sempre in guerra con Toi, Joram portò con sé vasi d'argento, vasi d'oro e vasi di bronzo.
8 11 Il re Davide consacrò anche questi all'Eterno, come aveva già consacrato l'argento e l'oro proveniente dalle nazioni che aveva soggiogato:
8 12 dai Siri, dai Moabiti, dagli Ammoniti, dai Filistei, dagli Amalekiti e dal bottino di Hadadezer, figlio di Rehob, re di Tsobah.
8 13 Davide si fece un nome quando ritornò, dopo aver sconfitto diciottomila Siri nella valle del Sale.
8 14 Pose delle guarnigioni anche in Idumea; ne mise per tutta l'Idumea e tutti gli Edomiti divennero sudditi di Davide e l'Eterno proteggeva Davide dovunque egli andava.
8 15 Così Davide regnò su tutto Israele, pronunciando giudizi e amministrando la giustizia a tutto il suo popolo.
8 16 Joab, figlio di Tseruiah, era capo dell'esercito; Giosafat, figlio di Ahilud, era archivista;
8 17 Tsadok, figlio di Ahitub, e Ahimelek, figlio di Abiathar, erano sacerdoti; Seraiah era segretario;
8 18 Benaiah, figlio di Jehoiada, era capo dei Kerethei e dei Pelethei, e i figli di Davide erano ministri.
9 1 Davide disse: «E' rimasto ancora qualcuno della casa di Saul, a cui io possa usare bontà per amore di Gionathan?».
9 2 Ora vi era un servo della casa di Saul, chiamato Tsiba, che fu fatto venire da Davide. Il re gli disse: «Sei tu Tsiba?». Egli rispose: «Servo tuo».
9 3 Il re poi domandò: «Non c'è più nessuno della casa di Saul, a cui possa usare la bontà di DIO?». Tsiba rispose al re: «C'è ancora un figlio di Gionathan, che ha i piedi storpi».
9 4 Il re gli disse: «Dov'è?». Tsiba rispose al re: «E in casa di Makir, figlio di Ammiel, a Lodebar».
9 5 Allora il re Davide lo mandò a prendere dalla casa di Makir, figlio di Ammiel, a Lodebar.
9 6 Così Mefibosceth, figlio di Gionathan, figlio di Saul venne da Davide, si gettò con la faccia a terra e si prostrò Davide disse: «Mefibosceth!». Egli rispose: «Ecco il tuo servo!».
9 7 Davide gli disse: «Non temere, perché intendo usarti bontà per amore di Gionathan tuo padre; ti restituirò tutte le terre di Saul tuo antenato e tu mangerai sempre alla mia mensa»
9 8 Mefibosceth si prostrò e disse: «Che cos'è il tuo servo, perché tu tenga conto di un cane morto come me?».
9 9 Allora il re chiamò Tsiba, servo di Saul, e gli disse: «Tutto ciò che apparteneva a Saul e a tutta la sua casa, io do al figlio del tuo signore.
9 10 Tu dunque, assieme ai tuoi figli e ai tuoi servi, lavorerai per lui la terra e ne raccoglierai i prodotti, affinché il figlio del tuo signore abbia pane da mangiare ma Mefibosceth, figlio del tuo signore, mangerà sempre alla mia mensa». Or Tsiba aveva quindici figli e venti servi.
9 11 Tsiba disse al re: «Il tuo servo farà tutto ciò che il re mio signore comanda al suo servo». Così Mefibosceth mangiava alla mensa di Davide come uno dei figli del re.
9 12 Or Mefibosceth aveva un figlioletto di nome Mika; e tutti quelli che stavano In casa di Tsiba erano servi di Mefibosceth.
9 13 Mefibosceth risiedeva a Gerusalemme perché mangiava sempre alla mensa del re. Era storpio di ambedue i piedi.
10 1 Dopo queste cose, avvenne che il re dei figli di Ammon morì e suo Figlio Hanun regnò al suo posto.
10 2 Davide disse: «lo voglio usare con Hanun, figlio di Nahash, la stessa benevolenza che suo padre usò con me». Così Davide mandò i suoi servi a consolarlo della perdita del padre. Ma quando i servi di Davide giunsero nel paese dei figli di Ammon,
10 3 i capi dei figli di Ammon dissero ad Hanun, loro signore: «Credi proprio che Davide ti abbia mandato dei consolatori per onorare tuo padre? Non ha piuttosto mandato da te i suoi servi per esplorare la città, per spiarla e distruggerla?».
10 4 Allora Hanun prese i servi di Davide, fece loro radere metà della barba e tagliare le loro vesti a metà fino alle natiche, poi li lasciò andare.
10 5 Informato della cosa, Davide mandò alcuni ad incontrarli, perché quegli uomini erano pieni di vergogna. Il re fece dir loro: «Rimanete a Gerico finché vi ricresca la barba, poi ritornerete».
10 6 Quando i figli di Ammon si accorsero di essersi resi odiosi a Davide, mandarono ad assoldare ventimila fanti dei Siri di Beth-Rehob e dei Siri di Tsoba, mille uomini del re di Maakah e dodicimila uomini della gente di Tob.
10 7 Come Davide udì questo, inviò contro di loro Joab con tutto l'esercito di uomini valorosi.
10 8 I figli di Ammon uscirono e si schierarono in ordine di battaglia all'ingresso della porta della città, mentre i Siri di Tsoba e di Rehob, e la gente di Tob e di Maakah si disposero in aperta campagna.
10 9 Quando Joab si rese conto che aveva contro di se due fronti di battaglia, uno davanti e l'altro dietro, scelse alcuni fra gli uomini migliori d'Israele e li dispose in ordine di battaglia contro i Siri;
10 10 affidò quindi il resto del popolo agli ordini di suo fratello Abishai, per schierarsi contro i figli di Ammon.
10 11 Poi gli disse: «Se i Siri sono più forti di me, tu mi verrai in aiuto; se invece i figli di Ammon sono più forti di te, allora verrò io in tuo aiuto.
10 12 Sii coraggioso e mostriamoci forti per il nostro popolo e per le città del nostro DIO; e l'Eterno faccia ciò che a lui piacerà».
10 13 Poi Joab con la gente che aveva con sé avanzò per dar battaglia ai Siri; ma essi fuggirono davanti a lui.
10 14 Quando i figli di Ammon videro che i Siri erano fuggiti, fuggirono anch'essi davanti ad Abishai e rientrarono nella città. Allora Joab se ne tornò dalla spedizione contro i figli di Ammon e venne a Gerusalemme.
10 15 Quando i Siri videro che erano stati sconfitti da Israele si riunirono insieme.
10 16 Hadadezer mandò messaggeri per far venire i Siri che erano di là dal Fiume. Essi giunsero a Helam, con alla testa Shobak, capo dell'esercito di Hadadezer.
10 17 Quando Davide fu informato della cosa, radunò tutto Israele, passò il Giordano e giunse a Helam. I Siri si schierarono contro Davide e gli diedero battaglia.
10 18 Ma i Siri fuggirono davanti a Israele; e Davide uccise dei Siri gli uomini di settecento carri e quarantamila cavalieri e colpì Shobak, capo del loro esercito, che morì in quel luogo.
10 19 Quando tutti i re vassalli di Hadadezer si videro sconfitti da Israele, fecero pace con Israele e furono a lui sottoposti. Così i Siri ebbero paura di prestare ancora aiuto ai figli di Ammon.
11 1 Con l'inizio del nuovo anno, nel tempo in cui i re vanno a combattere, Davide mandò Joab con i suoi servi e con tutto Israele a devastare il paese dei figli di Ammon e ad assediare Rabbah; ma Davide rimase a Gerusalemme.
11 2 Una sera Davide si alzò dal suo letto e si mise a passeggiare sulla terrazza della reggia. Dalla terrazza vide una donna che faceva il bagno; e la donna era bellissima.
11 3 Così Davide mandò a chiedere informazioni sulla donna; e gli fu detto: «E' Bath-Sceba, figlia di Eliam, moglie di Uriah, lo Hitteo».
11 4 Davide mandò messaggeri a prenderla, così essa venne da lui ed egli si coricò con lei; poi ella si purificò della sua impurità e ritornò a casa sua.
11 5 La donna rimase incinta e lo mandò a dire a Davide, dicendo: «Sono incinta».
11 6 Allora Davide mandò a dire a Joab: «Mandami Uriah, lo Hitteo». E Joab mandò Uriah da Davide.
11 7 Quando Uriah giunse da lui, Davide gli chiese sullo stato di salute di Joab e del popolo, e come andasse la guerra.
11 8 Poi Davide disse a Uriah: «Scendi a casa tua e lavati i piedi». Uriah uscì dalla casa del re seguito da un dono da parte del re.
11 9 Ma Uriah dormì alla porta della casa del re con tutti i servi del suo signore e non scese a casa sua.
11 10 Quando informarono Davide della cosa e gli dissero: «Uriah non è sceso a casa sua», Davide disse a Uriah: «Non vieni forse da un viaggio? Perché dunque non sei sceso a casa tua?».
11 11 Uriah rispose a Davide: «L'arca, Israele e Giuda abitano in tende, il mio signore Joab e i servi del mio signore sono accampati in aperta campagna. Come potrei io entrare in casa mia per mangiare e bere e per coricarmi con mia moglie? Com'è vero che tu vivi e che vive l'anima tua, io non farò questa cosa!»
11 12 Allora Davide disse a Uriah: «Rimani qui anche oggi e domani ti lascerò partire». Così Uriah rimase a Gerusalemme quel giorno e il giorno seguente.
11 13 Davide lo invitò quindi a mangiare e a bere insieme a lui e lo fece ubriacare. Ma la sera Uriah uscì per andare sul suo giaciglio con i servi del suo signore e non scese a casa sua.
11 14 La mattina dopo, Davide scrisse una lettera a Joab e gliela mandò per mano di Uriah.
11 15 Nella lettera aveva scritto così: «Ponete Uriah in prima linea, dove la battaglia è più aspra, poi ritiratevi da lui, perché resti colpito e muoia».
11 16 Mentre assediava la città, Joab pose Uriah nel luogo dove sapeva che vi erano uomini valorosi.
11 17 Gli abitanti della città fecero una sortita e attaccarono Joab, alcuni dei servi di Davide caddero, e morì anche Uriah lo Hitteo.
11 18 Allora Joab mandò a riferire a Davide tutti gli avvenimenti della guerra.
11 19 e diede al messaggero quest'ordine: «Quando avrai finito di raccontare al re tutti gli avvenimenti della guerra,
11 20 se il re andasse in collera e ti dicesse "Perché vi siete avvicinati alla città per combattere? Non sapevate che avrebbero tirato dall'alto delle mura?
11 21 Chi uccise Abimelek, figlio di Jerubbesceth? Non fu una donna che gli gettò addosso un pezzo di macina a dalle mura, e così egli morì a Thebets? Perché vi siete avvicinati alle mura?", allora tu dirai: "E morto anche il tuo servo Uriah lo Hitteo"».
11 22 Il messaggero dunque partì e, quando giunse, riferì a Davide tutto ciò che Joab lo aveva mandato a dire
11 23 Il messaggero disse a Davide: «I nemici ebbero la meglio su di noi e fecero una sortita contro di noi in campo aperto, ma noi li respingemmo fino all'ingresso della porta;
11 24 allora gli arcieri tirarono sui tuoi servi dall'alto delle mura e alcuni dei servi del re sono morti, ed è morto anche il tuo servo Uriah lo Hitteo».
11 25 Allora Davide disse al messaggero: «Dirai così a Joab: "Non ti addolori questa cosa, perché la spada divora or l'uno or l'altro; combatti con maggior forza contro la città e distruggila". E tu fagli coraggio».
11 26 Quando la moglie di Uriah udì che Uriah suo marito era morto, fece cordoglio per suo marito.
11 27 Terminato il lutto, Davide la mandò a prendere e l'accolse in casa sua. Ella divenne sua moglie e gli partorì un figlio. Ma ciò che Davide aveva fatto dispiacque all'Eterno.
12 1 Poi l'Eterno mandò a Davide Nathan; e Nathan andò da lui e gli disse: «Vi erano due uomini nella stessa città, uno ricco e l'altro povero.
12 2 Il ricco aveva un gran numero di greggi e mandrie;
12 3 ma il povero non aveva nulla, se non una piccola agnella che egli aveva comprato e nutrito; essa era cresciuta insieme a lui e ai suoi figli, mangiando il suo cibo, bevendo alla sua coppa e dormendo sul suo seno; era per lui come una figlia.
12 4 Un viandante giunse a casa dell'uomo ricco; questi rifiutò di prendere dal suo gregge e dalla sua mandria per preparare da mangiare al viandante giunto da lui, ma prese l'agnella di quel povero e la fece preparare per l'uomo venuto da lui».
12 5 Allora l'ira di Davide si accese grandemente contro quell'uomo e disse a Nathan: «Com'è vero che l'Eterno vive, colui che ha fatto questo merita la morte!
12 6 Egli pagherà quattro volte il valore dell'agnella, per aver fatto una tale cosa e non aver avuto pietà».
12 7 Allora Nathan disse a Davide: «Tu sei quell'uomo! Così dice l'Eterno, il DIO d'Israele: "Io ti ho unto re d'Israele e ti ho liberato dalle mani di Saul.
12 8 Ti ho dato la casa del tuo signore, ho messo nelle tue braccia le donne del tuo signore e ti ho dato la casa d'Israele e di Giuda; e se questo era troppo poco, io ti avrei dato molte altre cose.
12 9 Perché dunque hai disprezzato la parola dell'Eterno, facendo ciò che è male ai suoi occhi? Tu hai fatto morire con la spada Uriah lo Hitteo, hai preso per moglie la sua moglie e lo hai ucciso con la spada dei figli di Ammon.
12 10 Or dunque la spada non si allontanerà mai dalla tua casa, perché tu mi hai disprezzato e hai preso la moglie di Uriah lo Hitteo per essere tua moglie".
12 11 Così dice l'Eterno: "Ecco, io farò venire contro di te la sciagura dalla tua stessa casa, e prenderò le tue mogli sotto i tuoi occhi per darle ad un altro, che si unirà con loro in pieno giorno.
12 12 Poiché tu l'hai fatto in segreto, ma io farò questo davanti a tutto Israele alla luce del sole"».
12 13 Allora Davide disse a Nathan: «Ho peccato contro l'Eterno». Nathan rispose a Davide: «L'Eterno ha rimosso il tuo peccato; tu non morrai.
12 14 Tuttavia, poiché facendo questo tu hai dato ai nemici dell'Eterno occasione di bestemmiare, il figlio che ti è nato dovrà morire».
12 15 Poi Nathan tornò a casa sua. L'Eterno quindi colpì il bambino che la moglie di Uriah aveva partorito a Davide, ed egli si ammalò.
12 16 Allora Davide supplicò DIO per il bambino e digiunò; poi entrò in casa e passò la notte giacendo per terra.
12 17 Gli anziani della sua casa insistettero con lui perché si alzasse da terra ma egli non volle e rifiutò di prendere cibo con loro.
12 18 Or avvenne che il settimo giorno il bambino morì e i servi di Davide temevano di fargli sapere che il bambino era morto, perché dicevano: «Ecco, quando il bambino era ancora vivo, noi gli abbiamo parlato ma egli non ha ascoltato le nostre parole. Come faremo ora a dirgli che il bambino è morto? Potrebbe procurarsi del male».
12 19 Quando Davide vide che i suoi servi parlavano sottovoce, comprese che il bambino era morto; perciò Davide disse ai suoi servi: «E' morto il bambino?». Essi risposero: «E' morto».
12 20 Allora Davide si alzò da terra, si lavò, Si unse e cambiò le sue vesti, poi andò nella casa dell'Eterno e si prostrò; tornò quindi a casa sua e chiese che gli portassero del cibo, e mangiò.
12 21 I suoi servi gli dissero: «Che cosa hai fatto? Quando il bambino era ancora vivo, hai digiunato e hai pianto; dopo invece che il bambino è morto, ti sei alzato e hai mangiato».
12 22 Egli rispose: «Quando il bambino era vivo ancora, digiunavo e piangevo, perché dicevo: "Chi sa che l'Eterno non abbia pietà di me e lasci vivere il bambino?". Ma ora egli è morto. Perché dovrei digiunare?
12 23 Posso forse farlo ritornare? Io andrò da lui, ma egli non ritornerà da me!».
12 24 Poi Davide consolò Bath-Sceba sua moglie, entrò da lei e si coricò insieme; così ella partorì un figlio, che egli chiamò Salomone; e l'Eterno lo amò.
12 25 Mandò poi un messaggio tramite il profeta Nathan che gli pose nome Jedidiah, a motivo dell'amore dell'Eterno.
12 26 Intanto Joab combattè contro Rabbah dei figli di Ammon ed espugnò la città reale.
12 27 Joab mandò quindi messaggeri a Davide per dirgli: «Ho assalito Rabbah e mi sono impadronito delle sue provviste d'acqua.
12 28 Ora perciò raduna il resto del popolo, accampati contro la città e prendila altrimenti prenderò io la città ed essa porterà il mio nome».
12 29 Allora Davide radunò tutto il popolo, andò a Rabbah, l'assalì e la prese.
12 30 Tolse poi dalla testa del loro re la corona, che pesava un talento d'oro e conteneva pietre preziose; essa fu posta sulla testa di Davide. Inoltre egli portò via dalla città un grandissimo bottino.
12 31 Fece uscire gli abitanti che erano nella città e li mise al lavoro con seghe erpici di ferro, scuri di ferro, e li pose a lavorare in fornaci di mattoni, così fece a tutte le città dei figli di Ammon. Poi Davide tornò a Gerusalemme con tutto il popolo.
13 1 In seguito avvenne che Absalom figlio di Davide, aveva una sorella molto bella chiamata Tamar; or Amnon, figlio di Davide, si innamorò di lei.
13 2 Amnon fu preso da tale passione per sua sorella Tamar da cadere malato, perché essa era vergine; e pareva difficile ad Amnon di poterle fare qualcosa.
13 3 Or Amnon aveva un amico, chiamato Jonadab, figlio di Scimeah, fratello di Davide; Jonadab era un uomo molto astuto.
13 4 Questi gli disse: «Perché mai, o figlio del re, continui a dimagrire ogni giorno che passa? Non me lo vuoi dire?». Amnon gli rispose: «Sono innamorato di Tamar, sorella di mio fratello Absalom».
13 5 Allora Jonadab gli disse: «Mettiti a letto e fingiti malato; quando poi tuo padre verrà a vederti, digli: "Fa', ti prego, che mia sorella Tamar venga a darmi da mangiare e a preparare il cibo in mia presenza, affinché io veda e lo prenda dalle sue mani"».
13 6 Così Amnon si mise a letto e si finse ammalato; quando poi il re lo venne a vedere, Amnon gli disse: «Lascia, ti prego, che mia sorella Tamar venga e faccia un paio di focacce in mia presenza; così prenderò cibo dalle sue mani».
13 7 Allora Davide mandò a casa di Tamar a dirle: «Va' a casa di tuo fratello Amnon e preparagli qualcosa da mangiare».
13 8 Tamar andò a casa di suo fratello Amnon, che si trovava a letto. Prese quindi un po' di farina la impastò, ne fece delle focacce sotto i suoi occhi e le fece cuocere.
13 9 Poi prese la padella e versò le focacce davanti a lui; ma Amnon rifiutò di mangiare e disse: «Fate uscire di qui tutta la gente». Tutti quanti uscirono.
13 10 Allora Amnon disse a Tamar: «Portami il cibo in camera e lo prenderò dalle tue mani». Così Tamar prese le focacce che aveva fatto e le portò in camera a Amnon suo fratello.
13 11 Mentre gliele dava da mangiare, egli l'afferrò e le disse: «Vieni, coricati con me, sorella mia».
13 12 Lei gli rispose: «No, fratello mio, non umiliarmi così; questo non si fa in Israele; non commettere una tale infamia!
13 13 Io dove andrei a portare la mia vergogna? Tu invece saresti considerato uno scellerato in Israele. Ora, ti prego, parlane piuttosto al re, ed egli non mi rifiuterà a te».
13 14 Egli però non volle ascoltarla ma essendo più forte di lei, la violentò e si coricò con lei.
13 15 Poi Amnon prese a odiarla di un odio grandissimo, cosicché l'odio che aveva per lei era più grande dell'amore con cui prima l'aveva amata. Così Amnon le disse: «Lèvati, vattene!».
13 16 Ma ella rispose: «Oh no! Il danno che mi faresti scacciandomi sarebbe maggiore di quello che mi hai già fatto». Egli però non volle ascoltarla.
13 17 Chiamato quindi il servo che lo assisteva, gli disse: «Scaccia costei lontano da me e chiudi la porta dietro di lei».
13 18 Ella indossava una tunica con le maniche perché così vestivano le figlie del re ancora vergini. Il servo di Amnon dunque la mise fuori e chiuse la porta dietro di lei.
13 19 Tamar allora si cosparse la testa di cenere, si stracciò di dosso la tunica con le maniche, si mise la mano sul capo e se ne andò gridando.
13 20 Absalom, suo fratello, le disse: «Forse tuo fratello Amnon è stato con te? Per ora taci, sorella mia; egli è tuo fratello non avvilirti per questo». Così Tamar se ne rimase desolata in casa di Absalom suo fratello.
13 21 Quando il re Davide venne a sapere di tutte queste cose, ne fu fortemente adirato.
13 22 Ma Absalom non rivolse ad Amnon alcuna parola, né in bene né in male perché odiava Amnon per aver umiliato sua sorella Tamar.
13 23 Due anni dopo, avendo Absalom i tosatori a Baal-Hatsor presso Efraim, invitò tutti i figli del re.
13 24 Absalom andò a trovare il re e gli disse: «Ecco, il tuo servo ha i tosatori, ti prego, venga anche il re con i suoi servi a casa del tuo servo!».
13 25 Ma il re disse ad Absalom: «No, figlio mio, non veniamo tutti ora, per non esserti di peso». Benché egli insistesse, il re non volle andare, ma gli diede la sua benedizione.
13 26 Absalom allora disse: «Se non vuoi venire tu, ti prego, permetti ad Amnon mio fratello di venire con noi». Il re gli rispose: «Perché dovrebbe venire con te?».
13 27 Ma Absalom tanto insistè, che Davide lasciò andare con lui Amnon e tutti i figli del re.
13 28 Or Absalom aveva dato quest'ordine ai suoi servi, dicendo: «Fate attenzione, quando Amnon sarà brillo per il vino e io vi dirò: "Colpite Amnon!", voi uccidetelo e non abbiate paura. Non sono io che ve lo comando? Siate coraggiosi e mostratevi forti!».
13 29 Così i servi di Absalom fecero ad Amnon come Absalom aveva comandato. Allora tutti i figli del re si levarono, montarono ciascuno sul suo mulo e fuggirono.
13 30 Mentre essi erano ancora per strada, giunse a Davide questa notizia: «Absalom ha ucciso tutti i figli del re e non ne è scampato neppure uno».
13 31 Allora il re si levò, si strappò le vesti e si gettò per terra, e tutti i suoi servi gli stavano attorno, con le vesti stracciate.
13 32 Ma Jonadab, figlio di Scimeah, fratello di Davide, prese a dire: «Non pensi il mio signore che tutti i giovani, i figli del re, sono stati uccisi; il solo Amnon è morto. Per comando di Absalom la cosa era stata decisa fin dal giorno che Amnon umiliò sua sorella Tamar.
13 33 Ora perciò il re mio signore non si addolori, pensando che tutti i figli del re siano morti; il solo Amnon è morto
13 34 e Absalom è fuggito». Intanto il giovane che era di sentinella alzò gli occhi, guardo, ed ecco che una gran moltitudine di gente veniva sulla strada alle sue spalle, dal lato del monte.
13 35 Jonadab disse al re: «Ecco i figli del re che arrivano! La cosa sta come il tuo servo ha detto».
13 36 Come ebbe finito di parlare ecco giungere i figli del re, i quali alzarono la voce e piansero; anche il re e tutti i suoi servi piansero dirottamente.
13 37 Absalom invece era fuggito ed era andato da Talmai, figlio di Ammihud re di Gheshur. Davide faceva cordoglio per suo figlio ogni giorno.
13 38 Così Absalom fuggì e andò a Gheshur dove rimase tre anni.
13 39 Il re Davide desiderava andare da Absalom, perché Davide si era ormai consolato della morte di Amnon.
14 1 Or Joab, figlio di Tseruiah, si accorse che il cuore del re era preoccupato per Absalom.
14 2 Così Joab mandò qualcuno a Tekoa e ne fece venire una donna saggia, alla quale disse: «Fingi di essere in lutto e indossa una veste da lutto; non ungerti con olio, ma comportati come una donna che pianga da molto tempo un morto.
14 3 Va' quindi dal re e parlagli in questo modo». E Joab le mise in bocca ciò che doveva dire.
14 4 La donna di Tekoa andò dunque a parlare al re, si gettò con la faccia a terra, si prostrò e disse: «Aiuto, o re!».
14 5 Il re le disse: «Che hai?». Ella rispose: «Purtroppo sono una vedova e mio marito è morto.
14 6 La tua serva aveva due figli, ma i due ebbero una lite fra di loro nei campi e non essendoci nessuno a separarli, uno colpì l'altro e l'uccise.
14 7 Ora tutta la parentela è insorta contro la tua serva, dicendo: "Consegnaci colui che ha ucciso il fratello, affinché lo facciamo morire per la vita di suo fratello che egli ha ucciso e per sterminare anche l'erede". In questo modo spegneranno l'unico tizzone acceso che mi è rimasto e non lasceranno a mio marito né nome né discendenza sulla faccia della terra».
14 8 Il re disse alla donna: «Va' a casa tua io darò ordini a tuo riguardo».
14 9 La donna di Tekoa disse al re: «O re mio signore, la colpa cada su di me e sulla casa di mio padre, ma il re e il suo trono siano innocenti».
14 10 Il re disse: «Se qualcuno ti dovesse dire qualcosa, conducilo da me e vedrai che non ti molesterà più».
14 11 Allora ella disse: «Si ricordi, per favore, il re, dell'Eterno, il tuo DIO, affinché il vendicatore del sangue non continui più a distruggere perché mio figlio non sia sterminato». Egli rispose: «Com'è vero che l'Eterno vive, non cadrà a terra un sol capello di tuo figlio!».
14 12 Allora la donna disse: «Deh, permetti che la tua serva dica ancora una parola al re, mio signore!». Egli rispose: «Di' pure».
14 13 Riprese la donna: «Perché hai tu ideato una cosa del genere contro il popolo di DIO? Parlando in questo modo, infatti, il re è in qualche modo colpevole, perché il re non fa ritornare chi è in esilio.
14 14 Noi dobbiamo morire e siamo come acqua versata in terra, che non si può raccogliere, ma DIO non toglie la vita, ma escogita il modo col quale chi è in esilio non rimanga lontano da lui.
14 15 Ora sono venuta a parlare di questa cosa al re mio signore, perché il popolo mi ha fatto paura; e la tua serva ha detto: "Voglio parlare al re; forse il re farà ciò che la sua serva gli dirà.
14 16 Il re ascolterà la sua serva e la libererà dalle mani di quelli che vogliono sterminare me e mio figlio dalla eredità di DIO".
14 17 La tua serva diceva: "Oh, possa la parola del re, mio signore, darmi conforto perché il re mio signore è come un angelo di DIO nel discernere il bene e il male". L'Eterno, il tuo DIO, sia con te».
14 18 Il re rispose e disse alla donna: «Ti prego, non nascondermi nulla di ciò che ti domanderò». La donna disse: «Parli pure il re, mio signore».
14 19 Allora il re disse: «La mano di Joab non è forse con te in tutto questo?». La donna rispose: «Com'è vero che tu vivi, o re mio signore, la cosa sta né più né meno come ha detto il re mio signore, è stato infatti il tuo servo Joab che mi ha dato questi ordini e ha messo tutte queste parole in bocca alla tua serva.
14 20 Il tuo servo Joab ha fatto questo per produrre un cambiamento nella presente situazione; ma il mio signore ha la stessa sapienza di un angelo di DIO per capire tutto ciò che avviene sulla terra».
14 21 Allora il re disse a Joab: «Ecco, farò proprio questo. Va' dunque e fa' tornare il giovane Absalom».
14 22 Allora Joab si gettò con la faccia a terra, si prostrò e benedisse il re. Poi Joab disse: «Oggi il tuo servo riconosce di aver trovato grazia ai tuoi occhi o re, mio signore, perché il re ha fatto ciò che il suo servo ha chiesto».
14 23 Così Joab si levò e andò a Gheshur, e condusse Absalom a Gerusalemme.
14 24 Ma il re disse: «Si ritiri in casa sua e non veda la mia faccia!». Così Absalom si ritirò in casa sua e non vide la faccia del re.
14 25 Or in tutto Israele non vi era uomo che fosse lodato per la sua bellezza come Absalom; dalla pianta dei piedi alla cima del capo non vi era in lui difetto alcuno.
14 26 Quando si faceva tagliare i capelli (e se li faceva tagliare ogni anno perché la capigliatura gli pesava troppo), egli pesava i capelli del suo capo; essi pesavano duecento sicli a peso del re.
14 27 Ad Absalom nacquero tre figli e una figlia di nome Tamar, che era donna di bell'aspetto.
14 28 Absalom abitò a Gerusalemme due anni, senza vedere la faccia del re.
14 29 Poi Absalom fece chiamare Joab per mandarlo dal re, ma egli non volle venire da lui; lo mandò a chiamare una seconda volta, ma non volle venire.
14 30 Allora Absalom disse ai suoi servi: «Ecco, il campo di Joab è vicino al mio e vi è l'orzo; andate ad appiccarvi il fuoco!». Così i servi di Absalom appiccarono il fuoco al campo.
14 31 Allora Joab si levò, andò a casa di Absalom e gli disse: «Perché i tuoi servi hanno dato fuoco al mio campo?».
14 32 Absalom rispose a Joab: «Io ti avevo mandato a dire: "Vieni qui, affinché possa mandarti dal re a dirgli: Perché sono tornato da Gheshur? Sarebbe meglio per me se fossi rimasto là". Ora quindi permettimi di vedere la faccia del re. Se poi in me vi è qualche iniquità, che mi faccia morire!».
14 33 Joab allora andò dal re e gli riferì la cosa. Questi fece chiamare Absalom che venne dal re e si prostrò con la faccia a terra davanti a lui; e il re baciò Absalom.
15 1 Dopo questo Absalom si procurò un cocchio, cavalli e cinquanta uomini che corressero davanti a lui.
15 2 Absalom si alzava al mattino presto e si metteva a lato della via che portava alla porta della città. Così, se qualcuno aveva una causa e andava dal re per ottenere giustizia, Absalom lo chiamava e gli diceva: «Di quale città sei?». L'altro gli rispondeva: «Il tuo servo è di tale e tale tribù d'Israele».
15 3 Allora Absalom gli diceva: «Vedi, le tue ragioni sono buone e giuste, ma non c'è nessuno da parte del re che ti ascolti».
15 4 Poi Absalom aggiungeva: «Se facessero me giudice del paese, chiunque avesse un processo o una causa verrebbe da me, e io gli farei giustizia».
15 5 Quando poi qualcuno si avvicinava per prostrarsi davanti a lui egli stendeva la mano, lo prendeva e lo baciava.
15 6 Absalom faceva così con tutti quelli d'Israele che venivano dal re per chiedere giustizia; in questo modo Absalom si cattivò il cuore della gente d'Israele.
15 7 Or avvenne che, dopo quattro anni, Absalom disse al re: «Ti prego lasciami andare ad Hebron ad adempiere un voto che ho fatto all'Eterno.
15 8 Poiché, durante la sua permanenza a Gheshur in Siria, il tuo servo ha fatto un voto, dicendo: "Se l'Eterno mi riconduce a Gerusalemme, io servirò l'Eterno!"».
15 9 Il re gli disse: «Va' in pace!». Allora egli si levò e andò a Hebron.
15 10 Poi Absalom mandò degli emissari per tutte le tribù d'Israele, a dire: «Quando sentirete il suono della tromba, direte: "Absalom è proclamato re a Hebron"».
15 11 Con Absalom partirono da Gerusalemme duecento uomini, come invitati; essi andarono innocentemente, senza sapere nulla.
15 12 Absalom, mentre offriva i sacrifici, mandò a chiamare dalla sua città di Ghiloh Ahithofel, il Ghilonita, consigliere di Davide. Così la congiura acquistava forza perché il popolo andava crescendo di numero intorno ad Absalom.
15 13 Arrivò quindi da Davide un messaggero a dire: «Il cuore degli uomini d'Israele segue Absalom».
15 14 Allora Davide disse a tutti i suoi servi che erano con lui a Gerusalemme: «Levatevi e fuggiamo; altrimenti nessuno di noi scamperà dalle mani di Absalom. Affrettatevi a partire affinché non ci sorprenda improvvisamente e faccia cadere su di noi la rovina, e non colpisca la città passandola a fil di spada».
15 15 I servi del re gli dissero: «Ecco i tuoi servi sono pronti a fare tutto ciò che piacerà al re, nostro signore».
15 16 Il re dunque partì, seguito da tutta la sua casa, ma lasciò dieci concubine a custodire, il palazzo.
15 17 Il re partì, seguito da tutto il popolo, e si fermarono all'ultima casa.
15 18 Tutti i servi del re passavano davanti, accanto a lui, tutti i Kerethei, tutti i Pelethei, e tutti i Ghittei, che l'avevano seguito da Gath in numero di seicento, camminavano davanti al re.
15 19 Allora il re disse a Ittai di Gath «Perché vieni anche tu con noi? Torna indietro e rimani col re, perché sei un forestiero per di più un esule dalla tua patria.
15 20 Tu sei arrivato solo ieri e oggi dovrei farti vagare con noi, quando io stesso non so dove vado? Torna indietro e riconduci con te i tuoi fratelli in benignità e fedeltà».
15 21 Ma Ittai rispose al re dicendo: «Com'è vero che l'Eterno vive e che vive il re mio signore, in qualunque luogo sarà il re mio signore per morire o per vivere, là sarà anche il tuo servo».
15 22 Allora Davide disse a Ittai: «Va'avanti e prosegui». Così Ittai il Ghitteo passò oltre con tutta la sua gente e con tutti i fanciulli che erano con lui.
15 23 Tutti quelli del paese piangevano ad alta voce, mentre tutto il popolo passava. Il re passò il torrente Kidron e tutto il popolo passò in direzione del deserto.
15 24 Ed ecco venire anche Tsadok con tutti i Leviti, i quali portavano l'arca del patto di DIO. Essi deposero l'arca di DIO e Abiathar offrì sacrifici, finché tutto il popolo finì di uscir dalla città.
15 25 Poi il re disse a Tsadok: «Riporta in città l'arca di DIO! Se io trovo grazia agli occhi dell'Eterno, egli mi farà tornare e me la farà rivedere insieme con la sua dimora.
15 26 Ma se dice: "Non ti gradisco", eccomi, faccia di me ciò che gli pare».
15 27 Il re disse ancora al sacerdote Tsadok: «Non sei tu il veggente? Torna in pace in città con i due vostri figli: Ahimaats, tuo figlio e Gionathan, figlio di Abiathar.
15 28 Vedete, io aspetterò nelle pianure del deserto, finché non mi giunga da parte vostra qualche parola per avvertirmi».
15 29 Così Tsadok e Abiathar riportarono a Gerusalemme l'arca di DIO e là rimasero.
15 30 Davide saliva il pendio del monte degli Ulivi e, salendo, piangeva; camminava col capo coperto e a piedi scalzi. E tutta la gente che era con lui aveva il capo coperto e, salendo, piangeva.
15 31 Qualcuno venne a dire a Davide: «Ahithofel è con Absalom tra i congiurati». Davide disse: «O Eterno, ti prego rendi vani i consigli di Ahithofel!».
15 32 Quando Davide giunse in vetta al monte, dove adorò DIO, ecco farglisi incontro Hushai, l'Arkita con la veste stracciata e il capo coperto di terra.
15 33 Davide gli disse: «Se tu prosegui con me, mi sarai di peso;
15 34 ma se torni in città e dici ad Absalom: "lo sarò tuo servo, o re; come fui servo di tuo padre nel passato, così sarò ora tuo servo", tu renderai vano in mio favore il consiglio di Ahithofel.
15 35 Non avrai là con te i sacerdoti Tsadok ed Abiathar? Tutto ciò che sentirai dire da parte della casa del re lo farai sapere ai sacerdoti Tsadok ed Abiathar.
15 36 Ecco, essi hanno là con sé i loro due figli, Ahimaats figlio di Tsadok e Gionathan figlio di Abiathar; per mezzo di loro mi farete sapere tutto ciò che sentirete»
15 37 Così Hushai amico di Davide, tornò in città e Absalom entrò in Gerusalemme.
16 1 Davide aveva di poco superato la cima del monte, quand'ecco Tsiba servo di Mefibosceth gli si fece incontro con un paio di asini sellati e carichi di duecento pani, cento grappoli di uva secca, cento frutti d'estate e un otre di vino.
16 2 Il re disse a Tsiba: «Cosa intendi fare con queste cose?». Tsiba rispose: «Gli asini serviranno di cavalcatura alla casa del re; il pane e i frutti d'estate sono per nutrire i giovani, e il vino è perché ne bevano quelli che saranno stanchi nel deserto».
16 3 Il re disse: «Dov'è il figlio del tuo signore?». Tsiba rispose al re: «Ecco, è rimasto a Gerusalemme, perché ha detto: "Oggi la casa d'Israele mi restituirà il regno di mio padre"».
16 4 Allora il re disse a Tsiba: «Ecco tutto ciò che appartiene a Mefibosceth è tuo». Tsiba rispose: «Io mi prostro davanti a te. Possa io trovare grazia ai tuoi occhi, o re mio signore!».
16 5 Quando il re Davide giunse a Bahurim, ecco uscire di là un uomo della stessa parentela della casa di Saul, di nome Scimei, figlio di Ghera. Egli usciva proferendo maledizioni,
16 6 e gettava sassi contro Davide e contro tutti i servi del re Davide, mentre tutto il popolo e tutti gli uomini di valore stavano alla destra e alla sinistra del re.
16 7 Mentre malediceva Scimei diceva «Vattene, vattene, uomo sanguinario e scellerato!
16 8 L'Eterno ha fatto cadere sul tuo capo tutto il sangue della casa di Saul, al posto del quale tu hai regnato; e l'Eterno ha dato il regno nelle mani di Absalom, tuo figlio; ed eccoti ora preso nella tua stessa malvagità, perché sei un uomo sanguinario».
16 9 Allora Abishai, figlio di Tseruiah, disse al re: «Perché questo cane morto deve maledire il re, mio signore? Ti prego, lascia che io vada a troncargli la testa!».
16 10 Ma il re rispose: «Che ho da fare con voi, figli di Tseruiah? Per cui lasciatelo maledire, perché l'Eterno gli ha detto: "Maledici Davide!". E chi può dire: "Perché fai così?"».
16 11 Poi Davide disse ad Abishai e a tutti i suoi servi: «Ecco, mio figlio, che è uscito dalle mie viscere, cerca di togliermi la vita; a maggior ragione quindi questo Beniaminita! Lasciatelo stare e lasciate che maledica, perché glielo ha ordinato l'Eterno.
16 12 Forse l'Eterno vedrà la mia afflizione e l'Eterno mi farà del bene in cambio delle sue maledizioni di oggi».
16 13 Così Davide e la sua gente continuarono il loro cammino; anche Scimei camminava sul fianco del monte, di fronte a Davide e, cammin facendo, lo malediceva, gli tirava sassi e lanciava polvere.
16 14 Il re e tutta la gente che era con lui arrivarono a destinazione stanchi, e là si rianimarono.
16 15 Nel frattempo Absalom e tutto il popolo, gli uomini d'Israele, erano entrati in Gerusalemme, Ahithofel era con lui.
16 16 Quando Hushai, l'Arkita, l'amico di Davide, giunse da Absalom, Hushai disse ad Absalom: «Viva il re! Viva il re!».
16 17 Absalom disse a Hushai: «E' questo l'amore che porti al tuo amico? Perché non sei tu andato col tuo amico?».
16 18 Hushai rispose ad Absalom: «No, io sarò di colui che l'Eterno e questo popolo e tutti gli uomini d'Israele hanno scelto, e con lui rimarrò.
16 19 Non dovrei forse servire suo figlio? Come ho servito tuo padre, così servirò te».
16 20 Allora Absalom disse a Ahithofel: «Date il vostro consiglio! Cosa dobbiamo fare?».
16 21 Ahithofel rispose ad Absalom: «Entra dalle concubine di tuo padre, che egli ha lasciato a custodire la casa così tutto Israele saprà che ti sei reso odioso a tuo padre e si rafforzerà il coraggio di quelli che sono con te».
16 22 Eressero quindi una tenda sulla terrazza per Absalom, e Absalom entrò dalle concubine di suo padre sotto gli occhi di tutto Israele.
16 23 In quei giorni, un consiglio dato da Ahithofel aveva lo stesso valore di chi avesse consultato la parola di DIO. Così era ogni consiglio di Ahithofel tanto per Davide che per Absalom.
17 1 Poi Ahithofel disse ad Absalom: «Lasciami scegliere dodicimila uomini, perché possa andare a inseguire Davide questa notte stessa;
17 2 piombando su di lui mentre è stanco e debole, lo spaventerò e tutta la gente che è con lui si darà alla fuga; così potrò colpire solamente il re,
17 3 ma ricondurrò a te tutto il popolo. La morte dell'uomo che cerchi favorirà il ritorno di tutti; così tutto il popolo sarà in pace».
17 4 La proposta piacque ad Absalom e a tutti gli anziani d'Israele.
17 5 Tuttavia Absalom disse: «Chiamate anche Hushai, l'Arkita, e sentiamo ciò che anch'egli ha da dire».
17 6 Quando Hushai venne da Absalom, Absalom gli disse: «Ahithofel ha parlato in questo modo; dobbiamo fare come ha detto lui? Se no, fa' tu una proposta!».
17 7 Hushai rispose ad Absalom: «Questa volta il consiglio dato da Ahithofel non è buono».
17 8 Hushai soggiunse: «Tu conosci tuo padre e i suoi uomini e sai che sono uomini valorosi e che sono esacerbati come un'orsa privata dei figli nella campagna; inoltre tuo padre è un uomo di guerra e non passerà la notte col popolo.
17 9 Certamente a quest'ora egli è nascosto in qualche buca o in qualche altro luogo; se all'inizio dovesse piombare addosso ad alcuni dei tuoi, chiunque lo verrà a sapere: dirà: "Tra la gente che seguiva Absalom c'è stata una strage".
17 10 Allora il più valoroso, anche se avesse un cuore di leone, si scoraggerà grandemente, perché tutto Israele sa che tuo padre è un prode e che gli uomini con lui sono valorosi.
17 11 Perciò io consiglio che tutto Israele da Dan fino a Beer-Sceba si raduni intorno a te, numeroso come la sabbia che è sul lido del mare, e che tu in persona vada alla battaglia.
17 12 Così lo raggiungeremo in qualunque luogo si troverà e gli piomberemo addosso come la rugiada cade sul suolo; e di tutti gli uomini che sono con lui non ne scamperà uno solo.
17 13 Se invece si ritira in qualche città, tutto Israele porterà funi a quella città e noi la trascineremo nel torrente finché non rimanga là una sola pietra».
17 14 Absalom e tutti gli uomini d'Israele dissero: «Il consiglio di Hushai, l'Arkita è migliore di quello di Ahithofel». L'Eterno infatti aveva stabilito di rendere inefficace il buon consiglio di Ahithofel, per far cadere la rovina sopra Absalom.
17 15 Allora Hushai disse ai sacerdoti Tsadok e Abiathar: «Ahithofel ha consigliato Absalom e gli anziani d'Israele così e così, mentre io ho consigliato in questo e questo modo.
17 16 Ora perciò mandate in fretta ad informarne Davide e ditegli: "Non passare la notte nelle pianure del deserto, ma senz'altro va' oltre, affinché il re e tutta la gente che è con lui non vengano sterminati"».
17 17 Or Gionathan e Ahimaats rimasero a En-Roghel, perché non potevano farsi vedere a entrare in città; così una serva sarebbe andata ad informarli, ed essi sarebbero andati ad informare il re Davide.
17 18 Ma un ragazzo li vide ed avvertì Absalom. I due allora partirono di corsa e giunsero a Bahurim a casa di un uomo che aveva nel suo cortile una cisterna, e vi si calarono.
17 19 La donna quindi prese una coperta, la distese sulla bocca della cisterna e vi sparse sopra del grano macinato, senza che alcuno se ne accorgesse.
17 20 Quando i servi di Absalom andarono in casa della donna e chiesero: «Dove sono Ahimaats e Gionathan?», la donna rispose loro: «Hanno passato il ruscello». Essi allora si misero a cercarli ma non riuscendo a trovarli, tornarono a Gerusalemme.
17 21 Dopo che questi se ne furono andati i due uscirono dalla cisterna e andarono ad informare il re Davide. E dissero a Davide: «Affrettatevi e passate subito il fiume, perché questo è ciò che Ahithofel ha consigliato contro di voi».
17 22 Allora Davide si levò con tutta la gente che era con lui e passò il Giordano. Allo spuntar del giorno, non era rimasto neppure uno, che non avesse passato il Giordano.
17 23 Quando Ahithofel vide che il suo consiglio non era stato seguito, sellò il suo asino e partì per andare a casa sua nella sua città. Mise in ordine le faccende di casa sua e s'impiccò. Così morì e fu sepolto nel sepolcro di suo padre.
17 24 Poi Davide giunse a Mahanaim; e Absalom passò il Giordano, con tutta la gente d'Israele.
17 25 Absalom aveva posto a capo dell'esercito Amasa, invece di Joab Or Amasa era figlio di un uomo chiamato Jithra, l'Israelita, il quale aveva avuto rapporti sessuali con Abigail figlia di Nahash, sorella di Tseruiah, madre di Joab.
17 26 Così Israele e Absalom si accamparono nel paese di Galaad.
17 27 Quando Davide giunse a Mahanaim Shobi, figlio di Nahash da Rabbah dei figli di Ammon, Makir, figlio di Ammiel da Lodebar, e Barzillai, il Galaadita da Roghelim,
17 28 portarono letti, bacinelle, vasi di terra, grano, orzo, farina, grano arrostito, fave, lenticchie, legumi arrostiti,
17 29 miele, burro, pecore e formaggi di vacca per Davide e per la gente che era con lui, affinché mangiassero, poiché dicevano: «Questa gente ha patito fame, stanchezza e sete nel deserto».
18 1 Davide passò in rassegna la gente che era con lui e costituì su di loro capitani di migliaia e capitani di centinaia.
18 2 Poi Davide mandò avanti un terzo della sua gente sotto il comando di Joab, un terzo sotto il comando di Abishai, figlio di Tseruiah, fratello di Joab, e un terzo sotto il comando di Ittai di Gath. Poi il re disse al popolo: «Voglio andare anch'io con voi!».
18 3 Ma il popolo rispose: «Tu non devi venire, perché se noi fossimo messi in fuga, non darebbero alcuna importanza a noi; anche se morisse la metà di noi non darebbero alcuna importanza a noi; ma tu conti come diecimila di noi; è meglio dunque che tu sia pronto a darci aiuto dalla città».
18 4 Il re rispose loro: «Farò ciò che vi sembra bene». Così il re rimase accanto alla porta, mentre tutto il popolo usciva a schiere di cento e di mille uomini.
18 5 Il re diede quest'ordine a Joab, a Abishai e a Ittai: «Per amor mio, trattate con riguardo il giovane Absalom!». Tutto il popolo udì quando il re diede a tutti i capitani quest'ordine nei confronti di Absalom.
18 6 Così l'esercito uscì in campo contro Israele e la battaglia ebbe luogo nella foresta di Efraim.
18 7 Il popolo d'Israele fu là sconfitto dai servi di Davide; e in quel luogo la strage fu grande: in quel giorno caddero ventimila uomini.
18 8 La battaglia si estese su tutta la regione; e la foresta divorò più gente di quanta ne avesse divorato la spada.
18 9 Poi Absalom s'imbattè nella gente di Davide. Absalom cavalcava un mulo; il mulo entrò sotto i fitti rami di una grande quercia e il capo di Absalom rimase impigliato nella quercia, e così rimase sospeso fra cielo e terra; mentre il mulo che era sotto di lui passava oltre.
18 10 Un uomo vide questo e avvertì Joab, dicendo: «Ho visto Absalom appeso a una quercia».
18 11 Allora Joab rispose all'uomo che lo aveva informato: «Ecco, tu l'hai visto? E perché non l'hai tu, sul posto steso morto al suolo? Io ti avrei dato dieci sicli d'argento e una cintura».
18 12 Ma quell'uomo disse a Joab: «Anche se mi fossero messi in mano mille sicli d'argento, io non stenderei la mano contro il figlio del re, poiché noi abbiamo udito l'ordine che il re ha dato a te, ad Abishai e a Ittai, dicendo: "State attenti dal fare alcun male al giovane Absalom".
18 13 Avrei di fatto agito disonestamente contro la mia stessa vita, poiché nulla rimane nascosto al re; e tu stesso saresti sorto contro di me».
18 14 Allora Joab disse: «Non voglio perdere tempo con te in questo modo». Così prese in mano tre dardi e li immerse nel cuore di Absalom, che era ancora vivo nel folto della quercia.
18 15 Poi dieci giovani scudieri di Joab circondarono Absalom, lo colpirono ancora e lo finirono.
18 16 Allora Joab fece suonare la tromba e il popolo smise d'inseguire Israele, perché Joab trattenne il popolo.
18 17 Poi presero Absalom, lo gettarono in una grande fossa nella foresta ed ammassarono sopra di lui un enorme mucchio di pietre; quindi tutto Israele fuggì, ciascuno alla sua tenda.
18 18 Or Absalom, mentre era in vita, si era eretto il monumento che è nella Valle del Re; perché diceva:» Io non ho un figlio che conservi il ricordo del mio nome». Così diede il suo nome a quel monumento, che anche oggi si chiama "monumento di Absalom".
18 19 Ahimaats, figlio di Tsadok disse a Joab: «Lasciami andare di corsa a portare al re la notizia che l'Eterno gli ha fatto giustizia contro i suoi nemici».
18 20 Joab gli rispose: «Tu non porterai la notizia oggi; la porterai un altro giorno non porterai la notizia oggi, perché il figlio del re è morto».
18 21 Poi Joab disse all'Etiope: «Va' e riferisci al re ciò che hai visto». L'Etiope s'inchinò a Joab e partì di corsa.
18 22 Ahimaats, figlio di Tsadok, disse di nuovo a Joab: «Qualunque cosa accada ti prego, lasciami correre dietro all'Etiope!». Joab gli disse: «Ma perché vorresti correre, figlio mio? Tanto non avrai alcuna ricompensa per la notizia che porti».
18 23 E l'altro: «Qualunque cosa avvenga, voglio correre». Joab gli disse: «Corri!». Allora Ahimaats prese a correre per la via della pianura e sorpassò l'Etiope.
18 24 Or Davide era seduto fra le due porte; la sentinella salì sul tetto della porta vicino alle mura; alzò gli occhi e guardò, ed ecco un uomo che correva tutto solo.
18 25 La sentinella gridò e avvertì il re. Il re disse: «Se è solo, porta notizie». E quello andava avvicinandosi sempre più.
18 26 Poi la sentinella vide un altro uomo che correva e gridò al guardiano della porta: «Ecco un altro uomo che corre tutto solo!». Il re disse: «Anche questo porta notizie».
18 27 La sentinella soggiunse: «Il modo di correre del primo mi sembra quello di Ahimaats, figlio di Tsadok!». Il re disse: «E' un uomo dabbene e viene con buone notizie».
18 28 Ahimaats gridò al re e disse: «Pace!». Poi si prostrò davanti al re con la faccia a terra e disse: «Benedetto sia l'Eterno, il tuo DIO, che ha dato in tuo potere gli uomini che avevano alzato le mani contro il re, mio signore!».
18 29 Il re disse: «Sta bene il giovane Absalom?». Ahimaats rispose: «Quando Joab ha mandato il servo del re e me tuo servo ho visto un gran tumulto, ma non so di che si trattasse».
18 30 Il re gli disse: «Spostati e rimani qui». Ed egli si spostò e rimase là.
18 31 Proprio allora giunse l'Etiope, e l'Etiope disse: «Buone notizie, o re mio signore. L'Eterno oggi ti ha fatto giustizia, liberandoti dalle mani di tutti quelli che erano insorti contro di te».
18 32 Il re disse all'Etiope: «Sta bene il giovane Absalom?». L'Etiope rispose: «Possano i nemici del re mio signore e tutti quelli che insorgono contro di te per farti del male, essere come quel giovane!».
18 33 Allora il re, fremendo tutto salì nella camera che era sopra la porta e pianse mentre andava diceva: «O mio figlio Absalom; mio figlio, mio figlio Absalom! Fossi morto io al tuo posto, o Absalom figlio mio, figlio mio!».
19 1 Riferirono poi a Joab: «Ecco, il re piange e fa cordoglio per Absalom».
19 2 Così la vittoria in quel giorno si cambiò in lutto per tutto il popolo, perché il popolo sentì dire in quel giorno: «Il re è afflitto a causa di suo figlio».
19 3 Il popolo in quel giorno rientrò furtivamente in città, come si allontanano di nascosto e pieni di vergogna quelli che fuggono in battaglia.
19 4 Il re si era coperto la faccia e gridava ad alta voce: «O mio figlio Absalom o Absalom figlio mio, figlio mio!».
19 5 Allora Joab entrò in casa del re e disse: «Tu oggi copri di vergogna il volto di tutta la gente che in questo giorno ha salvato la tua vita, quella dei tuoi figli e delle tue figlie, la vita delle tue mogli e quella delle tue concubine,
19 6 perché ami quelli che ti odiano e odi quelli che ti amano; oggi infatti hai mostrato che capitani e soldati non contano nulla per te; e ora capisco che se Absalom fosse vivo e noi fossimo quest'oggi tutti morti allora saresti contento.
19 7 Ora dunque levati, esci e parla al cuore dei tuoi servi perché io giuro per l'Eterno che, se non esci, nessuno resterà con te questa notte; e questa sarebbe per te sventura maggiore di tutte quelle che ti sono cadute addosso dalla tua giovinezza fino a oggi».
19 8 Allora il re si levò e si pose a sedere alla porta; e fu dato l'annunzio a tutto il popolo, dicendo: «Ecco il re sta seduto alla porta». Così tutto il popolo venne alla presenza del re. Intanto quei d'Israele erano fuggiti ciascuno alla sua tenda.
19 9 In tutte le tribù d'Israele tutto il popolo stava discutendo e diceva: «Il re ci ha liberato dalle mani dei nostri nemici e ci ha salvato dalle mani dei Filistei, e ora ha dovuto fuggire dal paese a motivo di Absalom.
19 10 Ma Absalom, che noi avevamo unto re sopra di noi, è morto in battaglia. E ora perché non parlate di far tornare il re?».
19 11 Allora il re Davide mandò a dire ai sacerdoti Tsadok e Abiathar: «Parlate agli anziani di Giuda e dite loro: "Perché dovreste essere gli ultimi a far tornare il re a casa sua, poiché i discorsi di tutto Israele sono giunti fino al re, a questa stessa casa?
19 12 Voi siete miei fratelli, voi siete mie ossa e mia carne. Perché dunque dovreste essere gli ultimi a far tornare il re?".
19 13 E dite ad Amasa: "Non sei tu mie ossa e mia carne? Così mi faccia DIO e anche peggio, se tu non diventi per sempre capo dell'esercito al posto di Joab"».
19 14 Così Davide piegò il cuore di tutti gli uomini di Giuda, come se fosse stato il cuore di un sol uomo; perciò essi mandarono a dire al re: «Ritorna tu con tutti tuoi servi».
19 15 Il re allora tornò e giunse al Giordano; e quei di Giuda vennero a Ghilgal per andare incontro al re e per fargli passare il Giordano.
19 16 Scimei, figlio di Ghera Beniaminita, che era di Bahurim, si affrettò a scendere con gli uomini di Giuda incontro al re Davide.
19 17 Egli aveva con sé mille uomini di Beniamino e Tsiba servo della casa di Saul, con i suoi quindici figli e i suoi venti servi insieme a lui. Essi passarono il Giordano davanti al re.
19 18 Essi passarono col traghetto per portare di là la famiglia del re e per fare ciò che sembrava bene al re. Intanto Scimei, figlio di Ghera, si prostrò davanti al re, nel momento in cui questi passava il Giordano,
19 19 e disse al re: «Non mi imputi il mio signore alcuna colpa e dimentichi il male che il tuo servo ha fatto il giorno in cui il re mio signore usciva da Gerusalemme; il re non ne tenga conto.
19 20 Poiché il tuo servo riconosce di aver peccato. Ed ecco, oggi sono stato il primo di tutta la casa di Giuseppe scendere incontro al re mio signore».
19 21 Ma Abishai, figlio di Tseruiah, prese a dire: «Non dovrebbe Scimei essere messo a morte per aver maledetto l'unto dell'Eterno?».
19 22 Davide disse: «Che ho io da fare con voi, o figli di Tseruiah, che vi mostrate oggi miei avversari? Si può oggi mettere a morte qualcuno in Israele? Non so io forse che oggi sono re d'Israele?».
19 23 Il re disse quindi a Scimei: «Tu non morrai!». E il re glielo giurò,
19 24 Anche Mefibosceth, nipote di Saul, scese incontro al re. Egli non si era curato i piedi, né spuntata la barba e non aveva lavato le vesti dal giorno in cui il re era partito fino a quello in cui tornava in pace.
19 25 Quando giunse da Gerusalemme per incontrare il re, il re gli disse: «Perché non sei venuto con me, Mefibosceth?».
19 26 Egli rispose: «O re, mio signore, il mio servo mi ha ingannato, perché il tuo servo aveva detto: "Io mi farò sellare l'asino, monterò e andrò col re", poiché il tuo servo è zoppo.
19 27 Inoltre egli ha calunniato il tuo servo presso il re mio signore; ma il re mio signore è come un angelo di DIO; fa' dunque ciò che ti piacerà.
19 28 Tutti quelli della casa di mio padre infatti non meritavano altro che la morte davanti al re mio signore; ciò nonostante tu avevi posto il tuo servo fra quelli che mangiano alla tua mensa. Perciò qual diritto avrei ancora di gridare al re?».
19 29 Il re gli disse: «Non occorre che tu aggiunga altre parole. Io ho deciso: Tu e Tsiba dividetevi le terre».
19 30 Allora Mefibosceth rispose al re: «Prenda pure tutto, perché il re mio signore è tornato in pace a casa sua».
19 31 Anche Barzillai, il Galaadita, scese da Roghelim e passò il Giordano col re, per accompagnarlo di là dal Giordano.
19 32 Barzillai era molto vecchio: aveva ottant'anni; era stato lui a fornire i viveri al re mentre questi si trovava a Mahanaim, perché era molto facoltoso.
19 33 Il re disse a Barzillai: «Vieni con me oltre il fiume e io provvederò al tuo sostentamento presso di me a Gerusalemme».
19 34 Ma Barzillai rispose al re: «Quanti anni di vita mi rimangono ancora perché io salga col re a Gerusalemme?.
19 35 Io ho ora ottant'anni; posso ancora distinguere ciò che è buono da ciò che è cattivo? Può il tuo servo gustare ancora ciò che mangia o ciò che beve? Posso io udire ancora la voce dei cantori e delle cantanti? Perché il tuo servo dovrebbe essere ancora di peso al re mio signore?
19 36 Il tuo servo andrà con il re oltre il Giordano per un piccolo tratto, e perché mai il re dovrebbe ripagarmi con una tale ricompensa?
19 37 Deh, lascia che il tuo servo torni indietro e che io possa morire nella mia città presso la tomba di mio padre e di mia madre! Ma ecco il tuo servo Kimham; venga lui con il re mio signore e fa' per lui ciò che ti piacerà».
19 38 Il re rispose: «Kimham verrà con me e io farò per lui quello che a te piacerà; si, io farò per te tutto ciò che mi chiedi».
19 39 Così tutto il popolo passò il Giordano e lo passò anche il re. Poi il re baciò Barzillai e lo benedisse? ed egli se ne torno a casa sua.
19 40 Il re proseguì verso Ghilgal e Kimham lo accompagnò. Tutto il popolo di Giuda scortò il re, e così fece anche la metà del popolo d'Israele.
19 41 Allora tutti gli Israeliti vennero dal re e gli dissero: «Perché i nostri fratelli gli uomini di Giuda, ti hanno portato via di nascosto e hanno fatto passare il Giordano al re, alla sua famiglia e a tutti gli uomini di Davide?».
19 42 Tutti gli uomini di Giuda risposero agli uomini d'Israele: «Poiché il re è nostro parente stretto. Perché vi adirate per questo? Abbiamo forse mangiato a spese del re, o ci ha mai dato alcun regalo?».
19 43 Ma gli uomini d'Israele risposero agli uomini di Giuda, dicendo: «A noi spettano dieci parti del re, per cui Davide e più nostro che vostro, perché dunque ci avete disprezzati? Non siamo stati noi i primi a proporre di far tornare il nostro re?». Ma il parlare degli uomini di Giuda fu più duro di quello degli uomini d'Israele.
20 1 Si trovava là un uomo scellerato di nome Sceba, figlio di Bikri, un Beniaminita, il quale suonò la tromba e disse: «Non abbiamo alcuna parte con Davide e nessuna eredità col figlio di Isai! O Israele, ciascuno alle proprie tende».
20 2 Così tutti gli uomini d'Israele abbandonarono Davide per seguire Sceba, figlio di Bikri. Ma gli uomini di Giuda rimasero uniti al loro re e lo accompagnarono dal Giordano fino a Gerusalemme.
20 3 Quando il re Davide entrò nella sua casa a Gerusalemme, prese le dieci concubine che aveva lasciato a custodire la casa, e le mise in un domicilio vigilato; egli le sostentava ma non entrava da loro; così rimasero rinchiuse fino al giorno della loro morte, in uno stato di vedovanza.
20 4 Poi il re disse ad Amasa: «Radunami gli uomini di Giuda entro tre giorni e tu stesso trovati qui».
20 5 Amasa dunque partì per radunare gli uomini di Giuda, ma tardò oltre il tempo fissatogli.
20 6 Allora Davide disse ad Abishai: «Sceba, figlio di Bikri, ci farà adesso più male di Absalom; prendi i servi del tuo signore e inseguilo perché non si procuri delle città fortificate e ci sfugga».
20 7 Sotto il suo comando andarono gli uomini di Joab, i Kerethei, i Pelethei e tutti gli uomini più valorosi, uscirono da Gerusalemme per inseguire Sceba, figlio di Bikri.
20 8 Quando essi giunsero vicino alla grande pietra che è in Gabaon, Amasa venne loro incontro. Or Joab indossava un'uniforme militare, sopra la quale portava la cintura con una spada nel fodero attaccata ai fianchi; mentre avanzava, la spada gli cadde
20 9 Joab disse ad Amasa: «Stai bene fratello mio?». Quindi Joab con la destra prese Amasa per la barba per baciarlo.
20 10 Amasa non fece attenzione alla spada con essa lo colpì al ventre e le sue viscere si sparsero per terra senza colpirlo una seconda volta, e quello morì. Poi Joab e Abishai suo fratello si misero a inseguire Sceba, figlio di Bikri.
20 11 intanto uno dei giovani di Joab era rimasto presso Amasa e diceva: «Chi vuol bene a Joab e chi è per Davide segua Joab!».
20 12 Ma Amasa si rotolava nel sangue in mezzo alla strada. Quando quell'uomo si accorse che tutto il popolo si fermava, trascinò Amasa fuori della strada in un campo e gli buttò addosso un mantello, perché vedeva che tutti quelli che gli arrivavano vicino si fermavano.
20 13 Quando fu rimosso dalla strada, tutti proseguirono al seguito di Joab per inseguire Sceba figlio di Bikri.
20 14 Joab passò attraverso tutte le tribù d'Israele fino ad Abel e a Beth-Maakah. E tutti i Berei si radunarono e lo seguirono.
20 15 Andarono poi ad assediare Sceba in Abel di Beth-Maakah e costruirono un terrapieno contro la città che si ergeva vicino alle mura; tutta la gente che era con Joab cercava di danneggiare le mura per farle cadere.
20 16 Allora una donna saggia gridò dalla città: «Ascoltate, ascoltate! Vi prego dite a Joab di avvicinarsi, perché gli voglio parlare!».
20 17 Quando le si fu avvicinato, la donna gli chiese: «Sei tu Joab?». Egli rispose, «Sono io». Allora ella gli disse: «Ascolta le parole della tua serva». Egli rispose: «Ascolto».
20 18 Ella riprese: «Una volta solevano dire: "Chiederanno consiglio ad Abel, perché così il problema era risolto.
20 19 Siamo una delle città più pacifiche e più fedeli in Israele; e tu cerchi di far perire una città che è una madre in Israele. Perché vuoi distruggere l'eredità dell'Eterno?».
20 20 Joab rispose: «Lungi, lungi da me l'idea di distruggere e di devastare.
20 21 Le cose non stanno così, ma un uomo della contrada montuosa di Efraim, di nome Sceba, figlio di Bikri ha alzato la mano contro il re, contro Davide. Consegnatemi lui solo e io mi allontanerò dalla città». La donna disse a Joab: «Ecco, la sua testa ti sarà gettata dalle mura».
20 22 Allora la donna, con la sua saggezza si rivolse a tutto il popolo; e quelli tagliarono la testa a Sceba, figlio di Bikri, e la gettarono a Joab. Questi fece suonare la tromba e tutti si allontanarono dalla città, e ognuno andò alla propria tenda. Joab tornò quindi a Gerusalemme presso il re.
20 23 Joab era a capo di tutto l'esercito d'Israele; Benaiah, figlio di Jehoiada, era a capo dei Kerethei e dei Pelethei.
20 24 Adoram era preposto ai tributi; Giosafat, figlio di Ahilud, era cancelliere;
20 25 Sceva era segretario; Tsadok e Abiathar erano sacerdoti; e Ira di Jair era capo dei ministri di Davide.
21 1 Al tempo di Davide ci fu una carestia per tre anni continui, Davide cercò la faccia dell'Eterno e l'Eterno gli disse: «Questo avviene a motivo di Saul e della sua casa sanguinaria, perché egli ha fatto morire i Gabaoniti».
21 2 Allora il re chiamò i Gabaoniti, e parlò loro. (Ora i Gabaoniti non appartenevano ai figli d'Israele, ma a un residuo degli Amorei; i figli d'Israele avevano loro giurato di risparmiarli, ma Saul, nel suo zelo per i figli d'Israele e di Giuda, aveva cercato di sterminarli).
21 3 Davide perciò disse ai Gabaoniti «Che devo fare per voi e in che modo potrò riparare, perché voi benediciate l'eredità dell'Eterno?».
21 4 I Gabaoniti gli risposero: «A noi non interessa avere oro o argento da Saul e dalla sua casa, né voi dovete uccidere per noi alcun uomo in Israele». Il re disse: «Quello che voi chiedete io lo farò per voi».
21 5 Essi risposero al re: «Per l'uomo che ci ha consumati e che aveva ideato di sterminarci per farci sparire da tutto il territorio d'Israele,
21 6 ci siano consegnati sette uomini tra i suoi discendenti e noi li impiccheremo davanti all'Eterno a Ghibeah di Saul, l'eletto dell'Eterno». Il re disse: «Ve li consegnerò».
21 7 Il re risparmiò Mefibosceth figlio di Gionathan, figlio di Saul a causa del giuramento dell'Eterno che c'era fra di loro tra Davide e Gionathan, figlio di Saul.
21 8 Ma il re prese i due figli, che Ritspah figlia di Aiah aveva partorito a Saul, Armoni e Mefibosceth, e i cinque figli, che Mikal, figlia di Saul, aveva partorito ad Adriel di Mehola, figlio di Barzillai,
21 9 e li consegnò ai Gabaoniti, che li impiccarono sul monte, davanti all'Eterno. Così furono messi a morte nei primi giorni della mietitura, quando si iniziava a mietere l'orzo.
21 10 Ritspah, figlia di Aiah, prese un cilicio e se lo stese sulla roccia, rimanendo là dal principio della mietitura finché non cadde su di loro pioggia dal cielo. Essa non permise agli uccelli del cielo di posarsi su di loro di giorno, né alle fiere dei campi di accostarvisi di notte.
21 11 Quando riferirono a Davide ciò che Ritspah, figlia di Aiah, concubina di Saul, aveva fatto,
21 12 Davide andò a prendere le ossa di Saul e quelle di Gionathan suo figlio dagli abitanti di Jabesh di Galaad, che le avevano portate via dalla piazza di Beth-Shan, dove i Filistei li avevano appesi quando i Filistei avevano sconfitto Saul sul Ghilboa.
21 13 Egli riportò di là le ossa di Saul e quelle di Gionathan suo figlio e furono anche raccolte le ossa di quelli che erano stati impiccati.
21 14 Le ossa di Saul e di Gionathan suo figlio furono sepolte nel paese di Beniamino, a Tselah, nel sepolcro di Kish, padre di Saul. Così fecero tutto ciò che il re aveva ordinato. Dopo questo DIO diede ascolto alla preghiera fatta per il paese.
21 15 I Filistei mossero di nuovo guerra ad Israele e Davide scese con i suoi servi a combattere contro i Filistei; e Davide si stancò;
21 16 Ishbi-Benob, uno dei discendenti dei giganti che aveva una lancia del peso di trecento sicli di bronzo ed era cinto di una spada nuova, intendeva uccidere Davide;
21 17 ma Abishai, il figlio di Tseruiah venne in aiuto del re colpì il Filisteo e lo uccise. Allora gli uomini di Davide gli giurarono: «Tu non uscirai più con noi a combattere e non spegnerai la lampada d'Israele».
21 18 Dopo questo ci fu un'altra battaglia con i Filistei, a Gob; allora Sibbekai l'Hushathita uccise Saf, uno dei discendenti dei giganti.
21 19 Ci fu un'altra battaglia con i Filistei a Gob; ed Elhanan, figlio di Jaare-Oreghim di Betlemme uccise il fratello di Goliath di Gath; l'asta della sua lancia era come un subbio di tessitore.
21 20 Ci fu un'altra battaglia a Gath, dove vi era un uomo di grande statura, che aveva sei dita per ogni mano e sei dita per ogni piede, in tutto ventiquattro dita anch'egli era un discendente dei giganti
21 21 Egli insultò Israele, ma Gionathan figlio di Scimeah, fratello di Davide, lo uccise.
21 22 Questi quattro erano discendenti dei giganti in Gath. Essi perirono per mano di Davide e per mano dei suoi servi.
22 1 Davide rivolse all'Eterno le parole di questo cantico nel giorno che l'Eterno lo liberò dalla mano di tutti i suoi nemici e dalla mano di Saul. Egli disse:
22 2 «L'Eterno è la mia rocca, la mia fortezza e il mio liberatore,
22 3 il mio Dio, la mia rupe in cui mi rifugio, il mio scudo, la potenza della mia salvezza, il mio alto rifugio, il mio asilo. O mio salvatore, tu mi salvi dalla violenza!
22 4 Io invoco l'Eterno che è degno di essere lodato, e sono salvato dai miei nemici.
22 5 Le onde della morte mi avevano circondato e i torrenti della distruzione mi avevano spaventato.
22 6 I dolori dello Sceol mi avevano avvolto e i lacci della morte mi stavano davanti.
22 7 Nella mia angoscia invocai l'Eterno e gridai al mio DIO. Egli udì la mia voce dal suo tempio e il mio grido giunse ai suoi orecchi.
22 8 Allora la terra fu scossa e tremò le fondamenta dei cieli furono smosse e scrollate, perché egli era acceso d'ira.
22 9 Un fumo saliva dalle sue narici e un fuoco divorante gli usciva dalla bocca; da lui sprizzavano carboni accesi.
22 10 Egli abbassò i cieli e discese con una densa caligine sotto i suoi piedi.
22 11 Cavalcava sopra un cherubino e volava e appariva sulle ali del vento.
22 12 Per padiglione intorno a sé aveva posto le tenebre, l'oscurità delle acque e le dense nubi del cielo.
22 13 Dallo splendore che lo precedeva si sprigionavano carboni ardenti.
22 14 L'Eterno tuonò dai cieli e l'Altissimo fece udire la sua voce.
22 15 Avventò saette, e disperse i nemici, scagliò le sue frecce e li disperse.
22 16 Allora apparve il letto del mare e le fondamenta del mondo furono scoperte al rimprovero dell'Eterno, al soffio del vento delle sue narici.
22 17 Egli dall'alto stese la mano e mi prese, mi trasse fuori dalle grandi acque.
22 18 Mi liberò dal mio potente nemico e da quelli che mi odiavano, perché erano più forti di me.
22 19 Essi mi erano venuti contro nel giorno della mia calamità, ma l'Eterno fu il mio sostegno,
22 20 e mi trasse fuori al largo; egli mi liberò perché mi gradisce.
22 21 L'Eterno mi ha retribuito secondo la mia giustizia e mi ha reso secondo la purità delle mie mani,
22 22 perché ho osservato le vie dell'Eterno e non mi sono empiamente sviato dal mio DIO.
22 23 Poiché ho tenuto davanti a me tutte le sue leggi e non mi sono allontanato dai suoi statuti.
22 24 Sono stato integro verso di lui e mi sono guardato dalla mia iniquità.
22 25 Perciò l'Eterno mi ha reso secondo la mia giustizia secondo la mia purità davanti ai suoi occhi.
22 26 Tu ti mostri pietoso verso l'uomo pio, e retto verso l'uomo retto;
22 27 ti mostri puro col puro e ti mostri astuto col perverso.
22 28 Tu salvi la gente afflitta, ma il tuo sguardo si ferma sugli alteri per abbassarli.
22 29 Si, tu sei la mia lampada o Eterno; l'Eterno illumina le mie tenebre.
22 30 Con te posso assalire una schiera, con il mio DIO posso saltare sopra un muro.
22 31 La via di Dio è perfetta; la parola dell'Eterno è purificata col fuoco. Egli è lo scudo di tutti quelli che sperano in lui.
22 32 Infatti chi è Dio all'infuori dell'Eterno? E chi è la Rocca all'infuori del nostro DIO?
22 33 Dio è la mia potente fortezza e rende la mia via perfetta.
22 34 Egli rende i miei piedi simili a quelli delle cerve e mi rende saldo sui miei alti luoghi.
22 35 Egli ammaestra le mie mani alla battaglia e le mie braccia possono tendere un arco di bronzo.
22 36 Tu mi hai anche dato lo scudo della tua salvezza e la tua benignità mi ha reso grande.
22 37 Tu hai allargato i miei passi sotto di me, e i miei piedi non hanno vacillato.
22 38 Io ho inseguito i miei nemici e li ho distrutti, e non sono tornato indietro prima di averli annientati.
22 39 Li ho annientati e schiacciati ed essi non hanno più potuto rialzarsi; essi sono caduti sotto i miei piedi.
22 40 Tu mi hai cinto di forza per la battaglia, e hai fatto piegare sotto di me quelli che si alzavano contro di me;
22 41 hai fatto voltare le spalle ai miei nemici davanti a me, e io ho distrutto quelli che mi odiavano.
22 42 Hanno guardato, ma non vi fu chi li salvasse; hanno gridato all'Eterno, ma egli non rispose loro.
22 43 Io li ho stritolati come la polvere della terra, li ho frantumati, calpestati come il fango delle strade.
22 44 Tu mi hai liberato dalle contese del mio popolo, mi hai conservato capo delle nazioni; un popolo che non conoscevo mi ha servito.
22 45 I figli degli stranieri si sottomettono a me; appena sentono mi ubbidiscono.
22 46 I figli degli stranieri si sono persi d'animo, sono usciti tremanti dalle loro fortezze.
22 47 Viva l'Eterno! Sia benedetta la mia Rocca! Sia esaltato DIO, la Rocca della mia salvezza!
22 48 E DIO che fa la vendetta per me; mi sottomette i popoli,
22 49 e mi libera dai miei nemici. Tu m'innalzi su quelli che si levano contro di me e mi liberi dall'uomo violento.
22 50 Perciò, o Eterno, ti celebrerò fra le nazioni e canterò le lodi del tuo nome.
22 51 Grandi liberazioni egli concede al suo re, e usa benignità verso il suo unto, verso Davide e la sua discendenza per sempre».
23 1 Queste sono le ultime parole di Davide. Così dice Davide, figlio di Isai, Così dice l'uomo che fu elevato in alto, l'unto del DIO di Giacobbe il dolce cantore d'Israele,
23 2 «Lo Spirito dell'Eterno ha parlato per mezzo mio e la sua parola è stata sulle mie labbra.
23 3 Il DIO d'Israele ha parlato, la Rocca d'Israele mi ha detto: "Colui che regna sugli uomini con giustizia, colui che regna col timore di DIO,
23 4 è come la luce del mattino al sorgere del sole, in un mattino senza nuvole, Come lo splendore dopo la pioggia, che fa spuntare l'erbetta dalla terra"
23 5 Non è forse così la mia casa davanti a DIO? Poiché egli ha stabilito con me un patto eterno ordinato in ogni cosa e sicuro. Non farà egli germogliare la mia completa salvezza e tutto ciò che io desidero?
23 6 Ma gli scellerati saranno tutti quanti buttati via come le spine, perché non si possono prendere con le mani.
23 7 Chi le tocca si arma di un ferro o di un'asta di lancia, esse sono interamente bruciate sul posto col fuoco».
23 8 Questi sono i nomi dei valorosi guerrieri che furono al servizio di Davide Josceb-Bashshebeth, il Tahkemonita capo dei principali ufficiali. Egli fu chiamato Adino l'Etsenita, perché aveva ucciso ottocento uomini in una sola volta.
23 9 Dopo di lui veniva Eleazar, figlio di Dodo, figlio di Ahohi, uno dei tre valorosi guerrieri che erano con Davide, quando sfidarono i Filistei radunati per combattere, mentre gli Israeliti si erano ritirati.
23 10 Egli si levò e colpì i Filistei, finché la sua mano, esausta, rimase attaccata alla spada. In quel giorno l'Eterno operò una grande vittoria e il popolo ritornò dietro a lui solo per fare bottino.
23 11 Dopo di lui veniva Shammah, figlio di Aghè, lo Hararita. I Filistei si erano radunati in massa in un luogo dove c'era un campo pieno di lenticchie. Il popolo era fuggito davanti ai Filistei.
23 12 ma Shammah si piantò in mezzo al campo e lo difese, e fece una strage dei Filistei. Così l'Eterno operò una grande vittoria.
23 13 Tre dei trenta capi scesero al tempo della mietitura e vennero da Davide nella caverna di Adullam mentre una schiera di Filistei era accampata nella valle dei giganti.
23 14 Davide era allora nella fortezza e c'era una guarnigione di Filistei a Betlemme.
23 15 Davide ebbe un grande desiderio e disse: «Oh, se qualcuno mi desse da bere l'acqua del pozzo di Betlemme, che è vicino alla porta».
23 16 I tre prodi si aprirono un varco attraverso il campo filisteo e attinsero l'acqua dal pozzo di Betlemme, vicino alla porta; quindi la presero e la portarono a Davide. Egli però non ne volle bere, ma la sparse davanti all'Eterno
23 17 dicendo: «Lungi da me o Eterno, il fare questo! Non è forse il sangue degli uomini che sono andati a rischio della loro vita?». E non la volle bere. Questo fecero quei tre prodi.
23 18 Abishai, fratello di Joab, figlio di Tseruiah, fu il capo di altri tre. Egli brandì la lancia contro trecento uomini li uccise; così si acquistò fama fra i tre
23 19 Fu il più illustre dei tre e perciò fu fatto loro capo; ma non giunse a eguagliare i primi tre.
23 20 Benaiah, figlio di Jehoiada, figlio di un uomo valoroso di Kabtseel fece grandi prodezze. Egli uccise due eroi di Moab; che erano come leoni. Discese anche in mezzo a una cisterna, dove uccise un leone, in un giorno di neve.
23 21 Egli uccise pure un gigantesco Egiziano; l'Egiziano aveva una lancia in mano; ma Benaiah gli scese contro con un bastone, strappò di mano all'Egiziano la lancia e lo uccise con la sua stessa lancia.
23 22 Queste cose fece Benaiah il figlio di Jehoiada, e si acquistò fama fra i tre prodi
23 23 Fu il più illustre dei trenta, ma non giunse a eguagliare i primi tre. Davide lo pose a capo del suo corpo di guardia.
23 24 Poi vi erano Asahel, fratello di Joab, uno dei trenta; Elhanan, figlio di Dodo, di Betlemme;
23 25 Shammah di Harod; Elika di Harod
23 26 Helets di Palti; Ira, figlio di Ikkesh, di Tekoa;
23 27 Abiezer di Anathoth; Mebunnai di Husha;
23 28 Tsalmon di Ahoah; Maharai di Netofa;
23 29 Heleb, figlio di Baanah, (di Netofa)
23 30 Benaiah di Pirathon; Hiddai dai torrenti di Gaash;
23 31 Abi-Albon di Arbath; Azmaveth di Barhum;
23 32 Eliahba di Shaalbon, (dei figli di Jascen), Gionathan;
23 33 Shammah di Harar; Ahiam, figlio di Sharar, di Harar;
23 34 Elifelet, figlio di Ahasbai, figlio di un Maakatheo; Eliam, figlio di Ahithofel di Ghilo;
23 35 Hetsrai di Karmel; Paarai di Arab;
23 36 Igal figlio di Nathan, di Tsobah; Bani di Gad;
23 37 Tselek, l'Ammonita; Naharai di Beeroth, (scudiero di Joab, figlio di Tseruiah);
23 38 Ira di Jether; Gareb di Jether;
23 39 Uriah, lo Hitteo. In tutto trentasette.
24 1 L'ira dell'Eterno si accese di nuovo contro Israele e incitò Davide contro il popolo, dicendo: «Va' a fare il censimento, d'Israele e di Giuda».
24 2 Così il re disse a Joab il capo dell'esercito che era con lui: «Va' in giro per tutte le tribù d'Israele, da Dan fino a Beer-Sceba, e fate il censimento del popolo perché io ne conosca il numero».
24 3 Joab rispose al re: «L'Eterno, il tuo DIO, moltiplichi il popolo cento volte più di quello che è, e possano gli occhi del re, mio signore, vedere ciò. Ma perché il re mio signore desidera questo?».
24 4 Tuttavia l'ordine del re prevalse su Joab e sui capi dell'esercito. Così Joab e i capi dell'esercito lasciarono la presenza del re per andare a fare il censimento del popolo d'Israele.
24 5 Passarono il Giordano e si accamparono ad Aroer, a destra della città che è in mezzo alla valle di Gad e verso Jazer.
24 6 Poi andarono a Galaad e nel paese di Tahtim-Hodsci; quindi andarono a Dan-Jaan e nei dintorni di Sidon.
24 7 Andarono anche alla fortezza di Tiro e in tutte le città degli Hivvei e dei Cananei, e giunsero nel mezzogiorno di Giuda, fino a Beer-Sceba.
24 8 Percorsero così tutto il paese e, in capo a nove mesi e venti giorni, fecero ritorno a Gerusalemme.
24 9 Joab consegnò al re la cifra del censimento del popolo: c'erano in Israele ottocentomila uomini forti, idonei a maneggiare la spada, mentre gli uomini di Giuda erano cinquecentomila.
24 10 Ma, dopo aver fatto il censimento del popolo, il cuore di Davide lo riprovò grandemente, e disse all'Eterno: «Ho gravemente peccato in ciò che ho fatto; ma ora, o Eterno, rimuovi l'iniquità del tuo servo, perché ho agito con grande stoltezza».
24 11 Quando al mattino Davide si alzò, la parola dell'Eterno fu rivolta al profeta Gad, il veggente di Davide, dicendo:
24 12 «Va' a dire a Davide: Così dice l'Eterno: "Io ti propongo tre cose: scegline per te una e quella ti farò"».
24 13 Gad andò dunque da Davide a riferirgli la cosa e disse: «Vuoi che vengano per te sette anni di carestia nel tuo paese o tre mesi di fuga davanti ai tuoi nemici che t'inseguono, o tre giorni di peste nel tuo paese? Ora rifletti e vedi un po' quale risposta devo dare a colui che mi ha mandato».
24 14 Davide disse a Gad: «Mi trovo in grande angoscia! Cadiamo pure nelle mani dell'Eterno, perché le sue compassioni, sono grandi, ma che io non cada nelle mani degli uomini!».
24 15 Così l'Eterno mandò la peste in Israele, da quella mattina fino al tempo fissato. Da Dan a Beer-Sceba morirono settantamila persone del popolo.
24 16 Come l'angelo stendeva la sua mano su Gerusalemme per distruggerla, l'Eterno si rammaricò di quella calamità e disse all'angelo che sterminava il popolo: «Basta! Ora ritira la tua mano!». L'angelo dell'Eterno si trovava presso l'aia di Araunah, il Gebuseo.
24 17 Quando Davide vide l'angelo che colpiva il popolo, disse all'Eterno: «Ecco, io ho peccato, io ho agito iniquamente, ma queste pecore che hanno fatto? La tua mano perciò si volga contro di me e contro la casa di mio padre!».
24 18 Quel giorno Gad venne da Davide e gli disse: «Sali e costruisci un altare all'Eterno nell'aia di Araunah, il Gebuseo».
24 19 Così Davide salì, secondo la parola di Gad, come l'Eterno aveva comandato.
24 20 Araunah guardò e vide il re e i suoi servi, che si dirigevano verso di lui allora Araunah uscì e si prostrò davanti; al re con la faccia a terra.
24 21 Poi Araunah disse: «Perché il re, mio signore, è venuto dal suo servo?». Davide rispose: «Per comprare da te quest' aia e costruirvi un altare all'Eterno, affinché la calamità sia allontanata dal popolo».
24 22 Araunah disse a Davide: «Il re mio signore prenda e offra ciò che gli piacerà! Ecco i buoi per l'olocausto; gli attrezzi per trebbiare e i gioghi dei buoi serviranno per legna.
24 23 O re, tutte queste cose Araunah le dona al re». Poi Araunah disse al re: «L'Eterno. il tuo DIO ti sia propizio!».
24 24 Ma il re rispose ad Araunah: «No, io comprerò da te queste cose al prezzo che costano, e non offrirò all'Eterno, il mio DIO, olocausti che non mi costino nulla». Così Davide comprò l'aia ed i buoi per cinquanta sicli d'argento.
24 25 Poi Davide costruì in quel luogo un altare all'Eterno e offrì olocausti e sacrifici di ringraziamento. Così l'Eterno diede ascolto alla preghiera fatta per il paese e la calamità fu allontanata dal popolo d'Israele.